Presentata la nuova stagione del Teatro del Loto
Stamattina, presso la libreria Mondadori a Campobasso, l’indomabile direttore artistico del Teatro del Loto, Stefano Sabelli, ha presentato la nuova stagione teatrale 2017/2018.
“Una stagione che inizia con tante speranze e poche certezze”, ha esordito Sabelli, riferendosi evidentemente al bando indetto dall’assessorato alla cultura sei mesi fa, di cui non si conosce ancora l’esito nonostante manchi poco più di due mesi alla scadenza per attuare i progetti e poco più di quattro mesi per la rendicontazione delle attività. Un fatto che ribadisce, ancora una volta, l’inefficienza dell’assessorato.
In pratica non si sa se i soldi ci saranno; intanto, nel dubbio, con la solita generosità, il fondatore di uno dei più belli tra i piccoli teatri d’Italia, mettendoci la faccia e non solo, lancia la decima stagione del Teatro del Loto. Con lui, anche loro buttando il cuore oltre l’ostacolo, alcuni degli artisti che qualche mese fa hanno firmato l’appello promosso da Il Bene Comune per salvare il Teatro del Loto dalla chiusura: Nicoletta Braschi, protagonista del capolavoro di Samuel Beckett, “Giorni felici”, in programma per il 3 e 4 dicembre prossimi; Giuseppe Cederna che porterà in scena il 24 febbraio “Da questa parte del mare”, romanzo postumo di Gianmaria Testa; Silvia Gallerano, splendida Mirandolina nella “Locandiera” di Goldoni riadattata dallo stesso Stefano Sabelli, in scena dal 27 al 30 dicembre.
Dunque, ci si dovrebbe chiedere come mai il Teatro del Loto in tutta Italia suscita tanta simpatia. Forse perché – come dice il suo ideatore – per dieci anni è stata una casa per tanti attori, ha creato familiarità, è stato aperto a tutti, anche a chi non era in grado di remunerarlo.
È così che quel palcoscenico – non può sfuggire allo spettatore anche occasionale, lo si nota ad occhio nudo – si è consumato. Da lì sono passati oltre 500 spettacoli e più di 3000 artisti. Alcuni famosissimi come Fabrizio Gifuni, Silvio Orlando, Elio Germano, altri che proprio su quel palcoscenico hanno mosso i primi passi e che ora, dopo essersi diplomati nelle migliori scuole d’Italia, sono attori professionisti: pensiamo a Barbara Petti, a Giulio Maroncelli, a Mauro D’Amico, a Bianca Mastromonaco, a Max Vitolo, oltre, naturalmente, a Diego Florio e a Giorgio Careccia che fanno parte della Compagnia del Loto e che in questi giorni stanno girando l’Italia con la Locandiera.
Questo e molto altro è il Teatro del Loto. Un patrimonio inestimabile di una regione allo stremo. Un patrimonio che oggi resiste nonostante l’indifferenza di chi ci governa.
A proposito. Qualche settimana fa il Ministro Franceschini ha esteso l’art-bonus (una misura che consente un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico) ai teatri e alle compagnie teatrali. Uno strumento che potrebbe rivelarsi davvero utile in un contesto come il nostro, dove non si muove nulla senza l’approvazione della politica. Occorrerebbe un connettore capace di mettere a sistema gli strumenti e le iniziative virtuose. La struttura ce l’avremmo anche (la Fondazione Molise Cultura), il problema, come sempre, sono le scelte dei nostri decisori.
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