PD, this is the end

“This is the end, of our elaborate plans, the end”

Jim Morrison

 

Se c’è un partito uscito con le ossa rotte dalle politiche dello scorso 4 marzo, questo è il Partito Democratico. Dal 40% e oltre raccolto alle ultime elezioni europee, soltanto 4 anni fa, al misero 19% ottenuto all’ultima tornata elettorale. Insomma, una vera e propria debacle.

Quello che fino a poco tempo fa era il primo partito in Italia, ora si ritrova a difendere il secondo posto tallonato dalla Lega di Salvini, una forza che non ha uno straccio di programma e che ha quadruplicato i propri voti rappresentando il fascismo del senso comune.

Un italiano su due ha votato Lega e M5S. Salvini ha fatto breccia tra i piccoli imprenditori, i commercianti e gli operai del nord Italia che chiedono maggiore protezione economica e sociale, mentre Di Maio ha capitalizzato il diffuso sentimento anti-casta e la voglia di cambiamento, facendo man bassa tra i tanti disoccupati del sud che non credono più – giustamente – in alcuna prospettiva di lavoro e che credono – cos’altro gli rimane d’altronde? – nella promessa del Movimento di redistribuire il reddito.

In Molise, grazie anche ai 5 anni di politiche lacrime e sangue del governo Frattura, la sconfitta subita dal PD è stata ancora più umiliante: 15,2%. I 5 stelle hanno fatto il botto (45%), in linea con i risultati delle altre regioni del Sud, e persino la Lega ha ottenuto quasi il 9%.

Il prossimo 22 aprile nel Molise si voterà per il Consiglio regionale. La partita si giocherà, neanche a dirlo, tra M5S e il centrodestra. Quest’ultimo, nonostante abbia sprofondato il Molise nel medioevo durante il decennio che ha preceduto l’affermazione del centrosinistra nel 2012, rischia di vincere se le dinamiche clientelari che caratterizzano di solito le elezioni locali risulteranno decisive anche questa volta. D’altra parte, il Movimento ha il vento in poppa; ogni uscita pubblica è accompagnata da bagni di folla e, recentemente, la conferenza-stampa di presentazione dei candidati alle Regionali è stata seguita in diretta facebook da 70.000 persone.

I dirigenti del PD locale, comunque, non si sono accorti di nulla.

Ieri, in una conferenza-stampa in cui spiccavano le assenze del segretario regionale Micaela Fanelli e dell’altro big Vittorino Facciolla, si è presentato, con un discorso surreale (scritto, per giunta), il candidato presidente del centrosinistra Carlo Veneziale, il quale ha esordito così: “i molisani sono stanchi della politica improvvisata a mezzo blog… e sono stanchi e arrabbiati anche con i comici… Vogliono un centrosinistra unito”.

I giornalisti presenti in sala si staranno ancora chiedendo con quali molisani abbia parlato il candidato piddino.

Per questo io mi candido – ha aggiunto in un secondo passaggio Veneziale –. Perché me lo hanno chiesto in questi giorni, Franca, la mia barista, Piero, il mio fruttivendolo, Giorgio, il mio idraulico.

Dunque, Franca, Piero e Giorgio. I suoi amici immaginari, evidentemente.

Infine, il tentativo disperato: “Il centrosinistra uscente è stato costretto a perseguire anche delle politiche rigorose di tagli: andavano fatti perché il centrodestra aveva ridotto questa regione in macerie… Ma non è con i tagli che possiamo essere vicino a chi in questi anni ha subito i marosi della crisi. Non è con i tagli che siamo di sinistra! Essere di centrosinistra significa redistribuire, aiutare in difficoltà”.

Ora anche i fedeli esecutori delle ricette della troika si scoprono “populisti”.

Ma stavolta è troppo tardi. This is the end.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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