Impatto temporaneo, effetti ambientali duraturi
di Francesco Manfredi-Selvaggi
È ciò che succede nelle località turistiche con frequenza solo stagionale, ma con conseguenze sull’ecosistema permanenti.
L’organizzazione di una lottizzazione turistica presenta problematiche differenti, di certo, da quella di una lottizzazione per residenze stabili. Parlare di lottizzazione turistica, comunque, appare generico perché occorre distinguere almeno tra lottizzazione per turismo invernale e quella per turismo estivo. Si è detto di organizzazione, ma qui non affrontiamo tutte le tematiche ad essa connessa ed i problemi che deve risolvere limitandoci a guardare gli aspetti ambientali e, peraltro, non tutti. Cominciamo dalla questione cruciale dei rifiuti, cruciale ovunque e tanto più in un’area turistica il cui motivo d’attrazione è proprio la qualità ambientale la quale potrebbe essere compromessa da una gestione poco accorta della raccolta dei rifiuti.
L’abbandono dell’immondizia ha conseguenze negative sulla fauna selvatica e sulla natura in generale: la costa, una delle aree a maggior vocazione turistica della regione, è di grande valenza naturalistica con al suo interno diversi Siti di Interesse Comunitario. La specificità di un insediamento turistico in riguardo ai rifiuti è che non è immaginabile il compostaggio domestico per smaltire la frazione organica a causa della fluttuazione della popolazione e neanche è proponibile per i ristoranti che, pur numerosi, lavorano solo in una stagione (essi, non solo per evitare lo spreco potrebbero, però, offrire il cibo non consumato alle persone bisognose).
Rimangono la carta, il cartone e il vetro la raccolta dei quali se altrove è ormai collaudata qui si scontra con l’avvicendarsi delle famiglie nel medesimo appartamento durante la stagione estiva con il conseguente passaggio di consegna della chiave per l’apertura del cassonetto della differenziata (è l’individuazione sicura dell’utente che, responsabilizzandolo, garantisce la qualità del prodotto conferito). L’integrità delle condizioni ecologiche è favorita da una mobilità sostenibile che nelle località di villeggiatura è praticabile appieno perché i tragitti giornalieri sono di breve lunghezza e il muoversi in bicicletta o a piedi, essendo luoghi ameni, è attraente, specialmente se i percorsi (si pensi allo jogging) sono integrati nelle fasce a verde.
A tale proposito è da evidenziare che il classico dilemma se la bici deve viaggiare sulla stessa strada della macchina o in una corsia ad essa affiancata è superata dal fatto che le 2 ruote è meglio che abbiano una pista autonoma, appunto, una pista ciclabile lontana dalla strada carrabile per evitare al ciclista di dover respirare i gas di scarico. Lungo le arterie automobilistiche è opportuno piantumare siepi quali barriere artificiali sia per contrastare le emissioni gassose sia per abbattere il rumore utilizzando specie fonoassorbenti.
Altra accortezza è quella di utilizzare canalette filtranti ai lati della sede viaria e di predisporre parcheggi drenanti. Ci si rende conto che è difficile garantire la manutenzione del verde in zone abitate per periodi di tempo limitati eppure il verde è essenziale in zone come quella litoranea dove si registrano nei mesi estivi elevate temperature. Infatti attraverso l’ombreggiamento si riesce a limitare il calore nelle abitazioni e a ciò contribuisce pure l’evotraspirazione delle piante; il risultato è che si riduce il bisogno di aria condizionata e, di conseguenza, le emissioni nocive in atmosfera oltre che si ottiene un risparmio sui costi dell’elettricità.
Tra le tipologie di verde c’è pure quella dei tetti giardino, una sorta di cappello della casa che aiuta a mantenere il confort interno immagazzinando il calore durante il giorno per restituirlo la notte. A rendere efficiente energeticamente un edificio è anche l’orientamento delle facciate per favorire il soleggiamento e, a questo scopo, è opportuno contenere le densità volumetriche per fare in modo che non si abbiano ombre portate le quali possono essere determinate anche da corpi edilizi del medesimo fabbricato non allineati fra loro. Per impedire che non inselvatichiscano occorre avere cura delle superfici a verde nel corso dell’intera annata, rispettando, ad ogni modo, alcune regole di “sostenibilità” a partire dall’innaffiare il giardino solamente in certi periodi o in certi giorni per contenere il consumo d’acqua (nuove tecniche di irrigazione prevedono l’installazione di un sensore della pioggia per assicurarsi che la pompa automatica erogatrice dell’acqua si spenga quando inizia a piovere).
Irrigare, fertilizzare, potare,ecc. le piante e il prato comporta, è evidente, una spesa consistente. Bisogna avere accortezza a scegliere essenze resistenti alla siccità, capaci quindi, di sopravvivere anche nelle stagioni secche, adatte alla nostra regione climatica, per cui sono preferibili quelle, per così dire, native del sito. Ci sono, poi, le serre che consentono la coltivazione di specie più sensibili ai cambiamenti del clima le quali possono costituire un arricchimento degli spazi per il tempo libero (non, purtroppo, per la pratica dell’orticoltuta dato che le ferie da godere sono sempre troppo corte!).
Il verde ha molteplici valenze, da quelle estetiche, dunque quale elemento ornamentale, da quelle di spazio per la ricreazione e il riposo, fino a quella di habit, in particolare per la microfauna alla quale vanno assicurati insieme alle cosiddette zone-rifugio i corridoi ecologici, ad esempio le cortine vegetali che delimitano i lotti delle costruzioni private. Per incrementare la biodiversità si auspica la realizzazione di pozze d’acqua delle zone umide seppur minime. Il wildlife lo si salvaguardia anche restaurando nicchie ecologiche danneggiate, si pensi alle dune.
Si è fatto cenno alle zone umide importanti non solamente per la diversità ecologica, ma pure in quanto possono servire per immagazzinare l’acqua piovana e possono costituire un filtro naturale che depura le acque “grigie”. Quello del contenere i flussi idrici è un’esigenza prioritaria per ambiti di pianura come quegli basso molisani tendenzialmente soggetti ad inondazione; il regime idraulico è stato artificializzato dall’urbanizzazione turistica (in verità pure i canali di bonifica che sono stati tombati per edificare i residences sono elementi artificiali) e ciò espone a rischio allagamenti i locali terranei non avendo l’acqua possibilità di defluire altrove.
L’approccio convenzionale è quello di allontanare in maniera rapida le acque, esondate o meteoriche, dall’abitato, mentre la logica che si va affermando è quella di rallentare il deflusso aumentando la permeabilità del suolo. Parte degli accorgimenti di mitigazione dell’impatto ambientale è possibile inserirli all’interno delle disposizioni urbanistiche, al contrario di altri che riguardano temi gestionali da tenere in conto nel management del complesso turistico. Per quanto riguarda la prima questione del regolamento edilizio occorre che vi sia una specifica attenzione al contenimento dei consumi energetici imponendo ad esempio l’isolamento delle finestre e per quanto riguarda la seconda effettuare, ad esempio la sostituzione delle lampadine dell’illuminazione urbana.
Francesco Manfredi Selvaggi633 Posts
Nato a Boiano (CB) nel 1956. Ha conseguito la Maturità Classica a Campobasso e poi la laurea in Architettura a Napoli nel 1980. Presso la medesima Università ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Storia dell’Arte Medievale e Moderna e il Diploma di Perfezionamento in Restauro dei Monumenti. È abilitato all’esercizio della professione di Architetto e all’insegnamento di Storia dell’Arte nei licei e Educazione Tecnica nelle scuole medie. Dal 1997 è Dirigente, con l’attribuzione di responsabilità nei servizi Beni Ambientali (19 anni), Protezione Civile, Urbanistica, Sismica, Ambiente. Ha avuto un ruolo attivo in associazioni ambientaliste quali Legambiente Molise, Italia Nostra sezione di Campobasso e Club Alpino Italiano Delegazione del Molise. Ha insegnato all’Università della Terza Età del Molise ed è stato membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Campobasso, occupandosi all’interno dello stesso del progetto di Archivio dell’Architettura Contemporanea. È Giornalista Pubblicista e autore di articoli, saggi e del volume La Formazione Urbanistica di Campobasso. Le ultime pubblicazioni sono: «Le Politiche Ambientali nel Molise» (2011) e «Problemi di tutela ambientale in Molise» del 2014.
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