Il Molise che sparisce/Cari politici, fate bei sogni
A Termoli, Molise, regione col più basso tasso di crescita d’Italia, dove nel 2108 i residenti sono passati da 308.493 a 305.617 (come perdere un paese di circa 3mila abitanti l’anno), una donna alla sua quarta gravidanza meritevole d’essere seguita, coccolata e assistita come una Meghan d’Inghilterra, era l’ultima ospite di un Punto Nascita sottoposto a decreto di chiusura. In un Paese senza figli, e quindi senza futuro è un paradosso, anche simbolicamente, atroce e insopportabile.
A questo punto al cittadino interessa solo sapere se qualcuno ha qualche progetto, qualche iniziativa, qualche idea seria su come affrontare questo problema dei problemi per una regione sotto ghigliottina demografica. Sotto un’emergenza drammatica che non è quella dell’immigrazione, ma della sopravvivenza di un popolo. Perché è la demografia a segnare la fine delle civiltà e non basteranno nemmeno i barconi a fermarla.
Insomma: cosa pensa di fare la classe politica, a prescindere dai Punti Nascite? Ha un piano, una vaga ipotesi di lavoro? Si pensa di piazzare un’autoambulanza pronta sotto ogni casa di imminente partoriente? Di fare come in Olanda dove si può partorire anche in casa propria con medici e attrezzature a domicilio? Si vogliono decuplicare i bonus bebé? Inventarsi ricchi premi matrimoniali? Affitti gratuiti a coppie “in attesa”? Si punta magari a un Molise paradiso infantile dotato di scuole Montessori e di strutture tipo “Reggiochildren”? Oppure rimarrà l’ultima spiaggia di falsificare i prodotti anticoncezionali affinché qualcuno un giorno potrà salire sulla teleferica Campobasso Centro-Castello Monforte?
Oggi la preoccupazione centrale della politica molisana è “il destino di Mazzuto” non il destino dei giovani che vanno via e delle culle vuote. Intanto tutto ci ammonisce di essere in forte ritardo e che rimane davvero poco tempo per mettere futuro e priorità nelle decisioni della politica. Altro che chiusura di Punti Nascite! Presto dovremo solo preparaci a come spegnere la luce di un borgo all’anno. Amen.
Giuseppe Tabasso367 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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