In attesa che arrivi l’acqua a Larino…

Ma come si poteva pensare che l’allaccio all’Acquedotto Centrale, quello del Matese, avrebbe risolto l’atavico problema dell’acqua per il basso Molise? Eppure così sembrava. Molise Acque, unitamente ai sindaci bassomolisani, qualche tempo fa lo ha annunciato in pompa magna e i cittadini molisani ci hanno creduto. Ma si sa, la nostra regione è famosa per i colpi di scena e così anche per questa bella favola non è stato scritto il lieto fine. Ripercorrendo un po’ le tappe, per alcuni giorni, sempre per il famoso “miracolo del Matese”, l’acqua è mancata in molti comuni per consentire i lavori di allaccio. All’improvviso però, dopo alcuni giorni dall’erogazione del servizio , i rubinetti sono rimasti nuovamente a secco e proprio nel bel mezzo di una straordinaria ondata di calore. Perché in Molise le cose o si fanno in maniera estrema o niente. I cittadini bassomolisani, allora, hanno iniziato quasi timidamente a chiedere spiegazioni.

Così, sono cominciati i consueti rimpalli di responsabilità e, alla fine, dopo varie insistenze e qualche parolaccia via social, i sindaci hanno fatto sapere che l’emergenza idrica tuttora in corso, come riferito da Molise Acque, è da attribuire alla rottura di una pompa. Ora, tra le tante scuse partorite per altri problemi dai nostri amministratori di ogni grado e livello, questa ha deluso e non poco i molisani, da sempre abituati a spiegazioni più estrose. Ma chi può credere che la rottura di una pompa possa causare un’emergenza di tale portata? La vera motivazione sarebbe forse un’ammissione di incompetenza? Sono stati fatti tutti i controlli necessari durante i lavori per l’allaccio all’Acquedotto Centrale? Il dubbio sorge perché risulta strano che a un passo dalla risoluzione del problema, si sprofondi nell’abisso. Per quanto riguarda, invece, il comportamento dei sindaci delle zone interessate dalla crisi, qualcuno ha fatto la voce grossa con la Regione, qualcuno è rimasto in poltrona, forte del “telecontrollo dei serbatoi”, che, forse, ha scambiato con il “teletrasporto”.

A Larino, per esempio, l’Amministrazione, molto social, ha comunicato con i cittadini tramite messaggi whatsapp; una raffica di notizie generiche riportanti orari che non sono quasi mai corrisposti alla realtà. Unica certezza: flusso idrico ridotto o inesistente, situazioni di grave disagio e disorientamento dei cittadini. Non serve scrivere polemiche catilinarie atte solo alla difesa del proprio operato. Ai cittadini non importa sapere di chi è la colpa del disagio, vogliono solo vedere riconosciuti i propri diritti, quelli, ripetiamolo, costituzionalmente sanciti, e l’acqua è uno di questi. Ogni Primo Cittadino dovrebbe battersi per difendere la comunità che lo ha chiamato ad amministrare. C’è bisogno di azioni concrete, anche di forza, se necessarie! Ma diciamo la verità: sull’acqua molte cose, anche legate al passato, non sono chiare.

Chissà perché il fiume Biferno, che prima aveva una notevole portata, negli anni si è ridotto a un poetico Rio Bo. Dove è andata a finire la nostra acqua? Colpa del clima che sta mutando? Un po’ generalista come scusa. Ormai, quella che ha preso “altre vie” non può tornare indietro, ma quella che ancora c’è non dovrebbe essere sprecata a causa di una infrastruttura fatiscente e obsoleta. Il Basso Molise in questi giorni sembra una zona in stato di guerra se si pensa alle autobotti della Protezione Civile per l’approvvigionamento dell’acqua nei vari comuni in crisi. Però, c’è da sottolineare una certa coerenza ravvisabile in tutti i campi: fino a poco tempo fa si parlava dell’intervento dei medici dell’esercito per tamponare la grave situazione della sanità molisana. Insomma, non ci facciamo proprio “mancare” niente!

Anna Maria Di Pietro90 Posts

Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.

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