Toma sotto assedio di sindacati e imprese
E’ una specie di accerchiamento quello che si sta sviluppando attorno a Toma e al suo governo regionale. Non si tratta ormai solo della cgil, dei comitati civici e dell’opposizione in Consiglio. Un fronte comune che comprende tutte le associazioni di categoria e che va dai tre sindacati confederali alla Confindustria cinge d’assedio il palazzo della Regione in via Genova e accusa l’esecutivo guidato da Toma di voler eludere il normale confronto democratico con i rappresentanti del Partenariato ma, soprattutto, di non essere all’altezza della situazione per gli evidenti limiti mostrati nella gestione di settori-chiave della vita sociale ed economica regionale. Un documento, quello che proponiamo integralmente di seguito, enormemente significativo proprio per l’ampia adesione di forze che ha saputo suscitare
Sindacati e imprese disertano il tavolo del Comitato di sorveglianza e attaccano il governo regionale: contestano, innanzitutto, il metodo perseguito dal Presidente Toma
CGIL, CISL e UIL, insieme a tutte le Organizzazioni Imprenditoriali più rappresentative hanno deciso di disertare le riunioni già fissate dei Comitati di Sorveglianza del Piano Operativo Regionale e quelle che saranno organizzate per le prossime programmazioni dei fondi europei e nazionali.
Tali incontri, a loro modo di vedere, sono ormai degli appuntamenti rituali svuotati di ogni significato programmatico e politico.
In una lettera inviata al Presidente Toma denunciano che il governo regionale ha relegato i rappresentanti del Partenariato al ruolo di semplici spettatori
Proprio per questo motivo, le Organizzazioni partenariali, hanno deciso, a partire dalle riunioni del Comitato di Sorveglianza, di dichiarare la loro indisponibilità a partecipare a incontri con il Governo regionale OVE NON VENGA IMMEDIATAMENTE ripristinata una NORMALE PRASSI DI CONFRONTO continuo e permanente sui temi più decisivi per il territorio.
Le organizzazioni, ritenendo comunque necessario un loro contributo in questa delicata fase per il Paese e per la Regione, hanno elaborato un DOCUMENTO comune evidenziando alcuni punti ritenuti propedeutici ad ogni azione programmatica.
Il loro impegno è volto – dichiarano – a spingere, anche gli interlocutori regionali, a confrontarsi su una prima dirimente riflessione: la ripresa del Molise è condizionata dall’obiettivo del riequilibrio del Mezzogiorno con le altre aree del Paese.
In primo luogo, quindi, nel documento pongono la necessità di valutare l’effettiva validità dell’attuale assetto istituzionale regionale, la cui valenza in alcuni campi, soprattutto quelli che dovrebbero garantire fondamentali diritti universali e costituzionali, si è rivelata totalmente inadeguata.
“La pandemia ha insegnato – sostengono le Organizzazioni molisane del Partenariato- che il Paese o riprende a crescere tutto insieme, attenuando squilibri territoriali, sociali, economici e ambientali, o non ce la farà a superare la grave crisi economica che giorno dopo giorno lo sta avviluppando.”
Sarebbe fondamentale, in questa fase, riportare allo Stato centrale tutte quelle competenze che hanno una influenza sul piano globale e avviare, contestualmente, una riflessione sulle configurazioni dimensionali delle Regioni. Una riflessione che consenta la piena esigibilità di diritti e di servizi.
A partire dalla Sanità e dal conseguente diritto alla salute, che proprio la pandemia con la quale ancora ci confrontiamo ha elevato a fenomeno mondiale. Ma la stessa cosa vale per i trasporti e la mobilità, per le infrastrutture, l’ambiente, l’istruzione, il turismo, le politiche energetiche, il lavoro!
Al secondo punto pongono, quindi, la necessità di una nuova di fase di industrializzazione del Mezzogiorno che privilegi strategie aziendali di crescita dimensionale attraverso processi di innovazione tecnologica con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale.
In questo disegno rivendicano la necessità di recuperare gli stabilimenti industriali abbandonati o non più utilizzati, per destinarli a nuove iniziative produttive con proposte innovative e condivise in materia di defiscalizzazione, rispetto della sicurezza e dei Contratti Nazionali di riferimento e attenzione alle politiche di salvaguardia ambientale.
Terzo elemento su cui si concentra il documento è il recupero del divario infrastrutturale. Gli investimenti da destinare a questo obiettivo dovrebbero, tra l’altro, valorizzare e potenziare il ruolo delle Zone Economiche Speciali, affinché attraverso questo strumento si possa coniugare nuovo sviluppo economico con infrastrutture intermodali a rete per rendere la logistica del Mezzogiorno più moderna ed efficace.
In questa prospettiva, per quanto riguarda il Molise, andrebbe realizzato il collegamento tra Termoli, porto di riferimento della Zes del Molise e il porto di Napoli, porto di riferimento della Zes campana, con svincolo al casello di Mignano Montelungo da realizzare secondo il Piano Anas del 2016. Uno svincolo che snellirebbe anche il collegamento tra il Molise e Roma.
Le scriventi Organizzazioni continueranno incessantemente nell’opera di ricerca del confronto e del pieno ESERCIZIO del ruolo di rappresentanza e, nelle prossime ore, parteciperanno la loro posizione a tutti gli organismi istituzionali competenti, ai parlamentari molisani e alle proprie strutture di riferimento nazionale convinte della circostanza che il Partenariato rappresenti un elemento imprescindibile per la programmazione delle strategie e degli interventi che riguardano il presente e il futuro del Paese e della realtà molisana.
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