Per una riforma delle politiche culturali molisane
Assai proficuo l’esito del convegno organizzato il 14 giugno al Teatro del Loto di Ferrazzano
Mercoledì 14 giugno, al Teatro del Loto di Ferrazzano, organizzato da Federcultura di Confcooperative Molise, ha avuto luogo il convegno “NON TUTTO CIÒ CHE È PUBBLICO È STATALE”, per mettere a punto una strategia di riforma delle politiche culturali molisane. Erano presenti i Consiglieri regionali Michele Petraroia di Sinistra italiana, Antonio Federico del M5S e Nico Ioffredi del Gruppo Misto, Consigliere delegato alla cultura dal Presidente della Regione Paolo di Laura Frattura, attuale titolare dell’Assessorato. Vincenzo Niro, Udeur-Popolari per il sud ha comunicato con una nota il suo apprezzamento per l’iniziativa ma la sua impossibilità a prendervi parte perché a Strasburgo per un impegno istituzionale e Vincenzo Notarangelo, sindaco di Larino e segretario regionale di Sinistra Italiana e Giovanni Cannata, presidente del Conservatorio “Perosi”, hanno fatto pervenire il loro augurio di buon lavoro per un proficuo svolgimento dell’iniziativa, che è stata introdotta e moderata da Antonio Ruggieri, presidente di Federcultura e ha avuto inizio con una relazione di Domenico Calleo, presidente di Confcooperative Molise.
Calleo ha tracciato un quadro esauriente di quanto conti l’impresa culturale gestita in forma cooperativa nel panorama economico nazionale, sia in termini di addetti, sia per la produzione di reddito; inoltre, ha argomentato il rappresentante di Confcooperative Molise, la cultura con i suoi servizi e con i suoi eventi, rappresenta un formidabile volano per lo sviluppo delle altre attività produttive, col turismo innanzitutto, che ne costituisce un esito auspicato e fecondo. Calleo ha apprezzato lo sforzo – anche se tardivo e sommario – a cui la Giunta regionale sta dando corso con la recente promulgazione dei bandi nei settori contigui della cultura, del turismo e dello sport, ma ha voluto anche puntualizzare che le incongruenze contenute in questi provvedimenti sarebbero state sanate con facilità, se i bandi fossero scaturiti da un lavoro concertativo preliminare, invece che dall’elaborazione solipsistica della Giunta. La parola è poi toccata ad Antonietta Caccia, presidente del Circolo della zampogna di Scapoli, la quale ha illustrato le linee guida di una legge quadro regionale del settore cultura, che metta ordine nel caotico e sguarnito panorama attuale e detti norme semplici, chiare e aggiornate, che facilitino il complesso ma strategico lavoro degli operatori. Per quanto li riguarda, ha detto, la nuova legge dovrà differenziare l’opera di chi la presta con liberalità e gratuitamente all’interno della nutrita e decorosa rete dell’associazionismo culturale, da chi invece opera professionalmente nella cultura, quasi sempre senza tutela e riconoscimento retributivo legale.
E’ intervenuto poi Fiore Fontanarosa, docente all’Università del Molise di giurisprudenza italiana e comparata dei Beni Culturali; la sua relazione ha messo a fuoco la Fondazione Molise Cultura costituita in house dalla Regione Molise, in modo che non consenta ad altri soggetti, pubblici e/o privati di entrare nella sua compagine. Attraverso una casistica nazionale ricca e documentata, il giurista ha sottolineato come sia opportuno e maggiormente rispondente ai dettami dell’Unione Europea che la FMC si trasformi in una “fondazione di partecipazione”, aperta al contributo progettuale ma anche economico di soggetti pubblici e privati, in modo che essa possa costituire l’ambito di concertazione attiva fra tutti gli attori locali, delle politiche che s’irradiano sul territorio.
L’ultima relazione è stata svolta da Rossano Pazzagli, anch’egli docente dell’Università del Molise e Direttore di ArIA, centro di ricerca sulle aree interne e gli Appennini e ha riguardato il complesso e delicato rapporto che si stabilisce fra istituzioni e territorio nello svolgimento dei processi culturali. Pazzagli ha richiamato la necessità che si rilanci il compito della programmazione strategica, la quale deve essere in capo all’Assessorato, in questi anni messo ai margini e depotenziato sia per titolarità istituzionale (Frattura ha tenuto per sé la delega alla cultura demandano le funzioni amministrative a un consigliere supplente), sia per lo svilimento della dotazione finanziaria che ha premiato la Fondazione Molise Cultura a scapito dell’Assessorato per l’appunto.
In ambito culturale – ha concluso Pazzagli – il Molise possiede un patrimonio articolato e d’eccellenza; bisogna però metterlo a frutto con intenzione strategica, attenta alle vocazioni dei luoghi e del paesaggio, oltre che al talento spesso conclamato dei giovani.
Alle relazioni ha fatto seguito un dibattito ricco e articolato con interventi di Matteo Patavino della segreteria regionale del PD, di Paolo De Socio della segreteria regionale della CGIL, di Antonio Federico, capogruppo del M5S alla regione Molise, di Giancarlo Graziaplena, operatore culturale e Consigliere comunale di San Martino in Pensilis, di Michele Tomasso e di Stefano Sabelli, che ha tracciato una prospettiva plausibile e civilissima per valorizzare e mettere a frutto socialmente l’opera dei lavoratori dello spettacolo e di quelli del teatro in particolare. Fra gli altri, i lavori del convegno sono stati seguiti da William Mussini, Francesco Vitale, Diego Florio, Paola Pietrangelo, Gaspero Di Lisa, Massimiliano Ferrante, Mauro Presutti e Fabrizio Russo. Federcultura di Confcooperative Molise esprime grande soddisfazione per l’esito della sua iniziativa e annuncia che nei prossimi giorni incontrerà il presidente della Regione e Assessore alla cultura Paolo di Laura Frattura, per proporgli una prospettiva di riforma delle politiche culturali regionali, la cui impalcatura è stata individuata con chiarezza nel convegno dello scorso 14 giugno.
FONTE: Ufficio stampa Confcooperative Molise
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