Fanelli: la politica esiga chiarezza sul futuro del Gemelli

Chi sono i nuovi proprietari del Gemelli di Campobasso?
Qual è il loro progetto aziendale?
Quale il ruolo di controllo della Regione e le intenzioni sull’accreditamento al servizio sanitario regionale?
La nuova struttura continuerà a rappresentare un polo universitario di ricerca, formazione, assistenza di alta qualificazione e centro di chirurgia avanzata?
Saranno salvaguardati gli attuali livelli occupazionali?
Continueranno ad essere garantite tutte le prestazioni attualmente erogate?
È intenzione della Regione attivare un tavolo istituzionale con tutti i soggetti interessati, compresi i sindacati?

Senza alcuno spirito polemico e scevri da qualsiasi “dietrologia politica”, è indispensabile chiarire all’opinione pubblica le conseguenze dell’operazione di vendita del 90% del Gemelli spa al gruppo San Stefar, che ha dichiarato di voler investire in Molise, mantenendo gli attuali assett di occupazione e fornitura di servizi sanitari.
Bene, nelle intenzioni. Ma i molisani hanno diritto di esigere il massimo della chiarezza e che gli impegni siano cristallizzati, nell’unico interesse del diritto alla salute.

Per questo, come annunciato, ho protocollato in Consiglio regionale una interrogazione per interessare e responsabilizzare il Presidente Toma – e attraverso esso, la struttura Commissariale – affinché non solo vigilino sull’intera operazione finanziaria, ma si facciano garanti della salvaguardia e del miglioramento del sistema sanitario regionale, d’intesa non solo con la nuova proprietà, ma anche con il Governo nazionale e i Ministeri della Salute e delle Finanze.
Il Gemelli Molise, negli anni, ha rappresentato un punto di riferimento indispensabile della nostra Sanità e deve continuare ad assicurare l’alta specialità finora assicurata, nel solco della auspicata integrazione tra Cardarelli e Cattolica, di cui non si parla più, ma che sarebbe opportuno riprendere anche nel nuovo programma operativo, tuttora in discussione.
In tal senso, il cambio di proprietà, che rientra nei legittimi diritti dell’istituto, non deve minare la quantità e la qualità dei servizi, ma garantirne, in raccordo con il pubblico, sempre di più e all’avanguardia.

Auspico, dunque, che l’interrogazione possa essere discussa prima della pausa estiva del Consiglio e che il Presidente Toma possa fornire tutte le risposte dovute ai cittadini molisani, giustamente in apprensione in questa delicata fase di transizione dell’istituto.

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