Sanna Marin e Marta Cartabia: due elezioni clamorose
Di Anna Maria Di Pietro
Due donne scelte, nell’arco di pochi giorni, a ricoprire ruoli da sempre appannaggio dell’universo maschile; Sanna Marin è il nuovo Premier finlandese alla guida di una coalizione di cinque partiti capeggiati da altrettante leader donne; Marta Cartabia, primo Presidente donna della nostra Corte costituzionale.
Se in Finlandia, Paese civilissimo dove la presenza delle donne in politica e nei posti di rilevo è stata sempre una costante, la notizia dell’elezione di Sanna Marin non ha suscitato molto scalpore, in Italia, insieme alla nomina di Marta Cartabia, ha rappresentato un evento davvero eccezionale.
Sorvolando sul fatto che i Paesi nordici hanno sempre rappresentato l’avanguardia per quanto riguarda l’affermazione dei diritti civili, bisogna ammettere che il Bel Paese è davvero indietro, vergognosamente indietro, relativamente all’inclusione dell’universo femminile nei ruoli di comando.
Il maschilismo è ancora un tratto distintivo nei “Palazzi del potere” e non è raro sentire che la colpa è da attribuire alle donne stesse, poiché non riuscirebbero a lavorare con le proprie colleghe per la loro intrinseca propensione a una competizione spietata all’ultimo “tacco” o “colpo di rossetto”. Luoghi comuni, ormai radicati, che sembrano aver convinto e anestetizzato anche una buona parte di donne, sempre più convinte di non essere adeguate a certe mansioni.
Ma la prova del “potere maschio” sta soprattutto nei numeri dei femminicidi, che negli ultimi anni hanno avuto una crescita esponenziale, con 142 donne uccise solo nel 2018 e 94 nei primi dieci mesi dell’anno ancora in corso. Una società, la nostra, ancora fortemente patriarcale, che non accenna a nessun cambiamento, nonostante le battaglie che ogni giorno vengono fatte in merito. Ma bisogna sottolineare anche un altro fatto: riagganciandoci alla politica, quali donne siamo abituati a vedere in azione? Emblematico è il caso di Giorgia Meloni, che partita in quarta nei suoi primi anni di carriera, si è trasformata, proprio ultimamente, in una specie di “paladina del nulla”; Giorgia la cantante, non quella famosa, le cui orribili parole “sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono cristiana…”, proferite anche contro le famiglie arcobaleno, sono state remixate in una canzone che rappresenta la sua ultima “melonata”.
Certo, se prendiamo questo esempio, è chiaro che il ruolo della donna al potere perde dignità. Anche questo, forse, ha contribuito allo stupore per queste due splendide donne che hanno conquistato con impegno e dedizione, e, soprattutto per la nostra Marta, dopo una lunga gavetta, posizioni di spicco. Ma ben vengano donne come loro, capaci, decise, che con le loro dichiarazioni “d’amore” verso i Paesi di appartenenza, rappresentano uno sprone, un esempio tangibile che l’universo femminile è ormai partito alla conquista di ciò che sembrava impossibile e che oggi invece è realtà.
Anna Maria Di Pietro90 Posts
Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.
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