Appunti d’estate (3)/ Cosa leggono (se leggono) i politici in vacanza?
Si dice che “un libro ti salva la vita”, eppure noi italiani, così bisognosi di salvezza, leggiamo poco. Un po’ di più d’estate e quindi i giornali si prodigano in consigli di letture “sotto l’ombrellone”. Le scelte librarie sono le più varie e le classifiche ci dicono quali sono, peccato però che non possano rivelarci quelle preferite da chi si occupa di politica.
Ho appreso ad esempio che la cancelliera tedesca Angela Merkel si è portato in Alto Adige un libro dello storico letterario Stephen Greenblatt dal titolo “Il Tiranno. Shakespeare e l’arte di rovesciare i dittatori”.
Una perfetta scelta da statista. Ma che cosa leggono, se mai leggono, tutti gli altri? Escludiamo pure Trump, mai avvistato in un bookshop, e ovviamente Salvini, che deluderebbe i suoi fan facendosi sorprendere con un libro in mano (“noi – disse una volta – siamo quelli che leggono un libro in meno, però lo capiscono”).
Però la formazione e le letture di chi si candida a reggere le sorti di una comunità rivelerebbe molto di più di curriculum prodotto in proprio. I libri sono infatti delatori di gusti, tendenze, passioni, competenze ecc.
Mettiamo per ipotesi che, sotto elezioni, i candidati fossero obbligati per legge a elencare, previa accettazione di controlli a sorpresa, i titoli dei volumi detenuti in casa: ne vedremmo davvero delle belle. Tutta una corsa ad acquistare, tramite parenti, libri e scaffali e ad epurare manuali di cucina, romanzi rosa, Mein Kampf o classici della pornografia per sostituirli con Rapporti Svimez, biografie di Cavour, Cuoco e Padre Pio, Quaderni del carcere, Premi Strega, Giannubilo, Tassinari, Jovine e perfino Masciotta.
Dunque consiglio i miei cari giovani colleghi di indagare se i dirigenti politici di questa regione hanno messo nel trolley dei libri e quali per un ferragosto all’insegna di riposo e cultura. Ma di non fidarsi troppo e di chiedere controprove, perché quelli sono capaci di affermare che durante l’anno leggono talmente tanto che a ferragosto libri miei non vi conosco.
*Postilla – Per sua stessa confessione Aida Romagnuolo legge da una vita compulsivamente (e inutilmente) solo libri di Oriana Fallaci, ignorando che, con le sue micidiali interviste, la celebre giornalista avrebbe fatto a pezzi personaggi come Salvini e Savoini. Tenendo poi conto che la povera Aida non è guarita dalla grave sindrome di suprematismo bianco, a Ferragosto potrebbe giovarle leggere non dico Beloved (Amatissima) della Premio Nobel Toni Morrison, ma almeno La capanna dello zio Tom.
Giuseppe Tabasso362 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
1 Comment
Micaela Fanelli
24 Agosto 2019 at 9:34Caro Giuseppe, il giallo dell’estate (e non per il colore dei pentastellati) è sicuramente la vicenda politica nazionale, ricca di colpi di scena come non mai. Ha sostituito la lettura canonica per me sacra al caldo, quella appunto ricca di intrighi e di assassini da scoprire. In riva al mare, la migliore! De Giovanni con Ricciardi, nell’alba desolante di morti e nascite, per fare un esempio commerciale. Ma un amico di Campobasso che d’estate ha la bancarella dei libri usati a Termoli, mi suggerisce cose migliori. E un giallo sulla mafia delle carni, scritto da un giovane molisano con al centro l’utopia di un candidato alle elezioni regionali mi ha scosso, mentre ho comprato e nn avviato ancora Gianubilo. Cosi come non ho ancora avviato l’acquisto di Matera, dove ho trascorso qualche splendida giornata nel color miele dei sassi e del sole. Cosa? Tentata dal mattone di tutte le opere di Scotellaro, ho preso il meno impegnativo ‘l’uva puttanella e condatini del sud’. Due regioni simili nn solo perché i bambini (e nn solo!) nelle interrogazioni spostano puntualmente Campobasso in Basilicata, ma per i tratti sofferti delle popolazioni. Loro però hanno trovato alcuni bandoli di riscatto e noi ancora no. Per fortuna, il petrolio, per intelligenza il petrolio del 2000: il turismo, soprattutto esperienziale. Letto l’intelligente ‘la crepa’ (lo suggerisco ai furbi) per Feltrinelli e sempre per la stessa casa, nell’economia, mi accingo a un furto. A mia mamma per il compleanno non ho regalato fiori, ma ‘donne che comprano fiori'(Vanesss Monftfort) e gliel’ho già rubato! “Ci sono donne che comprano fiori, e altre che nn li comprano. Questo è quanto”. Poi spiega meglio l’autrice, e così concludo una veloce carrellata di letture di questi giorni, cinque donne comprano all’inizio fiori per gli altri. Poi cambiano. Alla conquista dell’indipendenza. E le buone letture contribuiscono a raggiungerla. Forse.