Un bene comune non può diventare luogo di esclusione
di ARCI immigrazione Isernia
Isernia ha bisogno di spazi condivisi.
È della mattina di Pasqua la notizia, appresa dai quotidiani locali senza alcuna preventiva comunicazione formale, che la giunta comunale, con delibera n. 38 del 18/03/2021, ha deciso di non rinnovare la concessione dell’ex Lavatoio di Isernia alle associazioni che da anni operano in quello spazio condiviso.
Dopo un anno di chiusure imposte dall’emergenza pandemica, il Comune ha scelto di dare il colpo di grazia alle poche realtà associative impegnate sul fronte socio-culturale che ancora resistono nella nostra città. Una misura ingiustificata, che rischierebbe di cancellare i risultati di un progetto di coesione sociale e di crescita del territorio che ci sforziamo di portare avanti da tempo, con passione e dedizione, insieme alle associazioni del collettivo Ru Puzz. Con la sua rete di oltre 3.000 circoli sparsi in tutta Italia, ARCI è da sempre impegnata nel contrasto a tutte le discriminazioni e diseguaglianze culturali e sociali, con l’obiettivo di costruire una comunità attiva e solidale.
Numerose sono le iniziative che abbiamo realizzato come ARCI Immigrazione negli spazi dell’ex Lavatoio. Grazie al contributo di tanti isernini e isernine, abbiamo allestito “Voltapagina. Piccola Biblioteca Multiculturale” aperta a tutti per la libera consultazione o prestito dei libri; abbiamo gestito uno Sportello informativo per migranti e allestito corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana; abbiamo organizzato presentazioni di libri e di inchieste giornalistiche, incontri e letture per bambini con la collaborazione di una libreria della città; abbiamo dato vita a serate ricreative, con proposte musicali e artistiche locali e nazionali. Attività tutte svolte in costante dialogo con le istituzioni e le altre realtà attive, sempre nel segno del pluralismo e della condivisione.
È proprio in quest’ottica di sinergia e di servizio che il Comune ha affidato l’Ex lavatoio al collettivo di associazioni isernine di cui siamo parte ed è con questo intento che abbiamo tutti sempre operato, nell’interesse esclusivo della collettività e senza preclusione alcuna.
In questa visione, la candidatura della lavorazione del merletto a patrimonio immateriale dell’UNESCO ci pare indubbiamente un’occasione di fondamentale importanza per preservare e valorizzare la tradizione del Tombolo del nostro territorio e, come tale, non può e non deve essere oggetto di strumentalizzazione. Nella tipica lavorazione partecipativa del Tombolo ritroviamo proprio lo stesso spirito inclusivo e collaborativo in cui crediamo e che ha sempre caratterizzato il nostro operato.
Per tutte queste ragioni, l’improvviso provvedimento di revoca della concessione, che di fatto ci esclude dagli spazi dell’ex Lavatoio, ci amareggia e ci coglie di sorpresa. Non solo non ne comprendiamo le ragioni, ma ci chiediamo perché il Comune di Isernia non abbia ritenuto opportuno aprire un dialogo per vagliare soluzioni alternative e condivise con le realtà operanti da anni nell’ex Lavatoio, che si ritrovano oggi fatalmente colpite.
È palese il totale disinteresse per l’impegno profuso dalle associazioni del collettivo Ru Puzz al servizio della comunità. Questa decisione svilisce il nostro operato e, soprattutto, è un’occasione persa per affrontare in maniera costruttiva l’atavica questione della mancanza di spazi sociali nella
città.
Crediamo che tale atteggiamento sia assolutamente miope. Quale Giunta comunale si nega alle differenti voci delle realtà sociali e culturali attive sul proprio territorio? La revoca è stata giustificata con la carenza di spazi ulteriori da destinare alle realtà associative. Sappiamo bene che ciò non corrisponde al vero. La lista degli immobili del patrimonio comunale, del resto, è facilmente consultabile sul sito web del Comune di Isernia per tutti i cittadini. Quali dunque le reali motivazioni alla base di questo provvedimento?
La questione non riguarda soltanto l’ex Lavatoio o le associazioni sinora beneficiarie della concessione, ma è parte di un problema più ampio che investe la capacità e la volontà di favorire la partecipazione degli spazi pubblici. Un bene comune non deve diventare oggetto di esclusione, ma è simbolo di condivisione della ricchezza socio-culturale della città e di espressione delle variegate realtà che la animano.
Il 25 aprile ARCI Immigrazione Isernia ha organizzato una maratona sui principali social, a
sostegno di questi imprescindibili valori. Una tra le numerose iniziative intraprese in questi giorni dalle diverse anime del collettivo Ru Puzz. Una piazza virtuale nella quale interverranno associazioni,
artisti, musicisti, rappresentanti della società civile a testimonianza di ciò che ha rappresentato negli
anni l’ex Lavatoio per la città e dell’importanza di preservarlo come bene comune.
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