LUNGA VITA A DONATO TOMA!

di Antonio Sorbo da FB

Qualcuno dei miei amici, leggendo il titolo di questo post, penserà di primo acchito che sono impazzito. E forse è vero. Eppure, osservando ciò che sta accadendo nella politica regionale, io auspico sinceramente che questo governo regionale vada avanti e duri fino alla fine della legislatura.

Perché? Cerco di spiegarlo, ma chi è curioso di conoscere le mie argomentazioni, si armi di pazienza.

Ho già scritto in passato e confermo che questo è il peggior governo regionale della storia del Molise. Aggiungo che a mio avviso è il peggior consiglio regionale che ci sia mai stato. Diciamo che almeno dal 1990 conosco abbastanza approfonditamente la storia della Regione come istituzione per aver seguito prima come giornalista da dentro il palazzo ciò che è accaduto e poi, smessi i panni del cronista, sono stato a contatto diretto con gli amministratori regionali nella mia veste di amministratore pubblico, al Comune e alla Provincia, e addirittura per cinque anni come sindaco di una delle più importanti città del Molise.

So bene che la pubblica opinione, quella che fece vincere Paolo Frattura, nel 2013 pensava che il governo precedente, l’ultimo di Michele Iorio, fosse stato il peggiore e che quello di centrosinistra a trazione PD non potesse fare peggio (confesso, l’ho pensato anche io, come qualcuno ricorderà…). Poi però è arrivato il 2018 e quella stessa pubblica opinione ha pensato che quello di Frattura fosse stato il peggiore tra i governi regionali della storia del Molise e che Donato Toma non avrebbe potuto fare peggio. Oggi tutti sono convinti che quello di Toma è il peggior governo regionale di sempre e che chiunque venga dopo non potrà fare peggio. Questo conferma l’adagio che al peggio non c’è mai fine. Attenzione, non è una questione di capacità personali. Donato Toma lo conosco da tempi non sospetti, ho sempre avuto con lui rapporti di cordialità e di stima. Il problema è che quella pubblica opinione ha sempre fatto finta di non accorgersi che il vero azionista di maggioranza dei tre governi regionali di cui ho parlato (Iorio, Frattura e Toma) e che ne ha fortemente condizionato l’azione dal punto di vista politico è sempre lo stesso: il leader del centrodestra molisano Aldo Patriciello. E gli ultimi tre governi regionali, pur cambiando gli attori, hanno portato in scena lo stesso copione e il regista è sempre stato lo stesso. Non a caso, faccio un esempio, le politiche nel settore della sanità da almeno tre lustri sono state attuate in continuità in una sola direzione, quella che ha poi prodotto come conseguenza principale lo smantellamento del servizio sanitario pubblico. Il problema è che, con il passare degli anni, la qualità degli attori scelti dal regista è stata via via sempre più scadente, al punto tale che oggi si è assegnato il ruolo di protagonisti a persone che in passato a stento avrebbero potuto vendere i popcorn all’ingresso del teatro, altro che bibitari!!! E il paradosso è che gli spettatori hanno sempre ritenuto scadente lo spettacolo andato in scena, ma ogni volta sono tornati a teatro per vedere lo stesso spettacolo dello stesso regista che ha cambiato solo gli attori.

Detto questo, perché io auguro lunga vita a Donato Toma? Essenzialmente per due motivi che provo a mettere in ordine di seguito:

1) Perché se Toma cadesse domani non ci sarebbe nessuna vera e reale alternativa a questo sistema di governo e di potere e nessun miglioramento per le sorti della regione e dei molisani. Anzi, ci sarebbero tutte le condizioni perché questo sistema di potere possa continuare a perpetuarsi e a fare danni, rimettendo nelle mani del regista, che manterrebbe la sua posizione di forza, la scelta degli attori: centrodestra o centrosinistra? Orgoglio Molise, Rialzati Molise o Molise vivo? Dopo Iorio, dopo Frattura, dopo Toma a chi toccherebbe? Ad uno del proprio “entourage” o magari a Vittorino Facciolla, che è stato già attore protagonista dello spettacolo andato in scena nella precedente legislatura? O il regista tirerebbe fuori un altro nome di “professionista prestato alla politica” purché sia totalmente consenziente a ricevere ordini e direttive su cosa fare? Il PD, che è guidato dagli stessi che hanno cercato, voluto e sostenuto l’alleanza con Patriciello e i suoi e ne sono stati i fedeli alleati fino a quando lui non li ha scaricati, consapevole che Frattura, ormai spremuto come un limone, era perdente e con lui la sua vecchia coalizione (e perciò un minuto prima del naufragio ha abbandonato la nave che lo ha trasportato fino alle nuove elezioni), quel PD – dicevo – che in nome di questa alleanza ha compromesso definitivamente anche quel poco di centrosinistra che era rimasto in Molise, ha già dimostrato di avere la bocca buona e quelli che lo guidano non hanno alcuna credibilità a proporsi come alternativa a quel sistema di potere che hanno voluto, sostenuto, collaborato a far crescere. Il PD molisano, per guidare una vera alternativa a questo sistema di potere, dovrebbe essere rifondato e i responsabili della deriva messi in condizione di non nuocere. Ma non mi sembra che il partito in Molise sia messo in queste condizioni.

2) Se cadesse oggi Toma tutti quelli che fanno parte ed hanno fatto parte della sua maggioranza, anche i cosiddetti “supplenti”, che lo hanno sostenuto in tutto e per tutto, che hanno votato tutto e il contrario di tutto e condiviso ogni scelta, nonostante qualcuno abbia provato talvolta ad abbaiare più per ottenere qualche poltrona che per difendere gli interessi del Molise, avrebbero la possibilità, magari votando una mozione di sfiducia, di rifarsi una verginità riuscendo ad evitare di rispondere politicamente delle gravi responsabilità che anche loro hanno per lo sfacelo amministrativo che hanno contribuito a determinare. E questo non mi sembrerebbe giusto. Perché i provvedimenti di Toma e della sua giunta, se non avessero avuto una maggioranza in consiglio regionale e almeno undici consiglieri alzatori di mano, non sarebbero mai stati approvati e non sarebbero mai entrati in vigore. Secondo me la via Crucis tutti i consiglieri regionali di maggioranza la dovrebbero fare tutta, fino in fondo, per affondare insieme al loro condottiero. Nel caso decidessero di votare la sfiducia a Toma, sarebbero credibili, a mio avviso, soltanto se dichiarassero che, per scusarsi con i molisani, non si ricandiderebbero più. Cosa impossibile.

Quindi, lunga vita a Donato Toma. Che, tanto per sgombrare il campo da facili entusiasmi, non istituirà nessun ospedale Covid-Malattie infettive a Larino perché una mozione non è un provvedimento ed impegna soltanto politicamente la giunta che può fregarsene altamente, come farà. A meno che la riapertura di Larino non sia funzionale ad altri progetti… E, per dirla tutta, la vexata quaestio sulla evocata riapertura di Larino, con i comitati che si fanno la guerra, è una questione inesistente. Perché se manca a monte un nuovo piano complessivo di riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi sanitari, non avrebbe senso nulla di ciò di cui si sta parlando in queste settimane. Tutte bufale: ospedale Covid a Larino, accordo di confine a Venafro…. Tutte stupidaggini buone per guadagnare qualche articolo con foto sui giornali.

Così come la mozione di sfiducia che fanno bene le opposizioni a presentare anche se sono convinto che anche quelli che la presenteranno e che la voteranno, in cuor loro sperano che non ottenga la maggioranza. Perché, questa è un’altra verità, nessuno vuole lasciare la dorata poltrona del consiglio regionale. Sono convinto che oggi, se qualcuno andasse a chiedere le firme per far cadere Toma avvisando che si sta facendo sul serio, l’unico che firmerebbe convinto, anche se ciò significasse tornarsene a casa, è proprio Michele Iorio. Quindi non accadrà nulla. Sono curioso di vedere come voteranno sulla sfiducia le “pasionarie” che hanno votato la mozione sull’ospedale di Larino e gli altri consiglieri del nuovo gruppo dei peones costituitosi in consiglio regionale non per far cadere Toma ma per avere più forza contrattuale nella spartizione del potere.

Cosa fare allora? Servirebbe al Molise una reale alternativa al sistema che ormai da almeno venti anni governa questa regione. Una reale alternativa che sia chiara sulla netta discontinuità rispetto al rapporto con determinate forze politiche e a questa e alle precedenti giunte regionali in tema di sanità, di riforme istituzionali (ma vi sembra possibile che in Molise, ridotto ormai ad un cimitero di industrie, ci siano tre consorzi industriali che rappresentano altrettanti inutili carrozzoni buoni solo per spartire poltrone e prebende? La prima proposta di legge di riforma la presentò Natalina Cea nel 2001, ma nessuna riforma reale è stata mai portata a termine), di infrastrutture, di aree interne, di salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica. Magari una rete civica fatta di uomini e donne che hanno dimostrato con i fatti sul territorio di essere davvero alternativi a questo sistema di potere per averlo realmente e concretamente combattuto con atti e fatti e mettendoci la faccia in questi anni, persone che hanno dimostrato di avere a cuore soltanto il bene comune, un elemento questo che potrebbe giustificare anche una trasversalità ideologica in un’epoca in cui le ideologie sono state purtroppo riposte nei cassetti. Servirebbe che qualcosa nascesse oggi e non dai soliti improvvisatori o da quelli che sparano nel mucchio perché non possono farsi dichiaratamente nemici i veri potenti di questa regione. Perché sparare su tutti significa sparare su nessuno. Esistono in Molise uomini, donne, risorse che siano in grado di lavorare ad un progetto del genere? Non lo so ma lo spero. E se esistono farebbero bene a mettersi in moto adesso. Perché Toma durerà tre anni ancora a meno che il regista non abbia già pronto il nuovo-vecchio copione e il nuovo capocomico. Se così fosse allora Toma cadrebbe davvero e noi altri, che abbiamo letto “Il Gattopardo” e che i Toma e i Patriciello politicamente li abbiamo sempre combattuti e vorremmo continuare a farlo, avremmo davvero poco di cui essere contenti….

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