Striminzitic. Il vecchio Renzo è sempre nuovo
di Aldo Garzia
Esordio con un pieno d’ascolti per il programma di Arbore iniziato lunedì in prima serata e destinato a proseguire in seconda serata fino a venerdì per un totale di una ventina di puntate. Il set – l’abitazione dello showman – è apparentemente essenziale e povero a differenza di altre sue precedenti trasmissioni.
Striminzitic Show fa il pieno di ascolti. Il nuovo programma tv di Renzo Arbore su Raidue ottiene il 5,4 per cento di share con 1,194 milioni di spettatori. Ieri è andato in onda in prima serata ed è durato più di due ore e mezza. Da stasera, martedì, l’appuntamento si ripeterà per una ventina di puntate dal lunedì al venerdì ma in seconda serata. Arbore, questa volta con “spalla” suo nipote Gegè Telesforo, musicista jazz di valore, si conferma personaggio di successo al primo colpo della prima puntata. Del resto, dal 1985 – anno di Quelli della notte – Arbore difficilmente sbaglia un colpo tv. Showman, cantante, storico della musica napoletana e non solo del jazz, Renzo è difficilmente classificabile. E finanche capo della band L’Orchestra italiana.
La formula è sperimentata. Ironia e battute fin dal titolo, dove “striminzitic” vuole ridimensionare le aspettative, avvertendo con un neologismo italo/inglese che non c’è molto da aspettarsi: è un mettere le mani avanti in stile Arbore. Infatti, tutto è apparentemente essenziale e povero a differenza di altre trasmissioni arboriane con la collaborazione dietro le quinte di Ugo Porcelli, storico coautore di altri programmi televisivi di successo. Pare infatti che l’idea del programma sia maturata nelle settimane di lockdown. La location è proprio la casa di Arbore in stile pandemia con i conduttori a distanza, con le cianfrusaglie e gli oggetti che fanno da contorno raccolti in anni di vagabondaggio tra locali jazz e mercati delle pulci in giro per il mondo (ci sono pure i vicini di casa che cantano l’opera disturbando o che sbagliano piano suonando il citofono). Al conduttore/musicista piace il kitch, lo si vede dagli oggetti che lo circondano. Pure il kitch però ha uno stile Arbore.
I dialoghi tra Renzo e Gegè sono inframezzati da filmati d’epoca e spezzoni di altre trasmissioni di Arbore. I tempi comici sono perfetti. Strepitoso il gioco vocale d’annata tra Lucio Dalla e Gegè. Abbiamo visto un Massimo Troisi agli esordi con i colleghi del gruppo “La smorfia” in un esilarante sketch su San Gennaro. Napoli è ritornata in video con il ricordo di Riccardo Pazzaglia, grande amico di Arbore e paroliere di Domenico Modugno, e con il duetto d’antan Renato Carosone-Renzo Arbore. Ci siamo goduti pure qualche dialogo in pugliese tra il padrone di casa e i suoi amici (Michele Mirabella, Nino Banfi): le trasmissioni arboriane sono sempre la rivalsa del sud bistrattato. Il tocco internazionale è stato dato da un video d’epoca trasmesso ieri sera protagonisti Louis Armstrong e Danny Kaye. Tra una chiacchiera e un filmato tutto è filato liscio con un ritmo invidiabile. L’Archivio Arbore non ha nulla da invidiare alle Teche Rai: anche lì c’è la storia della televisione non solo italiana. I ricordi, non solo televisivi, la fanno da padrone nello show rivolgendosi così al target degli affezionati spettatori arboriani di varie fasce di età a cui piace divertirsi con musica e tanto umorismo.
Arbore ha sfiorato pure la politica usando filmati di Sergio Mattarella, Giuseppe Conte e dedicando un’esilarante canzone a Vincenzo De Luca, governatore/sceriffo della Campania. Sono parodie che hanno strappato il sorriso e che non stonano nell’economia del programma. La chicca di ieri sera è stata però il filmato di Enzo Jannacci ed Enzo Arbore che cantavano O mia bela madunina, inno milanese, in una piazza del Duomo piena come un uovo in una fredda serata invernale. La perdita di un artista come Jannacci fa male.
Vedremo se il prosieguo confermerà le ottime premesse di Striminzitic Show. Arbore ha intanto dichiarato al Fatto:
È un programma di difficile confezione. Siamo io e Gegè con il regista Gianluca Nannini e due operatori. Resto un talent scout, nel programma ci saranno alcune nuove scoperte. Tutti da me aspettano il sorriso.
E sorriso sia in questi mesi da virus.
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