Governo Conte 2
di Michele Barone (Uniti per la Costituzione)
Al termine di questa folle estate si è presentata un’occasione, che fino a poche settimane fa era inimmaginabile. L’occasione è che si cominci un lavoro che conduca ad archiviare un’estenuante stagione di insopportabile propaganda sulla pelle delle persone: dei lavoratori, la cui rabbia, giustificata, è stata sfruttata da chi voleva il loro consenso per approvare misure contro di loro, come la flat tax (che toglie ai poveri per dare ai ricchi); dei migranti, che, per i fallimenti della politica, vengono abbandonati su imbarcazioni fatiscenti, che innumerevoli volte ne causano la morte, per poi essere perseguitati, quando riescono a salvarsi, dal Governo italiano che, abusando della propria autorità pubblica, ne ha vigliaccamente, in ogni modo ostacolato il salvataggio; dei meridionali, che già in una condizione di profonda diseguaglianza rispetto ai concittadini settentrionali (chi nasce in Lombardia non ha gli stessi diritti di chi nasce in Molise), sono sotto la minaccia di riforme che tolgono ulteriori risorse al sud per darle a Nord, dividendo ancor di più il Paese e dunque danneggiandolo tutto.
Sono solo tre esempi di bersagli contro i quali si sono scagliate la propaganda e l’azione del Governo uscente, creando nel Paese un clima di intolleranza, di odio verso gli altri. Oggi, uscita dal Governo la Lega, il principale partito responsabile di questo stato di cose contro cui ci siamo fortemente scagliati, si presenta l’occasione di voltare finalmente pagina. Per noi questo significa attuare la nostra splendida Costituzione, troppo spesso trascurata e disattesa nella storia della Repubblica. Significa, quindi, mettere al centro della politica la persona umana e la sua dignità sociale, come recita l’art. 3 della Costituzione: cure e istruzione di qualità aperte a tutti, diritto al lavoro dignitoso e all’assistenza in caso di bisogno, diritto di asilo quando nel paese di provenienza sia impedito l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana (art. 10).
Significa mettere al centro della politica il rispetto delle Istituzioni e della Costituzione: entrambe rappresentano il patrimonio comune irrinunciabile di tutti gli italiani e tutelarle è una delle principali sfide culturali del nostro tempo. Inaccettabile, ad esempio, è il parlare di “poltrone” riferendosi alle cariche istituzionali. Chi lo fa, non ha idea di che cosa veramente siano. Infatti, recita l’art. 54, “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”: altro che poltrone, sono luoghi di servizio e di responsabilità, che i cittadini devono pretendere rimangano tali, allontanando quanti ne fanno un uso personalistico e spregiudicato!
Allo stesso modo, coloro che propongono di modificare la Costituzione, in qualsiasi sua parte, hanno il dovere di farlo solo ed esclusivamente per ampliare gli spazi già molto estesi di democrazia dalla stessa garantiti, mai al fine di soddisfare esigenze propagandistiche che portano in sé il disprezzo per le Istituzioni. Il corso degli eventi, insomma, ci ha presentato l’occasione di fare quel che dovrebbe essere normale ma che, purtroppo, nel nostro Paese, sembra ultimamente qualcosa di “straordinario”: rimettere le cose al proprio posto, riportare la sobrietà e la disciplina necessarie nella vita pubblica affinché possano essere garantite allo stesso tempo la pacificazione della società e la giustizia sociale.
Le cause che hanno provocato la genesi di questa smodata gestione della res publica sono molteplici, e certamente coinvolgono i tragici errori delle forze politiche “tradizionali” che si trovano ancora oggi ad operare, e che a nostro avviso hanno spalancato la strada allo stato di cose brevemente descritto, che è sotto gli occhi di tutti. L’occasione è che le forze “vecchie” e quelle “nuove”, facendo ammenda dei rispettivi errori e affrontando con chiarezza e coraggio le proprie contraddizioni, aprano progressivamente, ma con sollecitudine, una stagione di forte discontinuità rispetto al recente e pericoloso passato, innescando un circolo virtuoso che, partendo da un “risanamento reciproco”, conduca a quello della società italiana nel suo complesso.
La sfida è gravosa, il percorso lungo, impervio e irto di pericoli: non bastano le forze politiche a portarlo a termine. Come ogni occasione, infatti, questa può essere facilmente persa e allora serve la vigilanza e la partecipazione attiva, a questo processo di riscatto culturale, di tutti i cittadini che l’hanno a cuore. Uniti per la Costituzione svolgerà, al massimo delle proprie forze, anche attraverso iniziative pubbliche e un rapporto dialettico con i rappresentanti istituzionali, la funzione di controllo della correttezza di questo percorso, che ci auguriamo sia già cominciato, partendo dal territorio molisano e in collaborazione con tutte le associazioni, nazionali e locali, impegnate nella difesa e attuazione della Costituzione (prima fra tutte il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, a cui Uniti per la Costituzione aderisce).
0 Comments