Sanità molisana: perché il governo sta con Toma?
Il Commissario straordinario Arcuri ha fatto sapere a Giustini che per quanto concerne il progetto di centro covid a Larino il dado è ormai tratto
di Paolo Di Lella
Prima di immiserirci sui fatti della nostra provincia, una parola sul caso Pfizer. Tutti gridano allo scandalo dopo il taglio nelle consegne deciso dall’azienda statunitense. In pratica, c’è il rischio di non avere le dosi disponibili per i richiami, dunque di vanificare l’intero piano vaccinazione anti-covid messo in piedi dal Governo italiano.
Al di là dello sciacallaggio, puntualmente condotto da Meloni e Salvini – come anche dall’“innominabile” – in Parlamento, in cui si manifestata la povertà culturale, morale e politica dei personaggi citati, il vero problema sta nel fatto che ancora una volta caschiamo dalle nuvole invece che interrogarci su come il nostro sistema produttivo basato sul profitto privato sia diventato un ostacolo insormontabile al perseguimento del bene comune.
Abbiamo lasciato la ricerca scientifica nelle mani delle multinazionali private rinunciando al controllo pubblico su questioni che riguardano la vita e la morte di tutti noi, poi ci scandalizziamo per le dichiarazioni dell’ex ministro (!) Letizia Moratti che di recente ha proposto al governo di concentrare la distribuzione dei vaccini prioritariamente nelle aree più ricche del paese.
Tutti a guardare le miserie umane della politica parlamentare, nessuno che metta mai in dubbio la dittatura del mercato.
Persino in Molise, dove si scherza su tutto, anche sulla propria esistenza, ci si sta accorgendo di quanto sia dannosa una politica che spalleggia l’impresa sanitaria privata, invece che tutelare e potenziare il sistema sanitario pubblico.
Il commissario inviato da Roma per vigilare sull’applicazione del piano di rientro dal debito (sul quale si dovrebbe aprire un altro capitolo), dal primo giorno di insediamento denuncia inutilmente l’azione dell’attuale governo regionale in materia sanitaria. Lo fa muovendo semplicemente da una logica legalista, trattandosi di un generale della guardia di finanza, non certo in ottica rivoluzionaria. Eppure tanto basta per comprendere la grossolanità con cui Toma e i suoi sodali al vertice dell’Azienda sanitaria regionale tentano di avvantaggiare le strutture private a danno della collettività.
Il solo fatto che, abbiano sabotato il piano di Giustini che prevedeva un centro covid regionale situato a Larino in un ospedale pubblico dismesso, ottimamente dotato e strutturato, con l’esito di contaminare il “Cardarelli” di Campobasso, l’ospedale pubblico più importante della regione, la dice lunga. I malati cronici hanno dovuto rinunciare alle cure e un paziente covid su due ricoverato in terapia intensiva non ne è uscito vivo, il che significa che si è atteso troppo per il ricovero e che i posti disponibili sono insufficienti.
Qualche giorno fa Giustini ha scritto alla Procura denunciando la situazione drammatica in cui si trovano gli Ospedali di Termoli, Isernia e Campobasso, in particolare quest’ultimo con le terapie intensive precluse ai pazienti no covid e con l’assenza di percorsi separati, situazione peraltro certificata dai NAS dopo un sopralluogo tenuto di recente nella struttura.
In molti si chiedono come mai un Commissario di nomina governativa sia costretto a rivolgersi alla Procura mentre i partiti che compongono il governo affidano la gestione della sanità alla Protezione civile (quindi, ad Arcuri e ai presidenti delle Regioni). E perché, mentre in Calabria pianificazione e gestione del rinforzo alla Rete sanitaria in funzione anticovid, competono al Commissario esterno, in Molise la pianificazione compete, di fatto, a Toma e la gestione all’ASREM, vale a dire Florenzano.
Così come, pur apprezzandone l’attivismo, non riusciamo a comprendere come mai un parlamentare molisano eletto nelle file del M5S abbia bisogno di incatenarsi davanti al Ministero della salute per strappare un colloquio al Ministro.
Perché a Roma il “compagno” Speranza e il suo vice Sileri del M5S, invece di sostenere il Commissario del Governo avallano le scelte di Toma?
Paolo Di Lella100 Posts
Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014
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