Direttore di Radio Maria: “Biden? È stato corrotto da Satana”
Nell’epoca dei social, del covid e delle teorie di QANon c’era da aspettarselo. La vittoria di Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca ha lasciato una scia di teorie negazioniste dietro di sè, secondo cui Donald Trump sarebbe vittima di un complotto ordito da politici e media vicini al partito democratico. Quello della truffa elettorale è ormai un classico nella narrazione dell’Election Day statunitense. Qui in Italia, gli esponenti dell’area pro-Trump sono ben noti e particolarmente attivi sulle tastiere, anche se più di qualcuno ancora raccoglie proseliti dai media tradizionali. È il caso di Don Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, pastore di anime rosse (nel senso di repubblicani, per carità).
“Io sono una persona del popolo, sono un poveretto. Appartengo alla schiera dei poveri di questo mondo”, ama dire di sé il direttore reo di aver augurato la morte a Monica Cirinnà per la legge sulle Unioni Civili in Italia. I punti caldi del suo monologo radiofonico sono l’insopportabile dittatura sanitaria del Governo Conte e una recente intervista di Repubblica ad Adam Gopnik, firma del New Yorker nell’immediato post-elezioni USA in un pezzo a firma Anna Lombardi.
La voce roca di Don Livio si sofferma a lungo sulla “cultura di Trump” (che scopriamo non essere un ossimoro) e sulla Libertà con la L maiuscola di cui sarebbe portatrice. “Quella di Trump è una cultura ben precisa fatta di valori cristiani, prima di tutto. I Latinos sono tutti cattolici e hanno votato Trump, come molti neri evangelici. La divisione con l’altra parte dell’elettorato è culturale, religiosa, nel senso che la gente che ha votato Trump fa riferimento a Dio. Vi dico l’ordine in cui l’elettorato di Trump mette Dio, Patria, Famiglia. Prima di tutto sicuramente Dio, cioè i valori religiosi e cristiani. Al secondo posto la vita e la famiglia. Al terzo posto la libertà.
L’elettorato che ha scelto Trump non vuole uno Stato onnipresente, onnipensante. Gli Americani non la possono sopportare la dittatura. È gente che vuole la libertà– rincara la dose Don Livio-, a costo di essere armati, di difendersi da soli, non vogliono lo Stato che invade la vita privata, la libertà religiosa, la libertà di spostarsi”.
E quale sarà il pensiero su Biden? Anche qui, don Livio la tocca piano. “Satana con tutta la sua forza cerca di attirare a sé i cuori”. E Biden sarebbe stato corrotto dal demonio. “Per avere la nomination, Biden è sceso a patti con posizioni inaccettabili per un cattolico, come l’aborto al nono mese, il matrimonio gay, i bambini in provetta… insomma un programma infernale. Poveretto Biden, gli faccio tanti auguri soprattutto per la sua anima”.
Ogni tanto si torna anche all’articolo di Gopnik da cui era partito il discorso, estrapolando frasi un tanto al chilo per piegarle alle proprie convinzioni. “Gopnik ha detto che dopo queste elezioni abbiamo capito che il populismo è una ricetta che funziona ancora”. “Altrochè se funziona”, ribadisce con una punta d’orgoglio la voce roca che viene fuori dal cruscotto della mia macchina.
Qualcuno spieghi a don Livio che “populismo” è una brutta parola.
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