Addio Fottuti Musi Verdi
Ciro è un grafico che non trova lavoro e così sbarca il lunario in una friggitoria gestita da un gruppo di orientali trapiantati a Napoli. Un giorno, il suo migliore amico Fabio gli dice di spedire il suo curriculum nello spazio, come vuole un concorso per il lancio del nuovo capitolo di Addio Fottuti Musi Verdi. Rimandato, ancora rimandato e infine eccolo, il film dei The Jackal, collettivo partenopeo nato nel lontano 2005, ma “esploso” più tardi grazie ad una serie di corti amatissimi (The Parker, The Washer) di cui c’è traccia anche in questa opera prima.
Che sotto quelle irresistibili macchiette (autori dei webformat Gay Ingenui, Lost in Google, Gli Effetti di Gomorra sulla Gente ecce ecc.) ci fossero dei grandi professionisti lo si sapeva già da tempo ma una cosa è una factory creativa specializzata in spot e prodotti virali, altra è fare cinema. La chiave di tutto era il cinema di genere. Sappiamo quanto il panorama italiano sia, ahi noi, lontanissimo dalla fantascienza propriamente detta, per ovvie ragioni di business ma non solo. Riusciranno i nostri eroi a “Friggere con l’acqua”? Trattandosi di un gruppo di comedians, è ovvio che nel bagaglio, oltre ai fuciloni e ai robottoni, ti devi portare il folklore, mamma che ti porge “o cafè” e tanti altri aspetti e volti della napoletaneità, di cui sono da sempre dei grandissimi portabandiera. Inserite pure qui l’urlo di battaglia che Fabio Balsamo dice ad un certo punto del film: “Andiamo a fargli il culo!” Agli alieni certo, ma anche agli haters, a chi credeva che il loro film fosse una specie di versione allungata e insipida dei loro sketch, così come avvenuto più o meno con tutti quelli venuti dal web.
Gli sciacalli del cinema a stelle e strisce avevano l’obbligo non scritto di guardare più lontano, specie dopo Jeeg e specie nell’era dei cinecomics Marvel. La cosa più interessante di AFMV è che guarda al cinema popolare americano contemporaneo con rispetto, credibilità e fanatica cura del dettaglio. Fabio Balsamo e Ciro Priello sono un duo molto affiatato, a tratti irresistibile, che regge la scena pur con qualche comprensibile disallineamento di asse. Ottima scelta affidarsi al redivivo Roberto Zibetti (Radiofreccia) per la parte del cattivo freak. Davvero moolto curata la resa scenica, dal design del robot gigante Jasmine all’idea felicissima di lasciare alla CGI gli esterni, talvolta mozzafiato. AFMV è in definitiva uno sci-fi in salsa comedy/napoletana che non rinuncia alle tematiche sociali di casa nostra. Il regista Francesco Ebbasta (all’anagrafe Capalbo) attinge dalle storie di Guida Galattica per autostoppisti e dalla regia di Edgar Wright. I featuring, poi, sono roba grossa.
AFMV riesce nell’intento (difficilissimo) di uscire dalle logiche italiane del prodotto ruffianamente local che si sgonfia col passare dei minuti. Il film, pieno zeppo di idee che solo una factory creativa, è miracolosamente un crescendo semiserio.
Vogliono “friggere con l’acqua”, diceva qualcuno. E invece… du’ frittur!
Giuseppe Piacente10 Posts
Nato a Isernia (IS) nel 1980. Si è trasferito a Roma molto più tardi, laureato in Scienze della Comunicazione, “masterizzato" in Scrittura creativa, ha ricevuto il tesserino da Giornalista pubblicista nel lontano 2008. Ha scritto, redatto, corretto, intervistato, editato, indicizzato e continua ancora a fare tutte queste cose. Vive tra Molise, Lazio e World Wide Web. Il suo blog di cinema: copyisteria.altervista.org
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