Un altro Molise (con un’altra sanità) è possibile
La questura ha parlato di circa 1300 manifestanti. Gli organizzatori ritengono che alla manifestazione di ieri per la sanità pubblica abbiano partecipato non meno di 5000 persone.
Di sicuro, c’è da dire che quando la testa del corteo raggiungeva p.zza Prefettura, la coda cominciava appena a muoversi da p.zza S. Francesco. Comunque, evitiamo almeno noi di dare i numeri.
In sostanza possiamo affermare che la manifestazione è riuscita. Innanzitutto perché è avvenuto un indubbio salto di qualità a livello dei comitati territoriali che hanno dimostrato di saper anteporre una visione politica generale alle questioni vertenziali legate alle sorti dei rispettivi presìdi ospedalieri.
Una decina di pullman sono giunti da Larino, Venafro, Agnone portando con loro parole d’ordine tutte improntate alla salvaguardia della sanità pubblica contro il tentativo dell’attuale esecutivo, nonché di quelli che lo hanno preceduto, di smantellarla per favorire l’accreditamento delle strutture private.
In secondo luogo bisogna sottolineare il carattere popolare della protesta organizzata in un contesto di totale assenza di strutture politiche e sindacali ad eccezione della CGIL il cui apporto – soprattutto quello della FIOM e del suo segretario Giuseppe Tarantino – è risultato decisivo quanto meno a livello organizzativo (i pullman, il palco per i comizi, il servizio d’ordine), mentre CISL e UIL si sono di fatto defilati dando così adito – nel caso della UIL – al sospetto di accordi “politici” in prospettiva di una ristrutturazione della governance della Fondazione GPII.
La giornata di ieri, dunque, evitando per ora di soffermarsi sulla provincialissima e penosa bagarre sottopalco alimentata dai soliti personaggetti (come direbbe Crozza) in cerca di visibilità, ha segnato un momento importante nel processo di maturazione del movimento a difesa della sanità pubblica, il quale ha anche dimostrato grande lucidità di analisi evitando accuratamente – nonostante i tentativi strumentali di Telemolise – di personalizzare la partita, trasformando il contenuto della protesta in un atto di sfiducia nei confronti di Frattura.
Rispetto a questo è doveroso ribadire che eventuali dimissioni sarebbero graditissime se non altro perché il presidente della Giunta regionale ha dimostrato inconfutabilmente di rappresentare gli interessi delle lobby piuttosto che il bene comune. Tuttavia è necessario, al tempo stesso, comprendere che il processo in atto, preparato scientemente da Iorio (a cui hanno contribuito anche i suoi predecessori) attraverso il depotenziamento del pubblico e le politiche clientelari, fa parte di un disegno ben più ampio, per lo meno di carattere nazionale, di cui attualmente è interprete il partito di Renzi, e che prevede di fare del Molise una regione-laboratorio per sperimentare gli effetti di un’eventuale campagna di privatizzazione della sanità su ampia scala.
Comprendere ciò significa alzare la posta ben oltre l’obiettivo delle dimissioni, pur auspicabili, di Frattura (unico obiettivo perseguito da una certa informazione nostalgica dello iorismo, divenuta perciò improvvisamente bene-comunista), dandosi come scopo, piuttosto, quello di bloccare l’attuale piano operativo.
In questo senso va letto anche l’intervento a fine manifestazione, dal palco, del presidente del Forum per la difesa della sanità pubblica Italo Testa, che ha dichiarato di non essere contrario ad una razionalizzazione dell’attuale sistema, purché quest’ultima non sia il frutto di imposizioni dall’alto ma piuttosto di un percorso condiviso e realmente democratico che, al contrario di quanto insinua Frattura, è stato già intrapreso dal Forum con tanto di elaborazione di una proposta alternativa.
Come dire che un’altra sanità è possibile. A patto che la lotta continui.
Paolo Di Lella100 Posts
Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014
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