Il panorama musicale in Molise: i nomi (vecchi e nuovi) da tenere d’occhio
Tra tutte le varie regioni, ce ne sono alcune che, per dei fattori di carattere culturale, fanno fatica ad imporsi nel panorama musicale italiano. Del Molise, ad esempio, sono in pochi a conoscere quali sono le tendenze musicali e quali sono le band ed i gruppi emergenti che avrebbero le carte per poter dire la propria anche su palcoscenici più importanti.
Proviamo a pensare alla musica elettronica: fino a qualche decennio fa si poteva tranquillamente considerare un genere di nicchia, ma con il passare del tempo ha avuto una crescita notevole, anche grazie allo streaming online che ha reso l’elettronica un genere contemporaneo e capace di superare i confini nazionali. Abbinare il Molise alla musica elettronica potrebbe sembrare azzardato, eppure, considerando che la musica elettronica affonda le sue radici nel freddo Nord Europa e a Campobasso caldo non fa di certo, quale migliore occasione per scoprire tutto quello che sta producendo Kein, artista molisano che si sta evolvendo in artista di spessore.
JanahDan, dal Molise l’hip-hop in una chiave diversa
Ma è l’hip-hop la vera colonna sonora degli ultimi anni: basti pensare che addirittura i pokeristi hanno iniziato ad ascoltarla durante i tornei. JanahDan ne è uno degli esponenti più innovativi e arriva proprio dal Molise. Uno dei suoi pezzi meglio riusciti è “Di notte”. Non un riferimento casuale, dal momento che le ore notturne sembrano anche quelle più creative per un movimento complesso e strutturato come l’hip hop che ha bisogno di muoversi continuamente e diventare sempre più maturo e ricco di sfumature. JanahDan ha già dimostrato di essere diventato in brevissimo tempo un artista a 360 gradi, combinando molto bene il linguaggio tipico dell’hip-hop con delle influenze soul e jazz particolarmente gradevoli. Evidente anche la sua propensione “visual” per il fumetto, frutto del suo lavoro di sceneggiatore.
Rock e contaminazione tra generi diversi
A volte il Molise ricorda la Scozia dei Mogwai. E, inevitabilmente, si finisce per fare riferimento al post-rock. Sono ormai una decina di anni che i Postit continuano con la loro proposta musicale intima, quasi psichedelica: in questo lasso di tempo sono stati lanciati sul mercato due album, ma pure una modifica importante di line-up. Il mantra, però, continua a non cambiare, ed è quello di evocare degli spazi molto ampi e dei cieli ricchi di inquietudine, con un rock strumentale che fa del movimento, dell’aggressività, dell’umoralità e della raffinatezza le sue caratteristiche principali.
A proposito di gruppi che arrivano dal Molise e che si stanno facendo strada, non solo entro i confini regionali, impossibile non citare i Riserva Moac. In Molise vengono considerati un vero e proprio monumento, ma piacciono tantissimo anche all’estero e l’ultimo fortunatissimo tour in terra tedesca ne è la prova lampante. Un “viaggio” lungo più di dieci anni ormai per i nove componenti del gruppo, ma l’energia è sempre la stessa e riesce sempre a coinvolgere tutti in quel mix di combat-folk-balcan-ska-elettro-patchanka che è il marchio di fabbrica della Riserva.
Le origini molisane sono ben evidenti anche nelle canzoni di Massimiliano Potena, artista classe 1982, che da pochi mesi ha lanciato il suo primo Ep da solista intitolato “Gharbi”, una sorta di inno al vento del sud. Un amore per la musica che accompagna Potena fin da quando era piccolo e che si affianca alla sua occupazione principale di medico presso l’ospedale di Ascoli Piceno. Un amore sbocciato in tenerissima età che ha reso la sua musica una ricerca continua. Una sorta di contaminazione che sembra non poter avere mai fine.
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