Il Molise dei cammini
di Giovanni Germano
“…Sul fronte pubblico sono stati buttati fiumi di denaro per realizzare progetti annunciati come la manna dal cielo. Ad “onorarli” sempre i soliti personaggi, esperti che poi – visti i risultati – non si rivelano tali, Soloni che pensano di assicurare la svolta alla materia, almeno a parole. Per metterli alla porta basterebbe una sola osservazione: se il Molise resta drammatico (e ridicolo) fanalino di coda per presenze turistiche, non sarà il caso di cambiare completamente rotta e timonieri?
Oggi apprendiamo che è stato presentato l’ennesimo sito turistico pubblico. “Un portale innovativo” leggiamo su alcuni siti informativi che hanno riportato alla lettera un comunicato stampa (non è chiaro se qualche apostrofo mancante sia opera della fonte o della destinazione). Vedendolo, però, pur apprezzando l’impegno, non scorgiamo nulla di innovativo rispetto ai tanti (troppi) siti cugini. Non c’interessa chi l’abbia fatto, perché l’abbia fatto, quanti soldi ci siano voluti per confezionare il manicaretto. Ci permettiamo soltanto una sommessa osservazione: se a quei commoventi numeri vogliamo assicurare un po’ d’ossigeno, siamo veramente lontani dall’obiettivo. Il sito presenta “sei splendidi Cammini che percorrono in lungo e largo il Molise, tra storia, arte e cultura”. Tutto bene. Ma se in Molise nessuno porta davvero i camminatori, quanti si metteranno in marcia?…”
Il giornalista ed esperto in turismo, Roberto Colella, così commenta su fb:
“E’ triste dirlo ma purtroppo è la verità. Escluso “Cammina, Molise!”, assisto ogni giorno ad un profluvio di proposte di cammini a cominciare da quello dell’acqua così tanto pubblicizzato ma che non attrae nessun camminatore. E’ tempo di riflettere seriamente tra chi fa turismo e si impegna a portare le persone e chi alimenta il settore solo in forma propagandistica e poco concreta, spesso sfruttando qualche finanziamento senza apportare nessun plus valore al turismo molisano.”
Ringrazio Roberto, che è un attento osservatore su quanto avviene sul territorio molisano, nonché un attivo e valido promulgatore di iniziative turistiche anche legate ai cammini, per le sintetiche ed incisive osservazioni che fa sui cammini molisani. Lo ringrazio non tanto perché salva solo il “cammina, Molise!” dal profluvio di proposte (sic!) nel panorama molisano, ma perché ha centrato il problema. È vero, è arrivato il momento di riflettere ed è arrivato il momento di decidere.
“Cammina, Molise! che la strada è lunga”, questa la frase imperativa inserita nella nuvoletta della caricatura, che raffigurava un malridotto ed accasciato Molise mentre era impegnato a guardare smarrito un impervio itinerario su di una tabella. Era la caricatura disegnata per il primo manifesto del “cammina, Molise!” nel lontano 1995; la stessa caricatura è stata per anni il logo della manifestazione. Niente di più profetico. Sono passati ben 24 anni, ma il Molise ancora non riesce a muoversi, ancora non riesce ad alzarsi e mettersi a camminare.
Che fare? Cosa fare di più per stimolare i muscoli e i nervi nelle gambe, il senno nella testa e la passione nel cuore? Il Molise non si muove e quindi non cammina, perché non sa che strada prendere. Scomparsa la civiltà contadina, fallite miseramente le aspirazioni industriali, entrato drasticamente in crisi l’impiego pubblico, che per decenni ha foraggiato il 60% delle famiglie molisane, nessuna altra via è stata immaginata e quindi percorsa per tentare di rivitalizzare economia, cultura, socialità e demografia della nostra marginale e piccola regione.
Una grossa responsabilità delle istituzioni politiche ed economiche locali, che, seppure in qualche modo giustificata dalle crisi di sistema nazionali ed internazionali, ha prodotto una situazione di arretramento produttivo, una assuefazione intellettuale ed un abbandono del territorio che non hanno precedenti nella pur breve storia del Molise. La vera ricchezza del Molise è costituita dal patrimonio storico, culturale, ambientale ed enogastronomico dei suoi borghi e del territorio delle aree interne.
Dal basso, come l’A.C. La Terra, così tante altre Associazioni presenti sul territorio, le Pro Loco, tanti Sindaci, in particolare quelli che resistono caparbiamente dentro le trincee dei loro paesi, e tante singole energie preziose ed appassionate hanno capito da tempo che le aree interne, con le loro ricchezze, possono rappresentare il fulcro di una possibile ripresa dell’intera Regione.
Financo il governo nazionale, negli ultimi anni, ha dato delle dritte, proclamando il 2016 “Anno dei Cammini”, il 2017 “Anno dei Borghi” e il 2018 “Anno del cibo italiano nel mondo”. E’ incredibile, ma sembra proprio che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo abbia sintetizzato nelle Direttive del triennio 2016-2018 tutta l’esperienza ultraventennale di “cammina, Molise!”. L’esperienza di “cammina, Molise!” ha maturato negli anni proposte che l’Associazione Culturale La Terra ha rielaborato nel progetto “Molise,Terra di Cammini”.
In tutti questi anni, mentre in altre regioni il turismo basato sui cammini andava avanti supportato da leggi adeguate, nel nostro Molise, a livello istituzionale, sia politico che economico, nessuno ha mai preso in seria considerazione il nostro progetto. Anzi siamo stati puntualmente ignorati, anche nelle occasioni importanti come quella legata alla formulazione di un progetto da inserire nell’Atlante Nazionale dei Cammini. Abbiamo chiesto una legge sulla sentierisca, ma sembra che qui stiamo su Marte, non si riesce a capire cosa possa servire una legge del genere. Nessun coinvolgimento, nessuna “tavola rotonda”, come la chiamano loro (seppur spesso promessa), ma semplicemente nessuna telefonata. Da nessuno! Questo è il Molise!
Siamo riusciti anche a portare per quattro anni consecutivi il “cammina, Molise!” in Argentina tra le tante nostre Associazioni Molisane, avendo capito l’importanza ai fini turistici del potenziale all’estero di un turismo di ritorno. Niente di niente, nemmeno un saluto da portare ai nostri emigranti. Una vergogna! Da anni abbiamo coltivato amicizie e rapporti di collaborazione con tanti operatori turistici e culturali sull’intero territorio nazionale, al loro stupore sull’immobilità di questa Regione non sappiamo più cosa rispondere.
Ad ogni anno passato, ho pensato sempre “ormai è tardi, è inutile andare avanti!”, ma ancora stiamo qui a dannarci, a sbattere la testa contro un muro di gomma. Questa benedetta passione che ancora ci guida! Ma le gambe sento che incominciano a vacillare. Avremo ancora tempo per metterci seriamente insieme, in sana sinergia, tutti quanti e riflettere seriamente non solo sui cammini ma su cosa programmare per evitare la fine, ormai prossima, dei nostri borghi.
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