Contro il requiescat della Biblioteca Albino
Chiunque abbia a cuore le sorti civili e culturali di questa regione non può rimanere indifferente dinanzi al grido di dolore di un intellettuale di valore come Vincenzo Lombardi che sulla rivista Il Bene Comune ha pubblicato un suo scritto dall’amarissimo titolo “In memoria della biblioteca provinciale Pasquale Albino”.
Chiusa da oltre quattro anni, l’indimenticabile istituzione del Capoluogo, tempio di scoperte, apprendimenti e raccoglimenti, vantava un patrimonio documentario cartaceo e digitale cui afferivano 18 biblioteche molisane e teche digitali contenenti circa 90.000 immagini fra periodici molisani e manoscritti musicali.
Lombardi, che ne è stato l’anima e lo strenuo difensore, racconta fasi, colpe e responsabilità politiche e burocratiche che hanno portato alla liquidazione della sua creatura. “Tutto – scrive – è avvenuto nell’assordante silenzio, quasi totale, delle istituzioni locali soprattutto di quelle titolate a farlo; del mondo dell’università a cui la Biblioteca ha fatto da supporto nella ricerca molisana; di quasi tutte le istituzioni e associazioni culturali, che per anni hanno trovato ospitalità presso la Biblioteca; dei molti intellettuali, molisani e campobassani, soprattutto quelli giovani ed emergenti, che in parte non hanno voluto, in parte non hanno potuto farlo. Isolata è restata la voce di tanti singoli utenti, locali e non, che non si sono mai rassegnati a quanto accaduto. Sembra incredibile, o forse no, ma è avvenuto”.
Ce n’è insomma per tutti. Sono addebiti che investono corresponsabilità pesanti per un’intera collettività dimostratasi incapace di vigilare sul “crimine” culturale che si perpetrava ai suoi danni.
Quello che si è costruito negli ultimi vent’anni, lamenta Lombardi, è ormai quasi tutto distrutto e anche se la biblioteca si riaprirà come istituto statale non sarà più la biblioteca di servizio che interpreta il ruolo di pubblic library, di sportello di servizio pubblico di base e di spazio democratico aperto a tutti, ricercatori, l’intellettuali, studenti, lettore occasionali e seriali, con l’ambizione di creare reti di relazioni culturali e far crescere propensioni alla lettura dei grandi e dei piccoli, come il progetto Nati per leggere mirato a costruire reti catalografiche, repository digitali, pubblicazioni e materiali digitalizzati per sviluppare un ambiente culturale regionale.
Spetterà ora al MiBACT la responsabilità operativa di ridisegnare un ruolo ed una mission della Biblioteca nel contesto culturale regionale, ma è illusorio, afferma Lombardi, pensare che la Regione Molise e il Comune di Campobasso, possano restare estranee ad una sua ripartenza.
Facciamo dunque nostro questo appello affinché la riapertura della Biblioteca riceva finalmente una forte e ferma risposta collettiva.
Giuseppe Tabasso363 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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