“Il Castello di Carta” a Termoli
di Stefano Giuliani Dirigente Scolastico
Il Laboratorio “Il Castello di Carta”, curato da uno dei nomi più promettenti del panorama artistico italiano, rientra nelle attività di Alternanza Scuola Lavoro svolte dalle Classi Terze nel corrente anno scolastico. L’obiettivo è quello di comunicare ai ragazzi in maniera pratica, più che teorica, il percorso progettuale di costruzione di una installazione e di come si possano creare elementi di grande impatto visivo anche con materiali poveri e disponibili a tutti, come la carta, e con strumenti semplici come forbici e cutter.
La tecnica dell’artista (papercut) fonde una pratica meticolosa, come quella dell’intaglio, con i luoghi e l’immaginario contemporaneo. Protagonista di eventi al confine tra l’underground e la sperimentazione, Matteo Capobianco alias Ufocinque, originario del Piemonte, ha risposto all’invito del Liceo Artistico di Termoli, portando il suo mondo fatto di fragile carta e ferma volontà. Matteo Capobianco, per realizzare le sue opere, usa strumenti semplici come la matita, la carta e il taglierino. Il supporto dei suoi lavori non è necessariamente il muro, anzi ama distaccarsene per dare vita a veri e propri ambienti di carta, che hanno bisogno di tutta l’evanescenza dell’aria per esprimersi al meglio. Che siano foreste, alberi, architetture o addirittura vestiti, le installazioni di Ufocinque non sono fatte per durare, ma per reagire alle azioni di chi le attraversa.
Con gli studenti del Liceo Artistico ha progettato e realizzato un’installazione composta da diciotto pannelli speculari di carta bianca intagliata, posizionati nell’ambiente centrale del Castello Svevo di Termoli, per formare un percorso interattivo immaginario e fluttuante. I pannelli intagliati, che interpretano i disegni, i progetti e le opere di Leonardo da Vinci, inducono il visitatore a partecipare alla vita stessa dell’opera che al suo attraversamento, con il movimento dell’aria, rende dinamica e vibrante la sua forma essenziale: come se il castello fosse abitato da fantasmi buoni che richiamano alla mente la genialità di Leonardo. Per concludere, ringrazio tutti gli artefici del laboratorio che hanno contribuito alla realizzazione di questa affascinate operazione artistica, perché dà modo alla nostra città di inserirsi concretamente nelle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo e offre una possibilità di rilettura del suo genio.
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