Salviamo RAI STORIA

Rai Storia

È notizia dell’ultim’ora che l’amministratore delegato Rai Salini intenda di fatto chiudere Rai storia accorpandola a Rai 5, ridimensionando così anche la programmazione del canale dedicato allo spettacolo dal vivo, all’arte e al teatro.

La scelta nefasta cade, tra l’altro, in un un momento drammatico per la cultura a causa delle limitazioni imposte dal dilagare della pandemia.

In un momento così lo Stato dovrebbe farsi garante dell’offerta culturale. Oggi più che mai va riaffermato il principio per cui lo Stato deve farsi carico di quei settori fondamentali per la vita civile di un paese che però non possono sopravvivere con il solo mercato, non disponendo di contenuti commerciali.

Una trasmissione che si occupa di critica d’arte non potrà mai competere, a livello di “share”, con “Uomini e donne” di Maria De Filippi, per ragioni che richiederebbero molto più spazio di un semplice articolo.

Non possiamo lasciare che sopravvivano solo quei contenuti che permettono all’emittente di vendere spazi pubblicitari. Non può e non deve farlo a maggior ragione la Rai, che è un servizio pubblico, pagato dai cittadini attraverso il canone.

Se il mercato basta e avanza per sostenere la cosiddetta tv generalista, i soldi pubblici vengano utilizzati per la promozione di quei contenuti che alimentano la parte migliore del nostro spirito.

Altrimenti non potremo opporre più alcun argine all’imbarbarimento in atto nella società.

Su change.org è possibile firmare una petizione per chiedere all’a.d. RAI di ritornare sui propri passi.

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