Modelli teorici sull’integrazione sociale dei migranti: l’approccio anglosassone

Le politiche sociali rappresentano uno strumento di integrazione finalizzato a ridimensionare i fenomeni di povertà e di emarginazione che segnano in modo negativo un determinato contesto socio-culturale, dove in esso vanno rilevati, grazie alla ricerca sociologica (Lentini 2000), gruppi e classi sociali che necessitano di assistenza da parte delle istituzioni per vivere in modo dignitoso. Naturalmente il tipo di strutture e di servizi attivati per questo scopo cambiano da paese a paese, nel senso che il fenomeno migratorio collegato ai percorsi di integrazione, oggetto del presente lavoro, si articola in forme e modalità diverse a seconda dei contesti nei quali esso si manifesta e differenti sono, quindi, i modi mediante i quali la società in causa decide di gestirlo.

La ricerca sociologica (Tarozzi, Mancini 2009), offre interessati studi che si sono occupati di approfondire i processi di integrazione sociale dei migranti nelle società sviluppate europee, è importante, in questa sede, delineare la costruzione teorica sociale che negli ultimi anni è stata elaborata sulle pratiche di inserimento e di inclusione sociale, pensate in termini di un tipo di welfare capace, cioè, di soddisfare da un lato gli interessi socio-economici della società di accoglienza che attraverso i suoi interventi agisce in base a criteri di efficienza, e dall’altro, soddisfare le esigenze delle popolazioni immigrate offrendo ad esse le opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita.

La cultura politica dei paesi britannici, ha definito nel corso del tempo un tipo di welfare capace di sostenere un sistema di rapporti sociali fondato sulla sussidiarietà etnica (approccio differenzialista) (Tarozzi, Mancini 2009), si tratta di una condizione che comporta una differenziazione sociale e territoriale stabilita tra il centro di un sistema sociale e le sue realtà limitrofe periferiche.

La società anglosassone post-moderna (Giddens 2005), è caratterizzata da sistemi sociali urbani nei quali si rilevano l’esistenza di quartieri composti da gruppi etnici ai quali viene riconosciuta l’autonomia riguardo alla soluzione dei problemi interni, l’importante e che la dinamica dei rapporti sociali interni allo spazio etnico autogestito non vada a ostacolare in termini di sicurezza e di convivenza civile i processi politico-sociali gestiti da parte dei poteri centrali. In una situazione di crescita e di sviluppo socio-economico il welfare istituzionale prevede dei servizi, misure e interventi capaci di soddisfare i bisogni relativi alle necessità economiche e sociali che emergono dai sistemi periferici nei quali risiedono i gruppi etnici, contribuendo, in tal modo, ad un sano processo democratico relativo all’esercizio dei diritti sociali.

Una condizione di crisi economica, di mancanza di risorse e di ristrettezze economico-finanziarie,spinge le istituzioni a realizzare dei progetti di politica sociale fatti di servizi esclusivi in favore dei cittadini autoctoni, in tal caso si assiste ad un processo di emarginazione degli spazi etnici autogestiti,lasciati al loro destino dove si determina una distanza culturale tra il gruppo etnico residente nella periferia e i cittadini autoctoni del centro.

Tale approccio tipico della cultura politica anglosassone, lascia intendere l’esistenza di un’integrazione sociale per i migranti che si colloca in un quadro concettuale in cui la relativa tranquillità socio-economica del cittadino autoctono si basa sulla precarietà sociale dell’immigrato.

Gennaro Pignalosa77 Posts

Nato a Torre del Greco nel dicembre 1975. Sociologo di formazione presso l'Università Federico II di Napoli, si è poi specializzato in discipline relative alle politiche e servizi sociali. Si occupa di orientamento universitario presso l'Università del Molise, dove collabora come assistente alla cattedra degli insegnamenti di: Sociologia e Processi di globalizzazione. Dal 2016 collabora con la rivista il Bene Comune. È impegnato in studi e ricerche sull'integrazione sociale, immigrazione e globalizzazione.

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