La pietà perduta di un Molise col filo spinato
Per aver condiviso su Facebook un post del regista termolese Pierfrancesco Citriniti sul “dovere di accogliere le 629 vite a bordo della nave Aquarius.”, la direttrice del quotidiano online <Primonumero,it>, Monica Vignale, è stata fatta oggetto di indecorosi insulti.*(In calce testi, nomi e cognomi degli autori.) Tra “restare in silenzio oppure difendersi”, la Vignale ha scelto la seconda opzione e “d’ora in poi – ha scritto – i commenti che violano regole dell’educazione, della civiltà e del rispetto (e quindi violano la legge) non li cancelleremo più, ma li metteremo nelle mani dei legali.”
Alla collega Vignale, fiore all’occhiello del giornalismo molisano, esprimiamo piena solidarietà umana e professionale e condividiamo il suo amaro giudizio sulla “cattiveria d’animo che stride con la nostra storia e con la nostra religione”. Questo, infatti, è uno degli aspetti inquietanti della vicenda, nel senso che in un contesto ambientale dove ci si riconosce un po’ tutti, non ci si aspettava un così vistoso dilagare di odio sociale in antitesi con un indiscusso radicamento territoriale cattolico. Mesi fa denunciammo gli attacchi chiaramente razzisti rivolti a Mons. Bregantini dalla galoppina leghista e neo consigliera regionale Aida Romagnuolo: oggi Insulti perfino peggiori di quelli rivolti a Monica Vignale li ha ricevuti il cardinale Ravasi per lo stesso motivo. Pare insomma che l’ingiuria tramite social (a-social) conferisca una specie di franchigia civica a soggetti ignari o indifferenti di perdere il diritto alla propria rispettabilità nel momento in cui mancano di totale rispetto verso idee e sentimenti altrui.
Monica Vignale ha pubblicato i testi di alcuni post da lei ricevuti con nomi e cognomi dei mittenti. Li riportiamo qui di seguito e ricostruiamo (tra parentesi) un immaginifico identikit degli autori.
1) “Pazzesca l’informazione di questo giornaletto. Senza parole”. Inviato da Gianni Torrisi (Abbonato a Foreign Affairs, Frankfurter Allgemeine Zeitung, Washington Post e Le Monde).
2) «Presto l’informazione tornerà a essere libera. Libera da elementi che scrivono cose del genere». Inviato da Mariano Vozza (Per le “Edizioni Dietro le Sbarre” ha tradotto dal turco il saggio di Erdogan Come ho riformato la libertà di stampa).
3) «Sparatevi…anzi…salite a bordo pure voi…e…iat vinnn». Inviato da Francesco Torcisi (Chief promoter di Costa Crociere.)
4) «Cambia spacciatore, è meglio». Inviato da Erika Marinelli (tossicologa, redattrice della rivista “Drogarsi è meglio”).
5) «Ma cosa stai dicendo? Ci mancano solo loro per completare l’opera! Ma smettetela per favore! Nessuno gli ha detto di partire da casa loro! Stanno portando solo disagi e malattie». Inviato da Domenico Gallo (Socio di “Home, sweet home”, donatore di “Save the children”)
6) «Perfrance’ ma …AFDM C’ TUTT’ U’ COR’!!! Questi individui non scappano ne dalla fame, ne dalla guerra, portano malattie, stuprano, spacciano, uccidono, non vogliono lavorare, li manteniamo negli alberghi, e i disoccupati e pensionati italiani dormono per strada e frugano nei cassonetti in cerca di un paio di scarpe rotte e qualche scarto di frutta. Avete stancato con questa ignoranza travestita da buonismo, se volete aiutarli, andate in AFRICA e…R I M A N E T E C I !!!!!!!!!!!!!!!». Inviato da Flavia Soldo: (Devota di Padre Pio, Premio “Core mio” per l’opuscolo-inchiesta “Una bufala chiamata Santa Teresa di Calcutta”.)
7) «Leccaculo pagliaccio, non gli frega un cazzo». Inviato da Antonello Di Gennaro (Accademico della Crusca molisana, raffinato latinista, cui si deve il motto “Cogito ergo defeco”.)
8) «Mettete i cecchini come vedete una nave sparate a tutta carica, cosi ci pensano due volte a venire in Italia». Inviato da Giovanni Cianfagna (Da ragazzo era soprannominato Eia, eia alalà, col crescere “Heil Hitler”.)
9) Testo omesso inviato da Wu D. Kong. Ha scritto ignominie ma gli si deve riconoscere il merito di essersene vergognato al momento di mettere il suo vero nome.
Giuseppe Tabasso363 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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