Ancora a proposito del Teatro del Loto

La settimana scorsa abbiamo pubblicato, a firma del nostro Paolo Di Lella, un articolo in cui si intendeva fare chiarezza su alcune cifre e invettive circolate in rete riguardanti il Teatro del Loto diretto da Stefano Sabelli.

In particolare, abbiamo contestato a primonumero.it le cifre fornite in un articolo firmato A.D. intitolato “Teatro Loto a rischio chiusura, il direttore: “Colpa della Regione”. “No, ha avuto i fondi””.

Con una e-mail pervenuta alla nostra redazione, la direttrice del giornale on-line, Monica Vignale, ci chiede una rettifica ritenendo offensivo l’accostamento tra il preambolo contenuto nel nostro articolo in cui affrontiamo – in termini generali, occupandoci del problema in maniera sistematica da un po’ di tempo – il problema delle fake news e il contenuto dell’articolo di primonumero.

Precisamente, abbiamo definito le cifre fornite da A.D. “imprecise” e “campate in aria”.
Ecco perché: una cosa sono i contributi che la cooperativa Teatrimolisani per l’attività specifica del Teatro del Loto ha ricevuto dall’assessorato alla cultura (60.000, deliberati una tantum nel 2015, erogati nel 2016 e riferiti all’attività del 2014 e 2015, che rappresentano, in ogni caso, nel complesso dei circa 5 anni di legislatura, una media di meno di 13.000 l’anno di contributi, ovvero poco più di 1.000 al mese), e un’altra cosa sono i contratti sottoscritti invece dalla Compagnia di Teatrimolisani con la Fondazione Molise Cultura per prestazioni d’opera e soggetti ad IVA. Stiamo parlando di altri 60.000 euro iva inclusa, erogati per il 2015 e per il 2016

Nello specifico, come riferito dal comunicato-stampa del delegato alla cultura e del CDA della Fondazione, vengono riportate una serie di determine per contratti di prestazione d’opera al lordo dell’iva (e quindi con imponibile inferiore) senza però specificare a quali prestazioni facessero riferimento.

Prendiamo i due contratti più cospicui (di 22.000 e 25.000 euro, uno riferito al 2015, l’altro al 2016). Il primo con un imponibile di 20.000 euro più iva al 10%, per un totale di 10 repliche del “Saul” di Alfieri con una compagnia di 9 artisti, 4 tecnici, scenografia imponente, rappresentato da Asti fino a Lecce, passando per Roma (si tratta di 2.000 euro a replica più iva).
Il contratto 2016, invece, si riferisce alla realizzazione del Festival shakespeariano di Altilia con tutte le istallazioni, service, pubblicità, autorizzazioni a carico della cooperativa Teatrimolisani, che comprendeva la doppia replica in prima nazionale di “Re Lear” (spettacolo itinerante di tre ore dislocato su tutta l’area archeologica, seguito da oltre 350 persone, con la presenza prestigiosa di Alessandro Serpieri, il più grande traduttore di Shakespeare, venuto apposta per assistere alla prima assoluta della sua ultima traduzione shakespeariana), lo spettacolo “Dichiaro guerra al tempo” del Teatro Vascello di Roma con Manuela Kusterman, “Lo stupro di Lucrezia” del Teatro di Dioniso di Torino, con Valter Malosti, il concerto shakespeariano di Simone Sala, con la proiezione dell’Otello di Orson Wells a cura della Cineteca nazionale, il laboratorio shakespeariano per bambini, che ha coinvolto Memo Cantieri culturali, ed infine due repliche de “La locandiera” di Goldoni con Silvia Gallerano prodotta da Teatrimolisani, che aveva appena debuttato con successo al Festival di Asti (spettacolo che, causa maltempo, si è poi dovuto recuperare presso l’auditorium di Isernia, a dicembre 2016, aggravando di ulteriori spese la compagnia formata da 9 artisti e 4 tecnici).

Come si vede, al di là della correttezza consistente nel separare i contributi per la stagione del Loto dall’attività di impresa di Teatrimolisani richiesta dalla Fondazione per il suo circuito FUS (e non per spettacoli specificamente realizzati al Loto, a costi sottopagati rispetto ad altre compagnie), se si prendono i contratti più bassi, si verificherà ad esempio che per 2.400 euro iva inclusa, sempre nell’ambito del circuito FUS, dello spettacolo “P.P.P. il paese mancato” con Diego Florio che ha ricevuto il patrocinio del MIBACT per le manifestazioni pasoliniane nel 2015, sono state realizzate ben 4 repliche.
Facendo il computo complessivo, la somma degli spettacoli contrattualizzati a Teatrimolisani in due anni per 60.000 euro iva inclusa, ha fatto sì che la Fondazione Molise Cultura, per il suo circuito FUS (per il quale ha dovuto realizzare 160 repliche a stagione) ha ottenuto da Teatrimolisani, nel complesso, oltre 50 spettacoli ed eventi pagati, si capisce, ad una media di poco più di mille euro a replica.

Il solo “Jesus Christe super star”, del produttore privato, Massimo Romeo Piparo, per sole tre repliche al Savoia, è stato pagato circa 64.000 euro iva inclusa.

Per questa attività d’impresa di ricaduta pubblica, nel rispetto dei parametri ministeriali obbligatori richiesti dal FUS (la Compagnia del LOTO di Teatrimolisani è nella storia di questa regione la prima e unica impresa teatrale riconosciuta dal MIBACT), Teatrimolisani si è assunto l’onere di produrre, in questi due anni, per i lavoratori dello spettacolo assunti (all’80 molisani e pure under 35) oltre 2.100 giornate lavorative e contributive; ha saldato più di 100 buste paga, versati oltre 55.000 euro di contributi INPS e INAIL, oltre a circa 10.000 euro di IRAP, per tasse regionali sul lavoro.

Questo a dettaglio e precisazione di quanto già scritto.
La redazione de Il Bene Comune

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