“Microbioma del suolo e Nutraceutica”, a Larino un incontro per riflettere sulla centralità del suolo per la salute della Terra e dell’uomo
Si è tenuto ieri mattina, nell’Aula Magna dell’Istituto Omnicomprensivo, l’incontro “green” organizzato dalla professoressa D’Ercole e dal professor Nicola Di Matteo, docenti del Liceo Scientifico, appoggiati dal Dirigente scolastico Antonio Vesce, con la partecipazione del professor Vincenzo Michele Sellitto, esperto internazionale in Suolo e Tecnologie per lo sviluppo e l’innovazione sostenibile in agricoltura, che ha incontrato gli alunni del Liceo “F. D’Ovidio”, relazionando circa l’importanza di salvaguardare la qualità del suolo
Il Convegno, come detto dallo stesso professor Di Matteo, è nato in vista della realizzazione del progetto di recupero delle aree verdi intorno alla scuola, dove saranno coltivate piante, quali per esempio l’Aloe e la Lavanda, che hanno un effetto nutraceutico, cioè benefico sulla salute dell’uomo, ma anche del suolo, attuandone il biorisanamento. Una iniziativa in cui saranno protagonisti proprio i liceali che, come dichiarato dalla professoressa Bellastella, sostenitrice del progetto, sono molto attenti e sensibili alle tematiche ambientali, dimostrando grande senso di responsabilità rispetto alle generazioni passate, quelle che poi, gli hanno lasciato il mondo e l’ambiente in cui vivono e che loro cercano di migliorare e salvaguardare.
Dopo una breve introduzione, il professor Sellitto, proprio riferendosi al progetto portato avanti dagli studenti, ha spiegato che il suolo può avvantaggiare le colture perché è “vivo”, cioè ricco di microrganismi che trasmettono benessere attraverso alcune proprietà. Dunque, il suolo possiede microrganismi proprio come il corpo umano e l’uomo è stato accompagnato durante tutta l’evoluzione da questa comunità di “vecchi amici”, che si è via via selezionata. Ha poi sottolineato lo stretto rapporto tra il suolo e l’essere umano: il gesto dei bambini di portare le mani alla bocca è un ricordo ancestrale di quando c’era il trasferimento della “popolazione microbica” dal suolo agli uomini primitivi. L’uomo ha sempre seguito le terre fertili e, quindi, il suolo gli ha indicato la strada durante tutta la sua evoluzione. Importante è comprendere che le piante comunicano tra loro proprio attraverso il suolo e si può sfruttare questa rete di informazioni per migliorare la qualità degli alimenti e, di conseguenza, lo stato di salute di chi se ne nutre.
Spiegando in maniera molto semplice ed efficace, attraverso slides e similitudini calzanti, ha evidenziato come l’uomo, purtroppo, sta distruggendo il suolo. Ha detto: “Noi siamo la specie più invasiva sulla Terra. Distruggiamo in maniera irreparabile le nostre nicchie, cioè lo spazio in cui viviamo, perché le trasformiamo. Anche la formica cambia la sua nicchia, ma non la trasforma irreparabilmente e questa, in poco tempo, si rigenera tornando come prima. Il cambiamento climatico, considerato a livello globale, è dato dal fatto che abbiamo aumentato sempre più l’impatto antropico. Siamo troppi, utilizziamo in maniera eccessiva le risorse terrestri e non diamo alla Terra il tempo di rigenerarsi. Una delle attività più catastrofiche è proprio l’agricoltura, che sfrutta suolo, acqua e aria. Per fare un centimetro di suolo ci vogliono più di mille anni, ma per distruggerlo basta un secondo”.
Aggiungendo un concetto forte, ha successivamente dichiarato: “Non diamo importanza a ciò che calpestiamo. Invece il suolo può diventare un alleato delle colture, perché attraverso la sua salvaguardia e riproducendo quei microrganismi preziosi contenuti in esso, possiamo migliorare i valori nutrizionali di molti cibi e, di conseguenza, produrre effetti benefici sulla nostra salute. Esiste un continuum, dunque, tra suolo, piante, uomo, clima, ambiente e salute”.
Insomma, un incontro che sprona a prenderci cura del suolo e dell’ambiente in cui viviamo e che può far riflettere ancor di più sui tanti progetti di impianti fotovoltaici ed eolici che strizzano l’occhio al Basso Molise. Interpellata da noi, la professoressa D’Ercole ha detto: “Sono a favore delle energie rinnovabili, ma distribuite non in maniera selvaggia. Essendo il nostro un territorio a vocazione agricola, è un peccato “rubare” terreno fertile e deturpare un paesaggio, modificandone le caratteristiche”.
Anna Maria Di Pietro90 Posts
Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.
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