La Fondazione del libro va in liquidazione, il Salone guarda al futuro
di Emanuela Minucci
Chiamparino: daremo spazio a nuovi soci. Tornano a Torino Mondadori e gli altri big
L’ultimo atto è andato in scena ieri, nello studio di un notaio nel centro di Torino, il posto giusto dove si discutono gli affari post-mortem. Dopo 24 anni – di cui gli ultimi due passati su un ottovolante di conti in rosso, inchieste giudiziarie e bruschi addii di soci non secondari come gli editori, la Fondazione per il Libro che organizza il Salone del Lingotto è ufficialmente andata in liquidazione «per assenza di continuità aziendale». A staccarle la spina l’assemblea straordinaria dei soci, in primis la sindaca Chiara Appendino e il presidente della Regione Sergio Chiamparino, che nel giro di un’ora hanno consegnato nelle mani di un commissario, l’avvocato Riccardo Rossotto, con il compito di incassare i crediti (dovuti da enti, partner e sponsor) e pagare i debiti (con fornitori e banche), il destino dell’ente.
Il tempo di mangiare un panino e, un’ora dopo, buona parte dei protagonisti del primo tavolo, come Massimo Bray e il suo vice Mario Montalcini si riuniva negli uffici Anni Trenta della fondazione. Oggetto del vertice, la prima cabina di regia (di cui è sempre presidente Bray) nata per tracciare il cammino della 31ª edizione del Salone che andrà in scena a maggio al Lingotto. Come ha infatti ricordato Chiara Appendino uscendo dallo studio del notaio «questo è stato un passo importante e necessario per dare un futuro al Salone e uscire dall’emergenza che non dava prospettive alla manifestazione: in parallelo lavoriamo alla 31ª edizione, che sarà ottima, e alla costituzione del nuovo ente che darà solidità al Salone».
La cabina di regia
Il tema della prima riunione della cabina di regia è stato proprio quello di definire l’atteso «chi farà che cosa» di qui al prossimo maggio. Accanto al direttore editoriale Nicola Lagioia anche i vertici del Circolo del Lettori e della Fondazione per la Cultura i due enti (il primo a guida regionale, il secondo comunale) che si occuperanno dal punto di vista pratico di organizzare l’evento. All’ordine del giorno, quindi, la nascita di una «newco», un nuovo contenitore che i soci pubblici hanno garantito vedrà la luce entro l’aprile prossimo: «Questo nuovo contenitore – ha anticipato ieri il presidente Chiamparino – sarà aperto a nuovi protagonisti e soci, anche con modalità diverse, per consentire a tante espressioni del territorio e non solo, di essere protagoniste».
Altro aspetto innovativo, per la prima volta a questo tavolo partecipano anche gli editori «Amici del Salone», quelli che fin dal primo giorno in cui l’Aie divorziò da Torino creando a Milano un altro Salone del Libro si sono subito schierati «dalla parte dell’originale».
Chi fa cosa
Nella riunione si è deciso – come era peraltro già stato annunciato – che il Circolo dei Lettori si occuperà degli eventi organizzati all’interno del Lingotto – circa il 60 per cento delle attività – mentre la Fondazione per la Cultura dovrà vegliare su tutto quanto è Salone «Off» (il restante 40 per cento), centinaia di eventi sparsi in tutti i quartieri: letture, concerti e incontri con gli scrittori che vengono ospitati nei luoghi più inconsueti, come gli ospedali, le carceri, le scuole, i caffè.
La cabina di regia ieri ha appena tracciato gli scenari futuri. Il prossimo 19 gennaio ci sarà un secondo incontro e poi molti altri per arrivare a ipotesi di lavoro concrete che devono poi essere approvati dai consigli regionali e comunali. Nel frattempo però, la macchina editoriale, quella dei contenuti, guidata da Lagioia non si è mai fermata tenendo soprattutto d’occhio «tutto ciò che è contemporaneità». E neppure quella commerciale che sta già trattando la vendita degli spazi al Lingotto.
Il destino dei lavoratori
Fra i dipendenti della Fondazione – a oggi sono dodici – si sa già che due saranno distaccati alla Fondazione per la Cultura e uno resterà – per continuare a far di conto – al fianco del commissario Riccardo Rossotto. Gli altri almeno sino a giugno si trasferiranno negli uffici del Circolo del Lettori. Ma come sarà il primo Salone «orfano» della Fondazione? Sarà che ieri avevano l’aria sollevata di chi si è liberato di un fardello, ma erano in tanti a dire che sarà più sorprendente del 30°. «Di sicuro lavorerà – ha dichiarato l’ex ministro alla Cultura Massimo Bray – ancor più per la diffusione del libro e della lettura e metterà al centro i cittadini e la democrazia ». Una cosa è certa: con il ritorno di Mondadori e degli altri big al Lingotto non ci si sentirà figli di un Dio minore dell’editoria.
Fonte: La Stampa
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