Comunicazione “virale”: la scienza si è spostata sui media e sui social?

Di Antonella Gramigna

Comunicazione “virale”.
Ad oggi, pare che la scienza si sia spostata totalmente sui Media e sui Social. Ciò che diventa più virale del virus è la cattiva informazione.
Ed a livello di Governo, non c’è quella “giusta” comunicazione che riesca a dare serenità, con autorevolezza ma fornendo elementi di conoscenza senza creare panico. Al contrario, essa diventa virale in senso negativo.
Messaggi del tipo: “Lo stato di diritto sta saltando; le nostre libertà sono minate” da una parte ( quella dei cittadini) e “Avete sulla coscienza l’intero genere umano se non restate a casa” e via dicendo, mettono ansia, dubbi e paura.
I contagi non scendono, stiamo attendendo il famoso “picco”, e c’è la minaccia di misure ancora più restrittive. Chiusura totale, si dice: “Uno stato di guerra! “

Pandemia

E’ una pandemia, è grave. Tutto vero.
Ma questo allarmismo oltre misura, che ci fa sentire tutti vittime e carnefici, a cosa porterà? E le conseguenze psicologiche che avremo, le consideriamo?
Se usciamo di casa, ben consci delle regole, e ben distanti, quindi, dal nostro prossimo, veniamo filmati, fotografati e additati come persone pericolose. Ma stiamo scherzando, vero? Sembra quasi che la responsabilità di tutto ricada sempre sui cittadini, che come bambini capricciosi e per nulla obbedienti, abbiamo necessità di strigliate e punizioni da parte di un “padre”, che in questo caso assume i panni dello Stato. Già, lo Stato.
Quello incapace a difenderci, che non riesce neppure a trasmettere sicurezza, impone pure regole.
E dove sta la responsabilità della politica, e delle istituzioni, che si sono succedute, del ritardo con cui hanno affrontato questa grande pandemia, inadatte, incapaci, che brancolano nel buio, che non riescono ancora a mettere a punto piani strategici né economici, se non farfugliamenti atti solo a creare confusione?
Si è persa, forse, memoria delle scelte fatte di un recente passato, scelte che hanno preferito il risparmio più che la salute pubblica, che hanno trasformato in Aziende luoghi di cura. Hanno tagliato, maltrattato e indebolito il sistema sanitario pubblico. Ecco che, oggi, si arriva al ” tutti dentro” con urgenza folle, anche senza aver superato l’abilitazione. Oggi va bene assumere. Intensificare le attrezzature, i reparti. Non erano solo dei costi?
Una vergogna per uno Stato che si considera democratico e autorevole, davanti al resto del mondo.

Norme di comportamento

E poi, vengo a noi italiani.
Ma siamo davvero così incivili e irrispettosi, da indurci ad un clima di repressione pari ai tempi dei coprifuoco, o della caccia agli ebrei?
Si ha paura ad uscire anche se per un pezzo di pane. Si ha paura del vicino di casa, perché, chissà, magari questo maledetto virus, passa anche attraverso le mura che ci dividono. Ignoranza. Ecco cosa c’è. E l’ignoranza crea paura.
E la paura fa comodo, e tanto.
Chissà perché. Lo dico a costo di venir appellata come inopportuna, non importa.
Sono spariti tutti i dibattiti attorno alla politica, sono sparite le inefficienze ed i disastri di questo Governo. Persino dei migliaia di licenziamenti di aziende grosse, non se ne parla più. ILVA, Alitalia, e le molte aziende in crisi, che falliranno.
Così come le tante famiglie che a causa di questo, andranno in default. Pensiamo a tutte le categorie: partire iva, aziende, artigiani, commercianti. Turismo. Tanti. Troppi saranno i coinvolti.
Ma di questo ne parleranno domani. O dopo. Chissà.

Coronavirus

Adesso c’è la paura del Coronavirus. Pare la livella di Totò. Democratico questo virus, si è detto. Colpisce tutti.
Ma siamo davvero così imbecilli? Ma davvero così ci considerano? Tanti i contagiati, tanti quelli che versano in condizioni gravi, tanti i morti. Ogni giorno pare il bollettino di guerra letto davanti alle famiglie che attendono il ritorno del soldato in guerra.
Io non l’ho vissuta, la guerra. Se non con i racconti. Ma deve essere stato così.
Bene quindi anche specificare quali decessi “ con” oppure “ per” questo Virus. Perché fa la differenza.
Quello che sta passando in questo momento è che Tutti ( tutti!) possono venir compromessi. Bene capire che non è così. Il ” tutti” non è esatto. Questo virus è aggressivo e veloce. Verissimo. Ma se un individuo è “sano”, non viene aggredito. E per sano si intende con un sistema che non ha deficienze. Questo non lo dico io, lo dice la scienza che studia il sistema immunitario. E per capire bene questo concetto, sarebbe utile conoscere come funziona il nostro “sistema uomo”. Studiare, ricercare, apprendere. E saper comunicare la verità. Non gettare nel panico i cittadini. Perché a ben vedere, la scienza afferma da tempo che ” lo stress da paura”, apre, anzi spalanca le finestre alla malattia, perché abbassa le difese.
Quindi, al virus stesso. E allora, perché gettare una popolazione verso questo esagerato allarmismo?
Il virus si prende da contatto diretto, attraverso le goccioline di saliva, e sulle superfici che vengono toccate, senza osservare la dovuta igiene, dopo.

I dati

A ben vedere, a leggere i dati, in migliaia ci siamo, quindi, tutti quanti sputati in faccia, dati la mano, abbracciati e baciati in bocca, o messo mani e bocca sulle superfici contaminate. Allucinante. Titoloni a piena pagina. Tg a ripetizione, da creare ossessione.
Ecco che il risvolto di questa minaccia deve diventare ” etico”: mettere in sicurezza i cittadini senza far pesare loro, ogni minuto, grazie anche ai media, tutto il peso dei limiti del sistema sanitario, ed incutere paure con testimonianze da brivido, che portano danni. Perché indurre clima di paura? Da sempre è l’arma migliore per tenere sotto scacco un intero popolo. Riflettiamo, bene. Ciò che viviamo è un clima di repressione, di incertezza e di accusa continua. Con lo slogan ” stai a casa” di fatto, più che consiglio, diventa un ordine perentorio. Se la nostra libertà è il problema, allora c’è poco altro da dire. Significa che siamo un popolo di deficienti indisciplinati. Che non capisce lo stato di emergenza.

#iorestoacasa

Inoltre, ci viene detto che è solo un periodo, che chiudersi tra quattro mura è l’unica soluzione ma temporanea. Ma quanto durerà questo temporaneo “State a casa!” così perentorio? Gli scienziati non sono certi di una data, non conoscono ancora bene il modo in cui il virus si diffonde, e come, e se muta. E spesso si ascoltano pareri molto diversi tra loro. Quindi la scienza, sulla quale questo intero sistema di limitazione delle nostra libertà si basa, non ha certezze.
Però ci si scandalizza con noi profani che chiediamo solo di capire che sta accadendo, e perché non poterci concedere l’ora d’aria, che nemmeno ai carcerati la si nega.
Se si resta a distanza, come giusto, che rischi si corrono? Multare se si fa Jogging, arrabbiarsi perché si vedono persone attraversare la strada. Ma siamo impazziti dunque? E’ stato criticata una persona che ha portato il cane per ben tre volte a fare i bisogni! Da fuori di testa.

Psicologia degli individui

E chi riparerà alla depressione, alle crisi psicologiche, alle isterie che ben presto arriveranno’? Perché arriveranno.
Non siamo abituati a questo genere di eventi, che ci privano della nostra vita. Delle nostre abitudini da animali sociali quali siamo.
Bello inventarsi nuovamente la giornata, dall’alba al tramonto, con tante cose nuove da fare, e riscoperte di vecchie abitudini. Noi, umani dalla vita frenetica. Bello rispolverare vecchi dischi vinile, riparlare con la famiglia, tutti assieme. Scoprire che l’innovazione tecnologica accorcia le distanze, permette le call di gruppo, ed i contatti a distanza con i genitori, i nonni, i nipoti, i figli lontani.
Oggi pare di essere tutti entrati nella pubblicità della Barilla.
Ma per quanto ancora potrà durare la bellezza di reinventarsi la vita?

Comunicazione ” virale”.

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