Fondazione Molise Cultura: non disturbate il manovratore

In anteprima pubblichiamo un’intervista a Francesca Carnevale, membro del CDA della FMC. L’intervento sarà pubblicato sul prossimo numero de Il Bene Comune

Nel mese di gennaio dello scorso anno, la FMC subiva una drastica rimodulazione a seguito della Legge regionale n. 1/2017. Con una fulminea riunione di Giunta , la Regione Molise, di cui la Fondazione è diretta emanazione, aboliva la figura del Direttore Amministrativo, incarico fino a quel momento tenuto saldamente da Sandro Arco. Al suo posto il nuovo statuto prevedeva l’istituzione della figura di Consigliere Regionale per la Fondazione, incarico fiduciario e di diretta emanazione del Presidente della Regione. Tale incarico non prevedeva alcun compenso e una durata consistente nella legislatura in corso. La motivazione ufficiale di tale rivoluzione al vertice era il risparmio economico derivante da tale operazione, ma da molti venne interpretata come il siluramento per vie traverse del Direttore, figura peraltro già platealmente mal tollerata dal Presidente Frattura che, in una pubblica occasione, aveva lamentato di averlo ricevuto “in dote” dal precedente governo “scorc’e tutto”. C’era stato peraltro pure un precedente tentativo – timido o forse solo maldestro – di rimuovere Arco dal suo incarico quando, alla scadenza del suo mandato in Fondazione, invece di procedere all’assegnazione di tale ruolo ad altra figura o al rinnovo dell’incarico medesimo, veniva emanato un bando di gara  non necessario, in quanto l’incarico era di diretta attribuzione, come da statuto, del Presidente della Regione. Come risultato del bando – pilatescamente congegnato in modo da non escludere nessuno – Sandro Arco tornava trionfalmente al suo posto fino, appunto, alla modifica statutaria di cui s’è detto. Il ruolo di Consigliere Delegato veniva richiesto e ottenuto dalla Dottoressa Francesca Carnevale, dipendente UNIMOL, responsabile di ateneo per le biblioteche distaccate delle sedi di Pesche e Termoli, che abbiamo incontrato per una breve ma intensa intervista

Ci parli della sua esperienza in Fondazione.
Sono entrata nel Cda della FMC con un preciso mandato: svolgere le funzioni di responsabile operativo e gestionale della Fondazione, nonché di rappresentante legale limitatamente alle funzioni attribuite, non essendoci più il direttore amministrativo e mi sono messa immediatamente al lavoro. La situazione che ho trovato non era catastrofica, ma ho immediatamente riscontrato alcune criticità. Il personale della struttura era stato fin lì organizzato in modo eccessivamente verticistico e dunque, a mio avviso, sottoutilizzato e non adeguatamente responsabilizzato, per una struttura i cui vertici sono esterni. Per la mia esperienza, responsabilizzare il personale è una priorità per ottimizzare l’efficienza degli uffici. Pur essendo in forza notevoli professionalità e buone attitudini, ritengo che non fossero utilizzate al massimo delle loro possibilità. Riscontravo, poi, la mancanza di aggiornamento professionale degli stessi (come da contratto) non essendo mai stato posto in essere un programma di corsi finalizzato all’efficientamento delle rispettive funzioni. Erano mancati, inoltre, alcuni interventi prescritti per legge relativi alla manutenzione e certificazione degli impianti e degli stabili di pertinenza della FMC. Ho lavorato al meglio delle mie possibilità, pur con tutti i miei limiti, oltre ad occuparmi della ordinaria amministrazione….finché ho potuto.
Che significa “finchè ho potuto”? cosa è successo?
Alla fine dello scorso agosto, dopo più di un mese dall’inizio del mio incarico, l’ex direttore ha chiesto e ottenuto dalla Regione un reinserimento nella FMC, come Responsabile del coordinamento – qualunque cosa volesse significare – forse, a titolo di risarcimento per il contratto bruscamente interrotto. Naturalmente, pur non opponendomi a una situazione determinata dall’Amministrazione regionale che mi aveva dato mandato, non ho potuto fare a meno di ritenere la decisione piuttosto bizzarra, i cui effetti negativi non hanno tardato a palesarsi.
Spieghi meglio.
Si sono verificati immediati conflitti di competenza interni, ai quali però mi sono opposta in Cda, ricordando lo statuto vigente. Dopo un primo tentativo di “mettermi al mio posto” tramite una pretestuosa querelle relativa a una mia supposta incompatibilità all’incarico dovuta al mio essere dipendente di un Ente pubblico, tentativo agevolmente respinto al mittente vista l’inconfutabilità della vigente legislazione in materia di Pubblico Impiego, il Testo Unico, L. 165/2001 art. 53 e L. 190/2012 che, senza ambiguità, hanno mostrato che tale rimostranza era inconsistente, dopo aver ricevuto il pieno supporto della mia Amministrazione – l’Università del Molise – e aver presentato un parere legale incontrovertibile, il Cda (composto da Antonella Presutti e da Angelo Fratangelo, oltre che da Francesca Carnevale ndr) è passato alla sistematica riassegnazione dei miei incarichi al Responsabile del coordinamento (Sandro Arco ndr), c’è un regolamento organizzativo a testimonianza, determine consultabili on line. Un progressivo svuotamento del mio incarico allo scopo palese di tornare allo “status quo ante”. Insomma, l’eterna lezione di Tomasi di Lampedusa, il gattopardesco cambiare tutto perché non cambi nulla.
Mentre accadeva tutto questo, qual è stata la posizione della Regione, l’Ente che le aveva affidato l’incarico?
Questa è forse la parte più spiacevole della vicenda. Naturalmente la mia immediata reazione è stata quella di rivolgermi alla Regione, dopotutto la FMC è un ente in house e dunque è da essa che dipende tutto. Il risultato? Mettiamola così: un silenzio assordante. Nessuna indicazione. Neanche un “lascia stare Jack , è Chinatown…” (riferimento alla frase finale del film Chinatown con Jack Nicholson ndr)
Sarà stato frustrante….
Quello che è successo a me è sgradevole, naturalmente, ma ha poca importanza nell’economia generale delle cose; ciò che è davvero grave è il quadro generale. Questa situazione si è generata a causa dell’elefante nel negozio di cristalli che conosciamo tutti e che condiziona l’esistenza di noi molisani… L’indadeguatezza della classe dirigente è un tratto distintivo del Paese che da noi, per evidenti ragioni demografiche, assume proporzioni drammatiche. Tutto quello che è accaduto in FMC va ricondotto – direttamente e/o indirettamente – a questo.
La prende un po’ alla larga…
La FMC, come tutti gli enti sub-regionali, le partecipate, gli incarichi sono tutti pezzi di un risiko, di una “giostra degli scambi” per dirla alla Camilleri.
Piuttosto vago….
Ho già lavorato sette mesi “gratis et amore dei”; mi faccia almeno risparmiare sugli avvocati…ma sappiamo bene ciò di cui parliamo, non è vero?
Quale sarà l’epilogo della vicenda che la riguarda?
E’ storia, ormai; venerdì scorso un’altra riunione-lampo della Giunta regionale ha riportato le cose indietro, abolendo la figura del Consigliere Delegato per tornare agli antichi splendori e la mia esperienza in FMC finisce qui.
Il suo incarico sarebbe comunque decaduto a breve, perché tanta fretta?
Non deve chiederlo a me ma al Cda della FMC e alla Giunta regionale. Personalmente credo che l’incarico sia stato superato dalle decisioni prese in questi mesi e la mia presenza, come le dicevo, forse è ritenuta un ostacolo per azioni da portare a compimento “in sicurezza” e cioè prima della tornata elettorale; ma ciò resta nel campo delle ipotesi, naturalmente.
Cosa farà ora?
Mi curo, innanzitutto. Lo stress, le amarezze e si, anche gli insulti gratuiti che ho subito in questi ultimi mesi mi hanno provato, ma non smetterò di lottare per ciò in cui credo: la trasparenza, la sacralità del denaro pubblico e la responsabilità nel suo impiego, l’etica del lavoro, la pulizia e l’onestà sia in politica che nella cosa pubblica. “Vaste programme”, me ne rendo conto, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare, non trova?

….You may say i’m a dreamer , but i’m not the only one…. (John Lennon , Imagine)

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