«L’attacco del Vaticano al ddl Zan sembra un dispetto della Curia contro il Papa. Di cui non si sentiva il bisogno»
Lo sconcerto di padre Alberto Maggi. «Ma guardando alla storia non è una novità: la Chiesa da sempre si è opposta al progresso»
di Simone Alliva da espresso.repubblica.it
“Un dispetto al Papa”. Sconcertato Padre Alberto Maggi, sacerdote e biblista, frate dell’Ordine dei Servi di Maria che a Montefano ha fondato il Centro studi biblici ” Vannucci” commenta la nota della Segreteria di Stato del Vaticano secondo cui il ddl Zan violerebbe “l’accordo di revisione del Concordato”. Padre Maggi che già quarant’anni fa dava la comunione agli omosessuali cattolici ben conoscendo le loro sofferenze per l’esclusione della Chiesa si dice attonito: «Sembra tutto così surreale. Non so se è stata un’iniziativa dall’alto oppure se è stata una mossa. Certo è sorprendente ma non se ne sentiva il bisogno».
Ha detto “una mossa”. Forse per colpire la presunta apertura di Papa Francesco alle questioni Lgbt?
«Mi sembra chiaro che Papa Francesco abbia i bastoni tra le ruote e questi non vengono dagli esterni ma dall’interno della Chiesa. Quelli che non tollerano questa sua apertura. Ma è sempre stato così. Le Curie sono sempre state la palla al piede dei Papi. Non apertamente, il tentativo però è stato quello di rallentare o affossare. Tanto i Papi passano ma la Curia resiste a sé stessa. Può darsi che sia un dispetto al Papa. Può darsi. Ma guardando alla storia non è una novità: la Chiesa da sempre si è opposta al progresso. Eppure alla fine ci deve arrivare. Pensi che c’è stato un Papa contrario anche all’uso della bicicletta e scomunicava i preti che la usavano. Papa Giuseppe Sarto. Ma si rende conto? La bicicletta era una novità scandalosa».
Lei crede che sui diritti civili i fedeli siano più avanti di questa Chiesa?
«Non lo penso io. Il Cardinale Carlo Maria Martini disse che la Chiesa era indietro di duecento anni. Ma Martini era stato generoso. La Chiesa è molto più indietro. Come preti abbiamo una garanzia: lo Spirito del signore che ci apre gli occhi di fronte ai nuovi bisogni della società. La società non è statica ma cambia. Il rischio è quando di fronte a nuove situazioni, come questa, restiamo impauriti o incapaci e quindi diamo vecchie risposte. Sa, quando diamo vecchie risposte la gente non ci ascolta e fa bene, va avanti. La garanzia della Chiesa è essere capaci di dare nuove risposte e vedere il bene dell’uomo come valore assoluto».
Ascoltandola direi che lei è favorevole al ddl Zan. Nella Chiesa siete in pochi a dirlo apertamente.
«Il cardinal Bassetti aveva parlato di miglioramenti. L’apertura c’è. Ma certo nessuna legge è perfetta. Ci saranno sempre dei punti che vanno migliorati. Ma appunto il Cardinal Bassetti non l’ha bocciata. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Poi però la Chiesa si muove un passo avanti e due indietro ma la società va sempre avanti. Questa di oggi e molte altre sono pietre di inciampo della Chiesa. Pensi che oggi, parlando della legislazione ecclesiastica, se lei divorzia non può accedere alla comunione. Se ammazza sua moglie basta confessarsi. Possibile che sia più grave il peccato del divorzio che quello dell’omicidio? Oggi per la Chiesa è così. Distruggere un amore, che pensiero inaccettabile. Il buon senso della gente ha lo stesso valore dello Spirito Santo. La chiesa deve imparare ad ascoltare».
Lei disse: si benedicono le case, gli animali, gli oggetti, ma due persone che si vogliono bene no.
«Sì è incredibile. Il peccato è il male che fai agli altri. Cosa c’è di male nelle persone che si vogliono bene? È una novità? No, nei secoli passati queste persone erano semplicemente nascoste. Oggi parlano di degenerazione dei tempi ma non è vero. Sono sempre esistite solo che prima venivano lasciate ai margini, si nascondevano nell’oscurità mentre oggi, per fortuna, vivono alla luce del sole. Per vedere il male in due persone che si vogliono bene quanta perversione bisogna avere in testa?»
Il ddl Zan riguarda anche il futuro. Gli studenti, i giovani lgbt. Lei è diventato un punto di riferimento per moltissimi giovani cattolici lgbt.
«Io non sono esperto di morale. La mia piccolissima competenza sono i vangeli. I gruppi omosessuali hanno sentito nel mio messaggio un tono diverso e mi hanno coinvolto. Una volta partecipai a programma televisivo (Uno Mattina, ndr ) per parlare di omosessualità e Vangelo. Sa, da quella volta non mi hanno chiamato più. Comunque, tre giorni dopo ho ricevuto la lettera di un ragazzo di Lugano. Quella mattina questo ragazzo di 30 anni aveva tentato il suicidio, dopo una notte passata a piangere. Decise di arrampicarsi sul tetto, per non farsi sentire accese il televisore a tutto volume. Era sintonizzato su Rai1. Mi scrisse: “ascoltai le sue parole scoppiai in un pianto. Padre Maggi qualsiasi cosa accada sappia che lei ha salvato una vita, la mia” Pensi a quanta gente ha sofferto, si tolgono la vita, la mortificano perché? Per quale motivo?»
Salvare vite e difendere i più deboli dovrebbe essere la missione cardine della Chiesa
«La buona notizia è per tutti. Il peccato nei Vangeli è il male che si fa agli altri. Gesù ci ha avvertito: attenti, perché voi ponete dei pesi sulle spalle delle persone e non le risollevate neanche con un dito. Oggi per gli omosessuali l’unica soluzione è vivere casti. Io sono frate da 50 anni e ho scelto questo celibato e so quanto sia difficile. Ma non posso imporlo agli altri, non posso dire devi essere celibe, non devi avere una famiglia così facendo metto dei pesi sulle spalle di queste persone. Comunque andiamo avanti sereni. Queste uscite sono cose che non andrebbero neanche considerate, l’umanità va avanti. Ecco perché il Papa dice spesso: pregate per me. Preghiamo per il Papa e sosteniamolo».
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