Taccuino/ Il bello delle elezioni comunali
Le ultime convulse fasi per la conquista del Comune di Campobasso, offrono casi e spunti divertenti e istruttivi che fareste male a perdervi o a seguire con noia e distacco.
Chiuse le candidature di Gravina per i 5 stelle, di Battista per la sinistra e tramontata quella di Tramontano, nel centro destra è in corso un aspro match collettivo sul nome di un competitor diverso sa quello uscito da un certo “Patto di Arcore”. E così assistiamo a un gran luna park, con tanto di autoscontro.
Dal mio taccuino ho pescato, ad esempio, una nota ideata, redatta e disinvoltamente controfirmata da Angelo Santoro (“Campobasso del Futuro”), Massimo Trivisonno (“Campobasso al centro”), Erica Palmisciano (“Popolo per la Famiglia”) e Lorenzo Cancellario (“Democrazia Popolare”) per essere inviata a Donato Toma, oltre che alle redazioni dei giornali, allo scopo di pretendere dal king maker berlusconiano un loro diretto coinvolgimento nella scelta di chi candidare per Palazzo San Giorgio.
Ve ne sottopongo il temerario testo: “L’esigenza di prender parte a un incontro così importante nasce dalla necessità democratica di far prender parte ai cittadini, che si sono messi a disposizione per far parte della contesa elettorale, a una decisione così importante, rendendo tutti protagonisti e consapevoli delle strategie per far tornare a vivere la città di Campobasso”.
Ora si può anche capire che la voglia di “far parte” sia giusta e impellente in chi si batte per il Futuro, per il Centro, per la Famiglia, per la Democrazia Popolare e addirittura per “far tornare a vivere Campobasso”, ma per i loro potenziali elettori sarebbe davvero più rassicurante sapere che il rito dell’abracadabra per far “tornare a vivere la città di Campobasso” fosse officiato da sacerdoti che in passato abbiano fatto parte di qualche gruppo di studio sull’uso della lingua madre.
Giuseppe Tabasso367 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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