Il popolo curdo è preoccupato per la salute del leader Ocalan
Perché è il comitato per la prevenzione della tortura CPT non adempie le sue responsabilità? Perché le istituzioni europee non intraprendono azioni mentre la vita del leader del popolo curdo ABDULLAH OCALAN è in pericolo?
Prosegue il sit-in in atto nella città di Strasburgo per il leader del popolo curdo Abdullah Ocalan. Il sit-in a tempo indeterminato è stato avviato dai curdi davanti al CPT quando diversi mezzi di comunicazione turchi hanno pubblicato notizie sul fatto che Ocalan fosse o meno vivo. La manifestazione, con la quale si chiede che una delegazione del CPT visiti Abdullah Ocalan nell’isola prigione di Imrali, è nel suo 18esimo giorno. Centinaia di curdi e loro amici dicono che continueranno questa azione fino a quando riceveranno informazioni affidabili sul benessere di Ocalan.
I manifestanti dicono di non avere alcuna informazione sulla salute di Ocalan e che se dovesse essergli accaduto qualcosa, il Consiglio d’Europa e il CPT ne saranno ritenuti responsabili. Ci sono altre manifestazioni, tra cui scioperi della fame, sit-in e incontri organizzati in altre località. Qui sotto è riportata la dichiarazione più recente del KCDK-E, che rappresenta i curdi, i popoli della Turchia, gli assiri e gli yazidi: “Siamo certamente a conoscenza che il Consiglio d’Europa e il CPT possono intraprendere misure per alleviare le nostre preoccupazioni.
Nonostante non abbiamo notizie del nostro leader Abdullah Ocalan da due anni, il CPT ha scelto di rimanere in silenzio, e questa loro insensibilità è un comportamento completamente irresponsabile. Si tratta di una posizione non etica che richiama la tortura. Anche se il CPT è presumibilmente “il Comitato per la Prevenzione della Tortura”, il suo silenzio sull’isolamento di Abdullah Ocalan è un riflesso dei pregiudizi contro il popolo curdo da parte degli Stati europei e del loro cervello amministrativo: il Consiglio d’Europa. Tuttavia, non si dovrebbe guardare alla personalità, all’etnia o al genere di chiunque sia sottoposto a tortura.
Non importa di chi si tratti, se qualcuno è sottoposto alla tortura, bisogna essere solidali con la vittima. Questa è la missione e la responsabilità del CPT.” Perché il CPT non adempie alle proprie responsabilità? Nel 15° giorno del sit-in a tempo indeterminato che richiede che il CPT visiti Abdullah Ocalan nell’isola prigione di Imrali, i manifestanti hanno deciso di confluire al Parlamento europeo per dichiarare che non avrebbero accettato compromessi sulle loro richieste.
I curdi e i loro amici hanno fatto un appello urgente al CPT:
• Migliaia di curdi e istituzioni, partiti e ONG provenienti da ogni parte del Kurdistan, hanno partecipato alla manifestazione e invitato all’azione il CPT. Nonostante il fatto che queste organizzazioni ritengano Ocalan la volontà del popolo curdo, e nonostante non abbiano ricevuto sue notizie, il CPT deve ancora intraprendere una qualsiasi azione.
• Una delegazione composta dalla deputata del Parlamento europeo Julie Ward, dall’ex deputato del Parlamento europeo Francis Wurtz e dal rappresentante dell’HDP al Consiglio d’Europa Faik Yagizay si sono incontrati con i funzionari del CPT. Nel corso della riunione il CPT ha affermato di dialogare attivamente con i funzionari turchi riguardo Abdullah Ocalan, ma nessuna azione è stata ancora intrapresa.
• Molti deputati del Parlamento europeo, membri del Consiglio d’Europa, amici francesi e alsaziani dei curdi hanno visitato il sit-in per dimostrare il loro sostegno. Nonostante molti consigli e parlamentari italiani abbiano trasmesso lettere al CPT, non c’è ancora risposta.
• Anche molti artisti curdi hanno mostrato il loro sostegno alla manifestazione. Neanche alle richieste di questi artisti è stata inviata alcuna risposta.
• Molti consiglieri curdi e rappresentanti di partito stanno ancora prendendo parte alla manifestazione, ma devono tuttora ricevere repliche dal CPT. • Anche le famiglie dei martiri che hanno perso la vita nella lotta per la libertà curda e i veterani sono presenti al sit-in. Questi guerrieri che hanno sconfitto l’ISIS non hanno ancora risposte dal CPT.
• Per protestare contro il silenzio delle istituzioni europee, Welid’e Def proveniente da Afrin, nel nord della Siria, ha tentato di darsi fuoco davanti al CPT. “Il CPT è schiavo di Erdogan, perché non vanno subito all’isola di Imrali? Il CPT può risolvere questo problema,” ha detto Welid prima di tentare di darsi fuoco.
Appello dei parlamentari detenuti
I co-presidenti detenuti e i deputati dell’HDP hanno invitato una delegazione a visitare l’isola di Imrali e le organizzazioni internazionali a ribellarsi contro l’isolamento. I co-presidenti e i deputati del Partito Democratico dei Popoli (HDP) hanno formulato una dichiarazione congiunta sull’isolamento di Abdullah Öcalan. Il co-presidente Selahattin Demirtas (prigione di Edirne) e la co-presidente Figen Yuksekdag (Prigione di Kandira), Idris Baluken (prigione Sincan), Abdullah Zeydan (prigione di Edirne) e Ferhat Encu (Prigione di Kandira) hanno formulato una dichiarazione congiunta: “Stiamo assistendo ad una crescente preoccupazione per il benessere e la sicurezza di Abdullah Öcalan. Il rigido isolamento iniziato due anni e mezzo fa, il 5 aprile 2015, è stato temporaneamente sottovalutato in quanto ad un membro della sua famiglia è stato permesso di visitarlo l’11 settembre 2016. Più di un anno è passato da quel giorno e nessuno è stato in grado di vedere Ocalan.”
I parlamentari hanno fatto queste richieste:
• Chiediamo al CPT e alle istituzioni internazionali di non rimanere in silenzio di fronte a questa pratica illegale.
• Una delegazione politica deve visitare immediatamente la prigione di Imrali. Senza questa visita, nulla allevierà le nostre preoccupazioni, i nostri timori aumenteranno. L’isolamento disumano deve terminare immediatamente.
Azioni che vanno avanti in Turchia e Kurdistan
Le madri della pace a Van cominciano lo sciopero della fame per Öcalan
Membri dell’Assemblea delle Madri della Pace di Van hanno continuato lo sciopero della fame chiedendo di conoscere le condizioni e la sicurezza in cui si trova il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan.
Le Madri della Pace di Van si sono unite agli scioperi della fame per richiamare l’attenzione sull’isolamento imposto sul leader del popolo curdo Abdullah Ocalan che è trattenuto nella Prigione di Alta Sicurezza sull’isola di Imrali. Dopo una manifestazione, membri dell’Assemblea delle Madri della Pace hanno iniziato uno sciopero della fame nell’ufficio del Partito delle regioni democratiche (DBP) dove è stato appeso un poster che dice “L’isolamento fallirà, la libertà prevarrà”.
Le prigioniere iniziano uno sciopero della fame a tempo indeterminato per Öcalan
Le azioni per porre fine all’isolamento nella prigione di Imrali stanno aumentando. Un nuovo gruppo ha iniziato lo sciopero della fame a Istanbul, lo sciopero della fame di Izmir è al suo dodicesimo giorno, Mersin ha iniziato un nuovo sciopero della fame, uno sciopero a Mardin continuerà fino al 12 novembre.
Proseguono le proteste per il leader curdo Abdullah Öcalan che è tenuto in isolamento aggravato dallo Stato turco nella prigione di sicurezza dell’isola di İmralı dal 5 aprile 2015. Sette prigioniere di Antalya, nella prigione chiusa di tipo L, hanno iniziato il 26 ottobre in modo indeterminato e non alternato uno sciopero della fame, chiedendo la fine dell’isolamento aggravato imposto al leader del popolo curdo Abdullah Öcalan.
Informando delle loro proteste attraverso i loro avvocati, le prigioniere che hanno aderito allo sciopero della fame hanno dichiarato che proseguiranno la loro protesta fino a quando non si svolgerà una riunione con Öcalan, poiché alcune delle attuali notizie e messaggi dei social media riguardanti la sua condizione di salute e la sicurezza stanno causando preoccupazioni. L’isolamento del leader curdo è iniziato il 5 aprile 2015, circa due anni e mezzo fa; è durato fino all’11 settembre 2016, quando ad uno dei membri della sua famiglia fu finalmente permesso di visitarlo ad Imrali a causa dello sciopero della fame di 50 politici curdi. Tuttavia, da allora, viene mantenuto in isolamento, e né la sua famiglia né i suoi avvocati sono stati autorizzati a vederlo, e non è stato cambiato l’isolamento aggravato impostogli. Questa politica disumana, che viola tutti i diritti dei prigionieri, porta a preoccupazioni per la maggior parte dei curdi e non solo, in tutto il mondo.
Chiediamo:
• Chiediamo al Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT) di intervenire per assicurarsi che siano ottenute le necessarie informazioni, essenziali in questa situazione.
• Invitiamo tutti i gruppi curdi e democratici a intraprendere azioni e richiedere chiarimenti sulla salute e sulla sicurezza di Ocalan.
Invitiamo le forze internazionali che hanno consegnato Ocalan alla Turchia il 15 febbraio 1999 di intervenire in nome dell’umanità e della loro responsabilità collettiva nella sua prigionia e in seguito nel processo giudicato ingiusto per il quale si è ritrovato sottoposto a tortura psicologica, secondo la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
Fonte: uiki onlus
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