L’invito del Papa: serve un «turismo lento», solidale e non consumista

di Filippo Rizzi

Francesco ha ricevuto il Centro turistico giovanile nel 70esimo della sua fondazione

Il «turismo lento» è l’opposto di quello «di massa», perché «promuove la qualità e l’esperienza, la solidarietà e la sostenibilità». È l’augurio che Francesco ha rivolto ai membri del Centro turistico giovanile a 70 anni dalla fondazione. Papa Bergoglio ha ricevuto ieri in Aula Paolo VI, oltre 1000 tra dirigenti e soci, guidati dall’attuale presidente nazionale Fabio Salandini, lodando subito nel suo discorso, la fantasia delle iniziative promosse da questa istituzione. Essere cattolici, ha ribadito , «non significa essere chiusi dentro a un recinto, ma al contrario aperti al mondo».

Un’associazione fondata nel 1949 fa da un gruppo di ragazzi dell’Azione cattolica insieme a Carlo Carretto (allora primo presidente della Giac, Gioventù italiana di Azione cattolica) si ispirò, ha ricordato Bergoglio, «a una visione integrale della persona umana». Un’ispirazione promossa proprio da un gruppo di giovani che in viaggio con Carretto sul treno che li portava a Ginevra, ebbero l’idea di fondare il Centro turistico giovanile. «La vostra – ha proseguito il Vescovo di Roma– promuove il turismo: un turismo non ispirato ai canoni del consumismo o desideroso solo di accumulare esperienze, ma in grado di favorire l’incontro tra le persone e il territorio, e di far crescere nella conoscenza e nel rispetto reciproco».

E ha proseguito: «Se visito una città è importante che non solo ne conosca i monumenti, ma anche che mi renda conto di quale storia ha dietro di sé, di come i suoi cittadini vivono, di quali sfide cercano di affrontare. Se salgo su una montagna, oltre a mantenermi nei limiti che la natura mi impone, dovrò rispettarla ammirandone la bellezza e tutelandone l’ambiente, creando così come un legame con gli elementi naturali fatto di conoscenza, riconoscenza e valorizzazione».

E in riferimento all’immagine di successo ti un “turismo lento” il Pontefice ha voluto ricordare questo particolare: «Come mascotte di questo turismo attento e costruttivo avete scelto una tartaruga, raffigurata sulla tessera associativa di quest’anno, che con la sua calma determinata ci insegna che la lentezza – se non è frutto di pigrizia – genera attenzione ai luoghi e alle persone, fedeltà alla terra e dedizione ad essa». Un invito e uno sprone quello del Pontefice ai membri a vivere secondo uno stile capace di «animare il tempo libero in modo gioioso e gratuito».

Molti giovani, ha notato ancora il Papa, «invece che desiderosi di costruire il futuro, si sentono purtroppo disillusi e demotivati. Forse a causa del pessimismo che li circonda, non osano volare in alto, ma si accontentano di sopravvivere o di vivacchiare. È brutto questo, quando un giovane – ha detto Bergoglio – vivacchia e non vive, è già “in pensione”, ed è brutto che un giovane sia in pensione!».

La Chiesa, ha spiegato ancora Francesco, «vi guarda con riconoscenza e speranza, e vi invita a professare sempre con fierezza la vostra cattolicità: essere cattolici non significa essere chiusi dentro a un recinto, ma al contrario aperti al mondo, desiderosi di incontrare perché intenzionati a vivere “secondo il tutto” e per il bene di tutti». Da qui l’esortazione finale a tutti i presenti in Aula Paolo VI a vivere con «rendimento di grazie» e «spirito di preghiera» nell’esempio del fondatore Carlo Carretto la gioia per questo anniversario.

Fonte: Avvenire

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