Aggredito a Perugia da quattro incappucciati coi bastoni: «La violenza è dettata dalla stupidità, politica abbassi i toni»
di Enzo Beretta
«Io, antifascista accoltellato alla schiena mentre appendevo i manifesti, ho rischiato di essere ucciso»
«Ci hanno accerchiato in quattro. Coi bastoni. C’è stata una colluttazione. Quando sono scappati mi sono accorto che avevo i pantaloni imbrattati di sangue e la giacca squarciata. Mi hanno accoltellato alle gambe e alla schiena. Ho rischiato di essere ucciso». Mario Pasquino, 37 anni, stava affiggendo alcuni manifesti elettorali di Potere al Popolo insieme al cugino quando è stato aggredito martedì a Ponte Felcino, estrema periferia di Perugia, intorno alle 22.30.
Cosa è accaduto?
«In questi giorni sto dando una mano ai compagni di Potere al Popolo per fare attacchinaggio. Ieri sera ero con mio cugino quando all’improvviso siamo stati accerchiati da un gruppo di quattro persone, tutte quante incappucciate, c’è stata un’aggressione dalla quale è nata una colluttazione durata qualche minuto, fino all’arrivo di alcuni passanti che hanno fatto dileguare i nostri aggressori».
Avevano il coltello.
«Mi sono accorto di essere stato ferito. In un primo momento c’era adrenalina e concitazione e non mi ero accorto, poi però mi sono reso conto che stavo sanguinando. La gamba era piena di sangue, ho rimediato due coltellate alla coscia. Anche la giacca, dietro, era bucata, mi hanno colpito pure alla schiena. Sono stato molto fortunato perché se la lama fosse entrata a quest’ora forse non sarei qui a parlare con lei… la giacca è di un tessuto molto solido e ha attutito il fendente».
È un episodio molto grave.
«Quello che è accaduto è allucinante, faccio politica da tanti anni, ci può stare lo scontro verbale, il battibecco, quattro coltellate sono gravi. Lo ritengo un episodio dettato più che altro dalla stupidità e dall’inesperienza. Faccio politica da una vita, sono antifascista e non darei mai a nessuno una coltellata, non mi verrebbe mai neppure in mente di girare col coltello».
Palermo, Modena, Livorno, Busto Arsizio, Como, Macerata. All’elenco degli episodi violenti si aggiunge Perugia.
«Il livello dello scontro politico si sta incattivendo molto, la società sembra spaccata in due e se non si sta attenti ai toni da usare gli stupidi, appunto, possono commettere gesti incredibili. I miei aggressori erano bendati e non saprei riconoscerli, non so chi siano, potrebbero far parte di qualche formazione di estrema destra, è un’ipotesi che non si può certamente escludere. Quattro coltellate? A Perugia non ricordo nulla di simile perché è una comunità tranquilla. Ci può essere lo scontro, appunto, verbale, una scazzottata tra ventenni, ma quattro coltellate sono una cosa molto diversa e molto più grave».
Ora come ti senti?
«Dolorante, stanotte alle tre sono stato dimesso dall’ospedale. Sono consapevole del fatto che ho rischiato la vita, se i fendenti mi avessero centrato un polmone o un rene a quest’ora sarei morto. Penso anche al mio aggressore: per una cosa così violenta si va in galera…».
Tuo cugino è stato ferito?
«Lui ha riportato una contusione sulla fronte per la bastonata ricevuta. Loro, i quattro incappucciati, sono arrivati con i bastoni. Questa cosa è molto grave. Lo ripeto: credo ci sia più stupidità che delinquenza, alcuni vivono nel mito di storie passate senza rendersi conto della realtà… ancora fare i fascisti, gli squadristi fascisti… di fronte ci sono persone, esseri umani, la comunità, la collettività, bisogna abbassare i toni».
Quali sono i tuoi trascorsi politici?
«In passato ho fatto parte di Sinistra e libertà, ho sempre orbitato nella sinistra. Ora non sono iscritto ma ho sempre fatto attività politica come attacchinaggio di manifesti, mi sono sempre dato da fare durante le campagne elettorali per offrire il mio supporto. In Sel, invece, ero iscritto, ero un militante attivo nel partito. Ieri sera è accaduto qualcosa che non succedeva da tantissimo tempo, è un episodio grave, forse qualcosa di simile è accaduto negli anni Sessanta e Ottanta».
Fonte: Umbria24
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