Il Molise vuole che l’acqua resti pubblica
Lo scorso 22 marzo si è svolta la giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per stimolare gli Stati di tutto il mondo a intraprendere azioni concrete per una gestione responsabile di quello che dovrebbe essere considerato un bene comune di tutta l’umanità e il cui accesso invece ad oggi è a rischio per circa un miliardo di persone nel sud del mondo ed è motivo di molti conflitti sanguinosissimi soprattutto nel continente africano tant’è che lo stesso Pontefice un mese fa, durante un seminario alla Pontificia accademia delle Scienze ha detto: “Mi domando se in questa terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo non stiamo andando verso una gran guerra mondiale per l’acqua”.
Ieri sera, a Campobasso, si è svolta una riunione sul tema in chiave locale promossa dalla CGIL insieme ai sindaci dei comuni molisani – su tutti Peppe Notartomaso, sindaco di Campodipietra e Gigino D’Angelo sindaco di Montefalcone – che si sono opposti, fino a ricorrere al TAR, al decreto regionale del settembre 2015 che ha, o meglio avrebbe dovuto, istituire l’EGAM, l’Ente di governo dell’ambito molisano per il servizio idrico integrato. Con l’introduzione di questo Ente la gestione dell’acqua passerebbe dai singoli comuni (attualmente ciascun comune gestisce l’acqua nel proprio territorio) alle autorità di bacino (ogni bacino è formato da più sindaci che eleggono tra loro un rappresentante) che a loro volta eleggono un Comitato d’ambito (formato da dodici sindaci) che sceglie un presidente. In poche parole l’Egam si occuperà di tutto ciò che concerne la pianificazione del sistema idrico regionale, nonché avrà il compito di scegliere e controllare la società (pubblica, privata o mista) che si occuperà della gestione.
E proprio questo è il punto: chi si era illuso che con il referendum del 2011 si fosse sancita la gestione pubblica dell’acqua una volta per tutte, si deve ricredere. Dodici sindaci, in rappresentanza dei 136 comuni molisani, potrebbero affidarne la gestione ad una società privata. Notartomaso, senza mezzi termini, cita un sottosegretario dell’epoca, tale De Angelis (area “progressista”), che fece una fosca previsione: che in Italia sarebbero rimasti tre o quattro gestori, le cosiddette multiutilities, a gestire l’acqua, i rifiuti e i trasporti. Pare – noi non ci crediamo, per carità – che vi siano stati contatti negli scorsi mesi tra il Governo regionale e una grossa multiutility francese… Quello che i sindaci “ribelli” hanno scongiurato con il ricorso al Tribunale amministrativo è l’istituzione dell’Egam tramite decreto. Si dovrà dunque procedere passando dal Consiglio regionale. In prima seduta si è stabilito di fare a meno della figura del direttore dell’Ente che sarebbe stato scelto in accordo tra Regione e Comitato d’ambito e pagato (lautamente, qualcosa come 160.000 euro annui) con i soldi dei cittadini molisani. Vedremo come procederanno i lavori per produrre una legge regionale in materia e vedremo quale direzione essa assumerà, se in favore o meno del risultato referendario del 2011.
Il grosso della partita si giocherà sull’esclusione della possibilità di affidamento ad un soggetto privato o misto. Qualcuno dice (Petraroia ma non solo) che si tratterebbe di una violazione dei regolamenti europei in materia e che tale iniziativa finirebbe con l’essere impugnata, qualcun altro sostiene che mai come in questo caso bisogna osare l’impossibile. Noi, che non per niente ci chiamiamo “il Bene Comune”, siamo per la seconda opzione. La CGIL, insieme a 33 sindaci e alle associazioni, invita il popolo referendario (anche quello del no alla riforma costituzionale di Renzi) a manifestare in occasione della prossima seduta del Consiglio che si terrà venerdì 31. Intanto, parte un appello da firmare in rete, rivolto al Governo regionale perché almeno su questo rispetti la volontà popolare e non consegni un bene comune irrinunciabile come l’acqua alla sete di profitto dei privati.
Paolo Di Lella100 Posts
Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014
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