La dittatura della maggioranza
di William Mussini
La tenuta democratica degli Stati occidentali sembrerebbe a rischio; non poche avvisaglie di carattere politico si sono alternate a cominciare dal marzo 2020, in nome della prevenzione, aggirando leggi e norme costituzionali, imponendo restrizioni come il coprifuoco, il lockdown e censure mediatiche immotivate. Tra gli autori libertari che da sempre ci hanno invitato a riflettere sugli argomenti libertà, emancipazione e discernimento, è stato fra i più memorabili il poeta e cantautore Fabrizio De Andrè. Egli scrisse il testo della sua ultima canzone Smisurata Preghiera (brano che chiude “Anime salve” del 1996) attingendo ed ispirandosi ai versi del poeta colombiano Álvaro Mutis (1923 – 2013), contenuti nella sua Antologia Poetica (1948-1988), Summa di Maqroll il Gabbiere. È davvero curioso il fatto che, circa trenta anni prima, forse non a caso, il brano d’esordio del cantore degli affanni si intitolava Preghiera di Gennaio.
Smisurata Preghiera è significativo e di grande interesse non solo perché è l’ultimo brano di Anime Salve, l’album “testamento” del cantautore genovese, ma anche perché potremmo definirlo appunto come la sua ultima preghiera, una sorta di invocazione ad una figura potente, divina o con affinità parentali. La preghiera, l’invocazione “smisurata”, è tale proprio perché fuori registro e, quindi, probabilmente, come avviene da millenni nel corso della storia umana, non sarà ascoltata ed esaudita da nessuno. Nel brano in questione si fa riferimento ai torti perpetrati dalla maggioranza a scapito delle minoranze, facendo uso di parole non affatto indulgenti come ad esempio in questi versi: “la maggioranza sta: recitando un rosario di ambizioni meschine, di millenarie paure, di inesauribili astuzie. Coltivando tranquilla l’orribile varietà delle proprie superbie, la maggioranza sta come una malattia, come una sfortuna, come un’anestesia, come un’abitudine”.
Nel finale del brano, De Andrè riafferma anche la sua natura anticonformista (spesso celebrata superficialmente in prima serata su Rai tre), anarchica e votata all’auto discernimento, difendendo gli esclusi e scagliandosi contro l’imposizione di leggi e compromessi sociali da parte dei più numerosi, i più forti: “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione, e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità. […] Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco, non dimenticare il loro volto che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti, come una svista, come un’anomalia, come una distrazione, come un dovere.”.
Alcuni dei termini e delle metafore utilizzate da De Andrè per descrivere l’azione vessatoria della maggioranza sulla parte minoritaria di popolazioni e comunità (La maggioranza sta: recitando un rosario di ambizioni meschine, di millenarie paure, di inesauribili astuzie), assumono oggi maggior significato se esse vengono considerate in riferimento ai diktat dei nostri attuali poteri decisionali ed alla modalità liberticida con cui si prescrivono regole illogiche, volte alla presunta tutela della salute pubblica.
In questo articolo, tralasciando il tema dell’azione politica ai tempi della psico-pandemia, peraltro già trattato a sufficienza in precedenti pubblicazioni, vorrei soffermarmi più sulla deriva autoritaria dello scientismo istituzionalizzato e della metamorfosi psico-sociale che sta causando una netta separazione tra la maggioranza dei sostenitori del pensiero dominante ed i dissidenti in minoranza. Tentiamo quindi di individuare quali sono le contraddizioni insite nell’agire di una maggioranza che si professa “democratica” ma che mette continuamente in discussione il valore stesso delle leggi costituzionali e dei fondamenti etici come quelli, ad esempio, espressi nel Codice di Norimberga.
La ‘ghettizzazione’ ideologica rappresenta la prima forma di discriminazione che il pensiero/potere dominante esercita nei confronti di chi non accetta o non si fida delle ‘verità’ di capi di Stato, di Primi Ministri, Ministri e Sottosegretari vari, scienziati prezzolati e divi televisivi, testimonial ed influencer apertamente (sotto contratto) schierati con il ‘paradigma modaiolo’ di turno. Il neo- linguaggio del potere conformista ha generato e profuso attraverso le super finanziate TV mainstream ed i giornali di carta in rotolo più ‘venduti’, termini e definizioni solitamente con desinenza in “ista”, che sono oramai entrati nel vocabolario abituale del frequentatore di bar, salotti, aule parlamenti e gabinetti.
A detta della maggioranza ben veicolata dagli imbonitori mediatici, non ci sarebbero alternative valide alle azioni sinora intraprese dai ‘competenti’ al governo e, quindi, anche la sperimentazione sull’intera popolazione mondiale di farmaci chiamati vaccini, viene accettata supinamente, prospettando, in casi estremi, anche il ricatto del ‘pass’ per la libertà, se non l’obbligatorietà. Eppure, anche chi la pensa come la maggioranza sa benissimo che si tratta appunto di una sperimentazione di massa, e che non si è avuto il tempo necessario per completare il ciclo di studi che normalmente occorre per l’ottenimento di qualsiasi vaccino, verosimilmente efficace e sufficientemente sicuro.
Ricordiamo cosa c’è scritto nei codici di Norimberga in alcuni punti salienti:
1) Il soggetto volontariamente dà il proprio consenso a essere sottoposto a un esperimento. Prima di dare il consenso, la persona deve conoscere: natura, durata e scopo della sperimentazione clinica, il metodo e i mezzi con cui sarà condotta, eventuali effetti sulla salute e sul benessere della persona, eventuali pericoli cui sarà sottoposta. (Questo è alla base del concetto di “consenso informato”, ovvero di un consenso fornito in piena consapevolezza delle implicazioni di quello a cui ci si sta per sottoporre).
2) L’esperimento dovrà essere tale da fornire risultati utili al bene della società; la natura dell’esperimento non dovrà essere né casuale, né senza scopo.
3) Ci dovrà essere una pianificazione dell’esperimento sulla base degli esperimenti in fase preclinica in vivo, e sulla base della conoscenza approfondita della malattia.
4) L’esperimento dovrà essere condotto in modo tale da evitare ogni sofferenza o lesione fisica o mentale che non sia necessaria.
5) Non si deve eseguire la sperimentazione se a priori si è a conoscenza che tale sperimentazione possa causare danni o morte”. Siamo consapevoli di quanto sia importante ed imprescindibile seguire gli insegnamenti della storia? Anche a costo di rischiare l’isolamento? Siamo ancora in grado di scegliere cosa è giusto o sbagliato? Di non scendere mai più ad alcun compromesso che metta in discussione le nostre libertà individuali?
Per dirla alla maniera del filosofo Emanuele Severino, la cosiddetta ‘plebe post-moderna’ trova la sua ragion d’essere nel seguire acriticamente il moto condiviso dell’uniformità gregaria; ‘la plebe’ si riconosce solo nell’appartenenza ad una società alveare, sottomessa a leggi imposte dalle Elite, rinunciando anche a vivere una vita degna per paura di morire a causa di mali oscuri. Le tecniche di ingegneria sociale che formano individui “normopatici”, consentono agli Stati di educare cittadini che si adeguano e si accorpano al gruppo maggioritario, che non sono più in grado di interiorizzare l’empirismo. Sostiene a tal proposito lo psichiatra prof. Meluzzi: “l’imitazione, è un comportamento diffuso della specie umana. Gli italiani hanno un’antica e passiva ossequienza al potere, risalente almeno ai tempi della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Dovete sapere che il potere è una cosa talmente pervasiva che è una sorta di common-sense diffuso”.
Il potere della maggioranza è persino stato capace di far passare come una genuina manifestazione di senso etico e di responsabilità civile, quella indegna ed isterica calca di giovani mascherati all’hub vaccinale di Bologna nel giugno 2021. Il ricatto (torna libero di andare in vacanza), la banalità della ricompensa (una birra per un vaccino), sono i mezzi ridicoli e meschini che, in mancanza di una minima certezza scientifica sulla efficacia e sulla sicurezza dei farmaci, il nostro ministero della ‘verità’ utilizza per portare a termine il proprio progetto. Come Fabrizio De Andrè, in moto libertario, ostinato e contrario, rimangono solo le minoranze sconcertate a domandarsi criticamente cosa stia davvero accadendo alla tenuta democratica del mondo contemporaneo.
Sosteneva Carl Gustav Jung: “sono solo, perché vedo cose che gli altri ignorano o preferiscono ignorare”.
William Mussini76 Posts
Creativo, autore, regista cinematografico e teatrale. Libertario responsabile e attivista del pensiero critico. Ha all'attivo un lungometraggio, numerosi cortometraggi premiati in festival Internazionali, diversi documentari inerenti problematiche storiche, sociali e di promozione culturale. Da sempre appassionato di filosofia, cinema e letteratura. Attualmente impegnato come regista nella società cinematografica e teatrale INCAS produzioni di Campobasso.
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