MOLISE COVID: IACOVINO A TUTTO CAMPO
Da qualche mese in Molise è nato un comitato civico per dare voce e giustizia ai familiari delle vittime covid. Sul versante giudiziario e non solo, a sostenere i cittadini contro chi dirige la sanità regionale c’è l’avvocato Vincenzo Iacovino. Lo abbiamo sentito per fare il punto sulla drammatica situazione in cui versano le strutture pubbliche regionali. Di seguito una piccola anticipazione dell’intervista integrale pubblicata sul numero in uscita del nostro mensile
Partiamo dalla denuncia dei medici del Cardarelli
Le posso dire che abbiamo già presentato due esposti, tramite i quali abbiamo riportato le denunce fatte da alcuni medici del Cardarelli (primari e facenti fuzioni di primario) già in data 2 aprile 2020 e, addirittura, un’altra fatta ai primi di gennaio del 2021.
La denuncia dei medici dell’aprile 2020, in realtà, è premonitoria, perché già all’epoca evidenziava molteplici criticità che se non affrontate tempestivamente, avrebbero esposto ulteriormente i medici con la conseguente chiusura dei reparti, cosa che poi è accaduto.
Ed infatti oggi i reparti di Medicina e Chirurgia, del Polo Ospedaliero Hub Cardarelli di Campobasso, garantiscono a pazienti con patologie tempo dipendenti semplicemente gli interventi di urgenza, peraltro in assenza della terapia intensiva occupata dai malati covid. Quindi, chi ha necessità del ricovero per le cure di patologie tempo dipendenti, quelle ordinarie e diverse dal Covid per intenderci, non può accedere all’ospedale hub, nel frattempo diventato ospedale Covid, ma deve andare altrove.
Dico questo perché se il centro covid fosse stato realizzato al Vietri di Larino, già dal marzo 2020 avremmo avuto un centro specialistico per i malati di covid e le strutture sanitarie della regione Molise funzionali e fruibili dai Molisani per l’assistenza sanitaria delle patologie tempo dipendenti, evitando il disastro che è sotto gli occhi di tutti. Invece si è preferito fare fantapolitica e amministrazione della cosa pubblica in modo scellerato.
Il progetto Vietri centro Covid è stato osteggiato anche da parte dei medici, perché pare non garantisse l’assistenza complessa indispensabile con la Rianimazione, la Cardiologia, ecc. In realtà la carenza eccepita si è concretizzata proprio al Cardarelli, oggi centro covid per necessità, provocata da scelte sbagliate anche secondo i medici che hanno fatto specifiche denunce: ed invero il Cardarelli, centro hub, non non garantisce, paradossalmente, quell’assistenza complessa che eccepivano essere mancante là dove avrebbe potuto trovare idonea sistemazione un centro Covid, cioè al Vietri di Larino. Questa è una grossa contraddizione, ma per di più, la denuncia del 2 aprile 2020 dei medici, mette a nudo l’assoluta incapacità politica e della dirigenza sanitaria di gestire l’emergenza Covid.
Ciò è comprovato dalla circostanza che oggi non abbiamo più la disponibilità di reparti vitali che in un ospedale dovrebbero essere attivi, con la conseguenza che oggi il Cardarelli è diventato un centro Covid. Ovviamente, questa negligenza è stata certificata dalle diverse denunce dei medici responsabili dei diversi reparti di Chirurgia Generale, Ortopedia, Senologia, Chirurgia Vascolare, Oculistica, Ginecologia e da ultimo quella fatta dai medici del reparto di Medicina Interna dell’ospedale, che oltre a denunciare gravissime criticità del reparto, contestano le disposizioni aziendali che se eseguite, darebbero luogo a promiscuità con alto rischio per il personale e i pazienti.
I medici hanno evidenziato: l’impossibilità strutturale per allocare i pazienti negativi in ambienti singoli; l’indisponibilità di spazi da destinare in aree grigie; il continuo positivizzarsi di pazienti e personale medico durante il servizio; lo scorporo di medici e la riduzione dei posti letto ( da 38 a 20) dal reparto, per consentire l’apertura dell’unità Covid – anziano fragile; il numero dei degenti costantemente superiore a quello previsto; l’aggravio dovuto alla richiesta di assistere i pazienti appoggiati nei vari reparti, con ulteriore rischio di promiscuità’; l’irresponsabile richiesta di assistere pazienti positivi al Covid allocati in aree Covid, creando ulteriori promiscuità e alto rischio per il personale destinato in are Covid- free; il perpetuarsi delle condizioni che hanno contribuito allo sviluppo dei focolai noti; le condizioni di rischio, di stress e di burnuout (indica lo stress provato a lavoro, che determina un logorio psicofisico ed emotivo ndr) in cui versa il personale e che potrebbe costituire fonte di ricadute devastanti.
Insomma, ci sono state lalcune e deficienze da parte politica e anche della Direzione sanitaria…
La denunciata commistione e la positività al Covid contratta da diversi pazienti ricoverati per patologia tempo dipendenti è la prova della gestionale fallimentare e negligente della più grande struttura sanitaria regionale con evidenti responsabilità.
Adesso tocca capire, anche di fronte ad un nesso di causalità oggettivamente certificato della contrazione del virus in ospedale ed evincibile dalle cartelle cliniche, se i decessi conseguenti a queste complicazioni siano delle disgrazie o degli omicidi, quantomeno colposi.
Come precisato, sui fatti esposti, abbiamo già depositato articolate e documentate denunce a firma del presidente del Comitato delle Vittime da Covid, a cui mi auguro si dia seguito al più presto, e agiremo ulteriormente, dando seguito anche alle denunce singole, davanti all’Autorità Giudiziaria Penale, Contabile e Civile.
Quello che è emerso nei giorni scorsi riguardo ai vaccini è un ennesimo segnale allarmante…
A parte l’assenza di un centro Covid osteggiato dalla politica in modo assurdo e ingiustificabile, è inqualificabile la circostanza che, a quanto pare, ci sono addirittura 947 furbetti del vaccino che si sarebbero arrogati il diritto di precedenza nella somministrazione, per cui non avrebbero avuto diritto. Se questo fosse vero, ci troveremmo di fronte ad un atto infame e ignobile, posto in essere da soggetti infami e irresponsabili, che hanno precluso così di fatto il diritto a vaccinarsi a soggetti professionalmente esposti e deboli.
Ricordo che c’è un piano nazionale di vaccinazione che ha ben identificato i soggetti esposti e i soggetti deboli, che devono essere vaccinati con priorità rispetto agli altri .
Il Direttore Generale della ASREM, con formale nota indirizzata al Presidente della Regione Molise, afferma che tra i 10.995 vaccinati non ci sono nominativi riconducibili ad assessori e consiglieri regionali, ma nulla viene precisato rispetto ai 947 soggetti “possibili furbetti” evidentemente non rientranti tra gli aventi diritto di precedenza nella vaccinazione.
Peraltro, allo stato, mi pare che nessuna presa di posizione sia stata assunta dai punti di vaccinazione Gemelli Molise spa, Villa Ester, Villa Maria e Neuromed, rispetto alla denuncia dei 947 “furbetti”.
Ovviamente gli inquietanti dubbi meritano risposta e approfondimenti perché, ripeto, se fosse vero quanto denunciato, ci troveremmo di fronte a un abuso e ad una condotta assolutamente illecita. Per questo si preannuncia che verrà presentato un esposto alle competenti autorità giudiziarie penali e contabili affinché facciano chiarezza previa acquisizione di ogni documento utile.
Paolo Di Lella100 Posts
Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014
0 Comments