Il Molise è morto, viva il Molise!
di Diego Florio
In queste ultime settimane ci sono stati una serie di annunci di chiusura di importanti spazi per la vita della nostra comunità che si uniscono ad una follia generalizzata, e sembra implacabile, che ogni giorno strappa via a brandelli luoghi di socialità, di sperimentazione e di crescita, di confronto e accoglienza, di libertà e passione, in poche parole luoghi di civiltà, di amore, di intelligenza, di bellezza. Perché a dispetto di quello che qualcuno sostiene e cioè che ci siano tanti spazi e luoghi a disposizione nella nostra regione e nella nostra città per poter svolgere un lavoro artistico o godere di esso, io penso che siano zero o pressappoco e cerco di spiegare perché: se io e tutte le persone che dovrebbero abitare quei luoghi cioè attori, musicisti, cantanti, ballerini, macchinisti, direttori di scena, elettricisti, fonici, registi, scenografi non possono lavorare giornalmente in quel luogo dando vita ai processi creativi, quel luogo, per tutte queste persone, semplicemente non esiste. Esiste per il pubblico quei venti, trenta, cinquanta giorni l’anno in cui si fa una stagione teatrale, dei concerti, qualche serata di beneficienza; e per le figure professionali elencate, nel momento dell’esibizione. Ma se una compagnia vuole fare un allestimento, quindi preparare quella che poi, dopo mesi di lavoro, sarà la performance, può farlo negli spazi della regione? No, se sei nato in Molise ! Paghi. Cifre che sono impraticabili. L’esempio prende in considerazione spazi come l’ex gil e il teatro Savoia.
Perché fare uno spettacolo, un concerto, un balletto, una performance di qualunque natura, necessita di un luogo fisico in cui dare vita, pezzo dopo pezzo, a quello che solo dopo ore, giornate, settimane, mesi di studio e prove si manifesta al pubblico sotto forma di spettacolo. Lo spettacolo è la vetta della montagna ed è condensata nell’esibizione. La scalata è tutto quello che abbiamo detto sopra, ovvero tutta la preparazione. Che è cosa diversa dalla forma ricreativa, praticata per hobby, che pure ha mirabile funzione di aggregazione e confronto nelle comunità e per questo a sua volta, va, seppure in modo diverso, tutelata.
Invece gli unici luoghi in cui tutto questo è ancora possibile, sono quegli stessi luoghi che rischiano la chiusura o che l’hanno già annunciata o che l’hanno già attuata.
Tutti luoghi fatti da persone in carne ed ossa con esperienze mirabili, proprie di persone molto esperte di un settore, che in una piccola realtà come la nostra dovrebbero e potrebbero prosperare, ripetendone quegli esempi all’infinito, trasformando per sempre il nostro Molise in un oasi di bellezza e prosperità.
Il tessuto della nostra regione sta morendo, i nostri paesi stanno morendo, la nostra città sta morendo. Io sono un cittadino di questa comunità e buona parte dell’anno, da qualche tempo a questa parte, sono stabilmente qui. Vorrei poter dire la mattina quando mi sveglio: che meraviglia! Funziona tutto. C’è offerta, visione, crescita, nuove opportunità. Questa cosa che hanno fatto è buona, mi sembra si stia crescendo, quanto sono bravi, umili e aperti alle idee e al confronto i nostri rappresentanti. Niente di tutto ciò. Il mio pensiero dopo questi ultimi anni, in sintesi, è implacabile: questa è la peggiore classe dirigente e politica della storia! Il perché non mi sembra sia un mistero: oltre a non aver prodotto assolutamente nulla, oltre ad essere, in maniera assoluta, privi di qualunque forma empatica, oltre ad essere arroganti e ignoranti al di là di ogni possibile capacità di immaginazione, oltre ad essere voraci percependo stipendi da favola in una regione in cui non vive praticamente quasi più nessuno e in cui la crisi ha falcidiato decine di posti di lavoro, hanno distrutto e cercato di distruggere, con la loro totale inettitudine, anche quei luoghi che sono di tutti noi e che sono i luoghi in cui si resiste alla loro barbarie. Qual è il compito della politica se non quella di capire le peculiarità di un luogo e di difenderne quelle eccellenze che sono al servizio di quella stessa comunità che loro sono chiamati a servire? A servire con stipendi da Turista per Sempre. Qual è il compito della politica se non quello di avere un’idea di futuro? Un futuro che superi però il misero orizzonte della prossima tornata elettorale, che annienta, polverizza il nostro futuro.
Solo in Molise, dopo quindici anni di lavoro ovunque, le mie orecchie dovevano sanguinare sentendo, da una moltitudine di mirabili esperti delle arti, tra le mille perle di nulla collezionate in questi anni, che se un teatro è “privato” non può e non deve essere sostenuto dal pubblico. Ma i nostri cari esperti nel settore delle arti, lo sanno che tutti i teatri privati se, e proprio perché, riconosciuti per il loro lavoro di funzione pubblica e di sociale utilità dal ministero, non possono non essere riconosciuti dalla regione? O non è quanto meno bizzarro non farlo in Molise considerando che non abbondiamo di strutture in tal senso? O perlomeno si può evitare di buttare il tutto in caciara facendo comunicati con neanche tanto celato intento diffamatorio volto a scatenare la solita guerra tra poveri? Avete controllato se negli elenchi degli altri teatri e compagnie “private” nazionali, finanziate dal Ministero, nelle loro regioni non sono sottoposti ad ulteriori agevolazioni e contributi? Io vi prego di controllare. Semplicemente perché gli viene riconosciuto il fatto essenziale che operano per un pubblico e per la comunità anche attraverso opera di pedagogia e formazione. Per non parlare dell’incapacità di distinguere finanziamenti una tantum da prestazioni d’opera, ma questa è un’altra storia ancora. Capite di cosa parliamo? Qui siamo al dilettantismo puro. Se manca un assunto iniziale così centrale io con chi parlo? Io sono un professionista e sono stanco che il mio lavoro e quello dei miei colleghi venga vilipeso, calpestato, da persone che non sanno nulla. Per questo abbiamo assoluto bisogno di una Legge sulla Cultura.
Assoluto.
Ho un infinito rispetto di tutte le figure lavorative presenti nella storia dei mestieri. Non ho la presunzione di dire a un cardiochirurgo come fare un bypass. Non dico a un ingegnere come si calcola la stabilità di un edificio. Voglio dire: Vi fidereste di me se, con un’appendicite tremenda, mi trovaste in sala operatoria con i ferri in mano pronto a operarvi? O andreste a vivere in un palazzo in cui mi sono sostituito a un ingegnere? Oppure vi fareste rappresentare da me in un processo in cui siete accusati( è solo un esempio) di omicidio? O ancora salireste su un volo in cui a pilotare il Boing sia io, con zero ore di volo sul groppone? E ancora mi fareste fare il vostro bagno, o mi fareste mettere il parquet o impiantare una caldaia nella vostra casa, o mi fareste preparare la dentiera per la vostra cara nonnina, sapendo che non so assolutamente un cazzo di tutto questo lungo elenco, e potrei proseguire, di cose? Invece nel settore in cui io mi sono preparato( ed è lo stesso implacabile destino delle persone che fanno un lavoro artistico nell’Italia di oggi), studiato, perfezionato, investito, lavorato, incontrato e lavorato con maestri internazionali, lavorato all’estero, lavorato con colleghi meravigliosi( tra i quali, tra i migliori in assoluto, molti figli di questa terra ingrata!) devo essere guardato come un alieno, quando parlo di cose normalissime, da una o più persone che non so se hanno, giustamente, gli strumenti per capire di cosa parlo ma hanno la presunzione di volermelo insegnare e spiegare. A me e a tutti i miei colleghi.
Intanto in attesa che i nostri Mirabili uomini d’onore, esperti delle Arti, dopo già nove mesi di catene ai cancelli e muffa che mangia la nostra storia, trovino la soluzione per l’immediata riapertura(Ma se ne saranno accorti? Sento proclami da un anno!) della più importante istituzione culturale della regione e cioè LA BIBLIOTECA ALBINO ( È chiusa da agosto e non so se riesco a far capire a chi legge la gravità inaudita di un simile scempio inenarrabile! Domani diranno che è tutto apposto e che con il Ministero hanno trovato l’accordo e che è questione di qualche giorno. Questo vorrei tanto sperarlo per tutta la nostra comunità. Ciò non toglie l’immane, mostruosa, responsabilità politica, amministrativa, gestionale per essere stati in grado di privare la nostra comunità del luogo in cui è custodita la nostra storia, la nostra identità, i nostri valori, di far chiudere un tale patrimonio anche solo per un giorno! Inetti!);
in attesa che il suo direttore Vincenzo Lombardi torni finalmente a fare, con i suoi collaboratori preziosi, il suo instancabile lavoro, con fondi adeguati al comparto, ripeto, vitale delle biblioteche;
in attesa che Al teatro del Loto venga riconosciuto il suo valore intrinseco di pubblica utilità e al suo direttore, Stefano Sabelli, il rispetto che merita per i suoi quarant’anni di professione e per aver creato e dato a una comunità un teatro che senza pubblico non esiste quindi è chiaro che opera per il pubblico di quella stessa comunità;
In attesa che al Brickout , luogo eccellente per la musica live, e in attesa che il lavoro meraviglioso pieno di passione e amore dei suoi fondatori Andrea, Paolo, Jimmy e Rita possa riprendere cercando forme altre di finanziamento come il Crowdfunding, proposto da molti e che condivido anche per tutte le altre realtà in difficoltà, in attesa magari di un’altra casa, e dell’eventuale sostegno degli enti, anche se di questo dubito, fortemente;
in attesa che tutte le persone del comparto culturale siano messi nella condizione di poter svolgere il proprio lavoro, o almeno che non venga ostacolato
Propongo:
Di Indire immediatamente Gli stati generali regionali della cultura cercando finalmente di fare una piattaforma per stabilire quali sono le priorità e come uscire dall’ impasse in cui ci hanno e ci vogliono costringere. In tanti di noi hanno già lavorato allo studio e alla formulazione di una legge che stabilisca dei parametri che non potranno piu essere passibili delle simpatie o antipatie di questo o quel politicuccio di turno, che mette le questioni personali di fronte alle questioni del bene comune . Una legge stabilirà finalmente delle regole chiare. I settori da normare sono tutti: Teatro, cinema, musica, patrimonio archeologico, patrimonio bibliografico e patrimonio naturalistico. Perché oggi senza una visione d’insieme di turismo e cultura non si va da nessuna parte e questo dovrebbe essere un altro assunto inamovibile.
Quando Vincenzo Lombardi lascerà il suo lavoro la biblioteca sarà ancora lì per tutti noi, e il suo lavoro e quello di tutte le persone che sono state al suo fianco, sopravviverà perché l’amore per quel luogo sono riusciti a trasmetterlo a qualcun altro.
Quando Stefano Sabelli lascerà il suo lavoro, e gli auguro lunga vita artistica, il Loto sarà ancora lì, con tutta la sua bellezza, il suo silenzio fuori dal tempo, i suoi orizzonti verdi e lontani che guardano tutti i punti cardinali verso l’infinito e oltre. Sarà lì perché qualcuno con amore, passione, ostinazione, continuerà, raccoglierà quel testimone. E cosi vale per tutti quegli altri che hanno lasciato un piccolo seme. Al netto degli errori che tutti facciamo il valore di alcune cose, di alcune opere, di alcuni sogni, supera e di molto le piccole questioni personali.
Quelle opere, quei luoghi saranno sempre lì a ricordare che gli uomini passano, ma le loro opere restano. Per quei rarissimi che lo fanno. E di voi, dopo questi anni terribili che ci avete regalato, negando ai vostri figli la prosperità che meritavano perché troppo intenti a sguazzare nella vostra avidità senza fondo, non resterà nulla. Siete destinati all’oblio. Mentre noi continueremo a lottare con tutte le nostre forze per la bellezza e per permettere a questa terra di iniziare un nuovo percorso, insieme, ognuno facendo quello che sa fare, ognuno mettendo a disposizione un po’ di se stesso per la sua comunità. Ripartiamo da questo: dalla solidarietà.
Resista ancora un po’, con l’apporto di tutti, con l’amore di tutti noi, il Brickout con i suoi splendidi esseri umani, il Teatro del Loto con i suoi splendidi esseri umani, la Biblioteca Albino con i suoi splendidi esseri umani, i centri di studio e ricerca con tutti i loro splendidi essere umani, i luoghi di un informazione libera e svincolata dal potere politico con i suoi splendidi esseri umani e tutte quelle altre realtà della nostra comunità fatte da persone meravigliose e umane che sognano una storia nuova per tutti noi.
Molto presto non sarà più il Molise di tutti (voi e i vostri compari); sarà il Molise di tutti gli uomini e le donne di buona volontà che vi spazzeranno via con un colpo di matita e con la forza di un sorriso. Un sorriso pieno di amore e sogni da realizzare per tutti noi e per il nostro Molise.
Resistere è bello.
Resistere insieme è un sogno che cambierà il nostro futuro.
Vi abbraccio uno a uno.
Diego Florio (umile cittadino e figlio di questa terra).
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