Toma, quanti nemici, fuori e dentro il palazzo
Qualche giorno fa, commentando l’abbandono da parte del partenariato del tavolo di concertazione per l’utilizzo dei fondi europei, abbiamo sottolineato che si trattava una notizia enormemente significativa sul piano politico poiché sanciva la definitiva rottura tra il governo regionale e le forze sociali. Più importante di tutto ci era sembrato il fatto che Toma sia riuscito a scontentare sia il mondo dei lavoratori dipendenti che quello imprenditoriale. Contro di lui si è realizzata una convergenza inedita tra organizzazioni tradizionalmente collocate nell’area del centrodestra e quelle più progressiste. Così come la gravità della situazione si legge nei toni davvero forti che il partenariato ha inteso utilizzare nel documento. In estrema sintesi, i sindacati confederali e le associazioni di categoria hanno messo in dubbio – letteralmente – l’adeguatezza dell’attuale assetto istituzionale rispetto ai grandi nodi della vita sociale ed economica regionale.
A stretto giro è arrivata anche la nota dell’ex presidente Michele Iorio, significativa anche questa sotto diversi profili, ma soprattutto perché proveniente da un pezzo grosso del centrodestra nonché della maggioranza in Consiglio regionale. La proponiamo integralmente qui di seguito
Gestione anomala dei fondi europei: basta con l’inadeguatezza politica, io sto con il partenariato
di Michele Iorio
E’ la prima volta nella storia del Molise che il partenariato sociale e datoriale disertano il tavolo di concertazione dei fondi europei.
Cgil, Cisl, Uil, Casartigiani, Confcommercio, tutte le associazioni dell’Artigianato, Confesercenti, l’Associazione dei Costruttori, quella degli Agricoltori e Confindustria, tutti uniti per non partecipare al Comitato di sorveglianza di cui tali associazioni sono componenti di diritto avendo il dovere di vigilare sull’attuazione del programma europeo e quindi sulla spesa dei fondi europei.
Le motivazioni della loro assenza, poi, sono parole che tuonano in maniera seria sull’attuazione del programma e che la dicono lunga sulla gestione qualitativa dei fondi stessi.
Se a questo si aggiungono le critiche già espresse da più parti in Consiglio regionale, sempre al presidente Toma e alle decisioni autonome che prende in materia, è chiaro che il quadro della politica regionale ha già superato la soglia d’allarme.
Resto meravigliato poi dal silenzio dei rappresentanti del governo nazionale e della Commissione europea di fronte ad un’azione tanto eclatante che evidenzia in maniera palese la gestione anomala del settore “fondi europei”.
Mi meraviglia il silenzio degli assessori della giunta regionale che dovrebbero porsi il problema di dove ci sta portando questa politica.
Non mi meraviglia invece il dispiacere che esprime il presidente della Regione per l’accaduto, un dispiacere che colpisce Donato Toma abbastanza spesso: una volta è dispiaciuto per i sindaci dei 136 comuni molisani che scrivono del loro mancato coinvolgimento alle scelte strategiche della pandemia, un’altra volta si dice dispiaciuto per i sindacati dei medici che denunciano le condizioni lavorative e la mancanza disorganizzazione nella gestione Covid. Ora è la volta del dispiacere per la mancata partecipazione del partenariato al tavolo di concertazione.
Di fronte a questo stato di cose, i sentimenti di un presidente interessano poco ai fini istituzionali.
Tutte le associazioni hanno manifestato un disagio e un disappunto che non si risolve con il dispiacere, ma con la correzione degli atteggiamenti finora adottati che hanno ben poco a che fare con la politica e che stanno portando il Molise in una situazione comatosa che sarà difficile da recuperare.
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