Socialismo o barbarie
Editoriale del numero di agosto-settembre
Il Nuovo Ordine Mondiale, quello nelle grinfie del capitalismo finanziario anonimo, vorace antisociale che sta divorando l’orizzonte culturale (prima ancora che politico) che le classi subalterne hanno saputo costruire in Europa con le loro lotte negli ultimi due secoli, agisce su di un piano cartesiano totalitario e totalizzante. Sull’ascissa, orizzontalmente, sono situate tutte le forze produttive della Terra, quelle grandi e quelle piccole che ormai, nella world wide web (letteralmente, ragnatela grande quanto il mondo), interagiscono a livello planetario; siamo merci di un mercato unico che produce in America e smercia in Asia (o viceversa), a seconda del massimo profitto e di una convenienza quasi sempre antisociale. Verticalmente, sull’ordinata, il Nuovo Ordine Mondiale, utilizzando l’ideologia del debito come un grimaldello subdolo, sta mandando al macero il sistema di rappresentanza democratica, come lo abbiamo ereditato e come lo conosciamo.
La crisi nella quale siamo impaludati, che ci toglie benessere e libertà, è stata originata e gestita dalla speculazione finanziaria che sulla soglia del suo fallimento (fra il 2007 e il 2008), l’ha riversata sugli Stati e sul tenore di vita dei loro cittadini. L’intero Occidente è sotto una catena di comando al vertice della quale c’è la Troika (Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea e BCE) che governa con la complicità di un’informazione meanstream che c’imbonisce per farci digerire la cultura fraudolenta del debito che dovremmo ripianare. Il debito è un formidabile strumento di redistribuzione della ricchezza all’incontrario, prende ai poveri per dare ai ricchi. Nel 2011 ha sottratto al bilancio del nostro paese 78 miliardi di euro, nel 2012 i miliardi sono saliti a 87 e per il 2014 è previsto che i miliardi che dovremo rifondere ai detentori del nostro debito (le banche d’affari che ci hanno portato alla catastrofe) sono destinati a salire a 96*.
Il Nuovo Ordine Mondiale è rapace e autoritario; è inumano perché ha subordinato il genere umano gli esseri viventi del pianeta alle necessità speculative della finanza e dei pochissimi (senza volto) che l’amministrano. Per fronteggiare questo “nazismo bianco” (così chiamò la Finanza internazionale Giulio Tremonti che la conosceva bene e da vicino), non si può fare ricorso alla cultura antagonistica del Novecento. Ci vuole un fronte ampio e “cattocomunista”, capace di raccogliere la miriade di esperienze di natura differente basate sulla solidarietà e sulla partecipazione popolare, in sintonia con i gesti e con le parole di Papa Francesco, che con l’esordio del suo pontificato sta indicando un’altra prospettiva all’umanità, antica ma continuamente rinnovata. L’alternativa, ancora una volta, è fra socialismo e barbarie; fra il Nuovo Ordine Mondiale fondato sulla difesa del privilegio che si alimenta con la guerra e una comunità inclusiva, solidale e multiculturale, che prima di tutto, del PIL e della remissione del debito, vuole “restare umana”, per dar senso allo sforzo che tutti noi facciamo quotidianamente per vivere, nonostante tutto.
*Ragioneria generale dello Stato, Bilancio semplificato, 2012
Antonio Ruggieri75 Posts
Nato a Ferrazzano (CB) nel 1954. E’ giornalista professionista. Ha collaborato con la rete RAI del Molise. Ha coordinato la riedizione di “Viaggio in Molise” di Francesco Jovine, firmando la post—fazione dell’opera. Ha organizzato e diretto D.I.N.A. (digital is not analog), un festival internazionale dell’attivismo informatico che ha coinvolto le esperienze più interessanti dell’attivismo informatico internazionale (2002). Nel 2004, ha ideato e diretto un progetto che ha portato alla realizzazione della prima “radio on line” d’istituto; il progetto si è aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso “centoscuole” indetto dalla Fondazione San Paolo di Torino. Ha ideato e diretto quattro edizioni dello SMOC (salone molisano della comunicazione), dal 2007 al 2011. Dal 2005 al 2009 ha diretto il quotidiano telematico Megachip.info fondato da Giulietto Chiesa. E’ stato Direttore responsabile di Cometa, trimestrale di critica della comunicazione (2009—2010). E’ Direttore responsabile del mensile culturale “il Bene Comune”, senza soluzione di continuità, dall’esordio della rivista (ottobre 2001) fino ad oggi. BIBLIOGRAFIA Il Male rosa, libro d’arte in serigrafia, (1980); Cafoni e galantuomini nel Molise fra brigantaggio e questione meridionale, edizioni Il Rinoceronte (1984); Molise contro Molise, Nocera editore (1997); I giovani e il capardozio, Nocera editore (2001).
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