MADE IN LAND: UN PROGETTO PER LE AREE INTERNE

Il Comune di Riccia, con l’assistenza tecnica del GAL “Molise verso il 2000”, prende parte a Made in Land, un progetto comunitario che ha per capofila la Regione Marche e la Croazia come partner transfrontaliero.
L’obiettivo è quello di migliorare il sistema di accoglienza turistica nelle aree interne; nella valle del Fortore sarà inaugurato un Ecomuseo che metterà in rete i territori di quella parte di Molise.
Ne abbiamo parlato con Pietro Testa sindaco di Riccia, Antonio Santoriello, Consigliere comunale con delega alla cultura e Adolfo Colagiovanni, direttore tecnico del Gal “Molise verso il 2000”.

a cura della redazione

intervista con Pietro Testa, Antonio Santoriello e Adolfo Colagiovanni

 

Made in Land è un progetto europeo del programma interregionale Italia-Croazia, del quale il Comune di Riccia è partner; signor sindaco, come siete riusciti ad attivare questa sponda trans adriatica?
In realtà, noi abbiamo partecipato sempre a progetti di questo tipo e abbiamo deciso di abbracciare anche questo, che comprende la partecipazione di uno Stato, una Regione e anche di un piccolo Comune come il nostro.

Si tratta di un progetto ambizioso, che vede la partecipazione di molti partner, tra cui anche il GAL Molise verso il 2000. Il punto focale del progetto è la messa a sistema del patrimonio culturale e naturale anche dei piccoli comuni delle aree interne, attivando tutta una serie di scambi di conoscenza con il partenariato croato. Voglio chiedere come è stato selezionato il partenariato, se c’è stata una selezione che ha portato a scegliere i partner della nostra regione…
È ovvio che il Comune di Riccia vuole promuovere il proprio territorio e l’intera area del Fortore; si tratta di un’area molto ampia, comprendente tutti i comuni del GAL Molise, che ci supporta nel progetto. Dobbiamo promuovere il Turismo ad ampio raggio, perché non avrebbe senso concentrarsi solo su Riccia. Aggiungo che bisogna promuovere l’intero Molise, visto che si tratta di una piccola regione. Il turista che giunge a Riccia va accompagnato a visitare altre zone, per mostrargli i percorsi naturalistici, le chiese, i siti archeologici come Altilia. Solo facendo sinergia tra Comuni limitrofi e non, si ottengono risultati. Abbiamo anche la fortuna di confinare con regioni ad alta densità di popolazione, come la Puglia, la Campania, che non sono poi così distanti; certo, a volte la condizione delle nostre strade non aiuta, ma da Foggia o da Benevento si raggiunge Riccia in pochissimo tempo.

Chiedo ad Adolfo Colagiovanni del Gal Molise verso il 2000 di fare una breve introduzione riguardante “Terra di Passo”, la proposta progettuale che fa parte del progetto Made in Land, più complesso e più ampio, che prevede l’Ecomuseo Virtuale e sarà punto di riferimento di eventi e movimenti turistici verso la nostra regione.
Da dove sei partito e come sei arrivato alla mappatura del territorio, dei luoghi di interesse?
In realtà, “Terra di Passo” è un progetto legato al Comune di Riccia più che al Gal Molise.

Volevamo però che ci dicessi come si è arrivati tecnicamente alla proposta dell’Ecomuseo.
Attraverso una metodologia messa in atto dal progetto Made In-Land. Faccio un’introduzione sulla metodologia del progetto, cioè su come si è giunti all’azione pilota dell’Ecomuseo, di cui ci parlerà l’esponente del Comune di Riccia, il Consigliere Santoriello.
Il progetto Made in Land, come si può comprendere dal titolo, ha come obiettivo principale la promozione delle aree interne, quindi si ricollega alla strategia nazionale delle aree interne, promossa dal Governo italiano, e alla valorizzazione di assets, cioè di punti di interesse naturali e culturali di valore, preferibilmente appartenenti alle aree interne, che possono essere visitati da turisti, attratti dalla costa verso le aree interne, nei territori appartenenti ai partner del progetto. Si è partiti da un’analisi di contesto, attraverso la quale sono stati identificati gli assets e le buone pratiche di promozione del patrimonio culturale e naturale delle aree interne; si è studiata la governance, quindi le politiche di gestione locale, si sono fatte ricerche per sapere se ci sono stati già degli investimenti finanziari da altri programmi europei. Quindi, è stata fatta un’analisi approfondita dei territori dei partner per comprendere cosa è stato fatto e cosa si può fare. Questo studio ha portato alla redazione di una strategia transfrontaliera per la promozione delle aree interne, per uno sviluppo sostenibile del territorio, prevedendo anche un piano d’azione che comprende tutte quelle azioni che si vogliono realizzare nei paesi partner che implementeranno tale strategia. Per esempio, se si è compreso il bisogno di tutelare le aree naturali e culturali per promuoverle perché non sono abbastanza conosciute, sono state definite una serie di azioni per ottenere questo risultato. Tra le azioni previste ci sono quella relativa all’Ecomuseo ideato dal Comune di Riccia in collaborazione con il Gal, e altre azioni pilota nei territori dei partner, come per esempio la creazione di una smart card per offrire delle scontistiche o la creazione di punti informativi, mentre noi, sul nostro territorio, abbiamo deciso di puntare tutto sull’Ecomuseo.

È molto interessante anche la scelta del brand culturale legato alla figura dei De Capua così importanti per Riccia; chiedo al Consigliere Santoriello come è stato impostato e sviluppato questo elemento centrale nel progetto.
Come giustamente ha detto Adolfo, si tratta di un progetto transfrontaliero, che cioè mette in relazione delle aree con altre aree, in questo caso, le aree marine del Basso Molise che come da progetto comprendono anche quelle croate, con le aree interne del Fortore e del Matese. Per questo collegamento si è arrivati a immaginare un brand culturale molto forte, tale da stimolare la curiosità dei visitatori del Basso Molise, in modo da attrarli verso le aree interne e, al contempo, motivare e sensibilizzare gli abitanti delle aree interne rispetto alle risorse culturali del loro territorio. Così, si è dato mandato di sviluppare un’idea innovativa per il progetto. Il Comune ha agito in due direzioni: dal un punto di vista amministrativo ha indetto un bando pubblico a cui hanno risposto alcune ditte, per la scrittura di un progetto che avrebbe dovuto contenere alcuni punti nodali e costitusse anche un brand di valorizzazione territoriale. Questo progetto è stato presentato e denominato “Terre di Passo nelle corti dei De Capua”; il progetto è stato poi discusso con il GAL Molise e gli stakeholder, in due incontri pubblici, per migliorarlo comprendendo le reali esigenze del territorio rispetto alle idee e ai contenuti dello stesso. Una volta migliorato, si è stato fatto un bando aperto all’eserno e dopo le procedure amministrative e di valutazione il bando è stato assegnato al vincitore affinché fosse realizzato. Il progetto concretamente si sviluppa nella creazione di un Ecomuseo Virtuale che ha anche una parte “fisica”, perché una volta caratterizzato il brand culturale relativo ai De Capua e le due aree territoriali da mettere in relazione, quella costiera e quella interna, sono stati individuati gli assets, cioè le azioni da mettere in campo nelle due aree nelle quali sono stati individuati 16 comuni, 12 del Fortore e il resto del Matese, con Riccia che funge da capofila. Per la valorizzazione dell’area considerata, i De Capua fungono da filo conduttore, perché la loro storia, il loro “Stato” va dal Basso Molise a Sepino e per un periodo abbastanza lungo e che copre, comunque, i secoli XVI e XVII; si è pensato anche ai siti di importanza naturalistica, quali il Lago di Occhito e il Bosco Mazzocca che rientrano nell’area e che in momenti diversi hanno svolto precise funzioni. Il tutto rientra nel progetto eco museale, ma bisogna distinguere tra Ecomuseo virtuale e la sua appendice reale. Il primo è quello richiesta dal Progetto Made in Land e lo andremo a realizzare costituendo una banca dati, formata da mappe del territorio, con una piattaforma online in cui confluiranno tutti i dati della ricerca e tanto altro. Oltre a ciò, il valore aggiunto sarà costituito da un piccolo Museo visitabile da realizzare nel Castello dei De Capua a Riccia, nel quale sarà raccontata la storia di questa famiglia, dei loro feudi molisani, illustrando tutte le altre dimore presenti nell’area del Fortore, cioè Gambatesa, Campolieto, Sepino, ecc.. Dobbiamo considerare che per il progetto riguardante Riccia si hanno a disposizione 280.000 euro, quindi, all’interno dei 9 partener del progetto Made in Land, una fetta, non piccola, è a disposizione del Comune di Riccia. L’altro Museo Virtuale è quello del Comune di San Leo, in Emilia Romagna, che dovrebbe essere simile al nostro, ma con una base economica inferiore.

Che tempi di realizzazione dobbiamo aspettarci, sia per la parte digitale che per quella fisica dell’Ecomuseo?
Il bando ci obbliga a terminare entro la fine di dicembre 2021; non sappiamo se verranno date delle proroghe, che, dato il periodo, potrebbero essere necessarie. Abbiamo iniziato il percorso due anni fa, con un incontro con il GAL, a cui ha partecipato il Comune di Riccia e altri incontri con i vari partner, tenutisi a settembre 2019. L’ultimo incontro in presenza c’è stato a novembre 2019. Da allora non ci siamo più visti fisicamente con i partner. I progetti europei seguono degli step prestabiliti già dal progetto generale.

Chiedo ad Adolfo Colagiovanni di esporci questa gestazione lunga, che potrà portare benefici tangibili non solo nelle aree interessate dal progetto, ma in tutto il Molise. Si fa un gran parlare di turismo di comunità, nuove forme di turismo, ecoturismo, turismo a piedi, e il vostro è un progetto concreto, solido. Illustraci dunque la concezione di turismo che avete privilegiato all’interno del Progetto Made in Land e quali sono i benefici che vi aspettate dalla sua realizzazione.
Una volta realizzato, l’Ecomuseo sarà promosso attraverso una campagna di comunicazione, realizzata dal GAL sia online che con altri strumenti comunicativi, destinata ad attrarre i turisti dalla costa verso l’interno, che è l’obiettivo dell’azione pilota dell’Ecomuseo. L’Ecomuseo, chiaramente, è solo l’azione principale della strategia del progetto sviluppato, che mira a promuovere lo sviluppo delle aree interne, dei siti di interesse naturalistico e culturale, per migliorare anche la gestione di queste aree, tanto che verrà creato un osservatorio che valuterà se il piano d’azione relativo al progetto si realizzerà attraverso il supporto delle autorità di gestione dei programmi dei fondi strutturali delle varie regioni coinvolte. Quindi, al di la dell’Ecomuseo, l’impatto che ci aspettiamo è molto più ampio, anche per altre azioni che verranno messe in campo per la promozione delle aree interne attraverso l’utilizzo di ulteriori fondi dopo la chiusura del progetto. Ecco perché verrà creato l’osservatorio, che includerà gli stakeholder e i partner del progetto, con l’intento di promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree interne e la realizzazione di azioni previste all’interno del piano transfrontaliero del progetto. Ci sarà una parte successiva di eventi, roadshow, crash course, destinati a sensibilizzare il decisore politico sul tema dello sviluppo delle aree interne, per consegnare al decisore politico questo piano di azione, in modo tale che anche nella prossima programmazione 2021/2027 si vadano a inserire azioni, fondi e strategie per le aree interne, attraverso la promozione turistica e degli assets. Dunque, il progetto è molto più ambizioso e si spera, anche attraverso gli incontri col MIBAC che si avranno verso la fine del progetto, di riuscire a sensibilizzare le autorità di gestione regionale circa il finanziamento di altri progetti simili, per contrastare lo spopolamento e la mancanza di servizi. Bisogna mantenere l’attenzione sempre alta, in modo da valorizzare sempre più questi territori.

Giro la domanda al Sindaco Testa e al Consigliere Santoriello. Riccia è sempre stata una realtà all’avanguardia per quanto riguarda progetti di valorizzazione sia del borgo sia dei flussi turistici ed è realistico pensare che questa esperienza maturata negli anni è stata fondamentale per il ruolo di capofila nel progetto in gestazione.
Sì, il progetto è nato a Riccia, ma con lo sguardo rivolto anche l’area del Fortore e delle aree limitrofe, allargando gli orizzonti per una valorizzazione più ampia dei territori. Gli obiettivi del progetto Made in Land sono quelli di rendere accessibili, attraverso le informazioni dell’Ecomuseo le risorse naturali, culturali, storiche anche a chi le abita, perché molto spesso gli stessi abitanti non conoscono il loro patrimonio. Poi, si ragiona per lo sviluppo di progetti futuri, attraverso strategie innovative, non solo locali ma nazionali e sovranazionali. In questo momento è importante dare rilevanza all’aspetto turistico, che può rendere concreto i tre momenti fondamentali del progetto: sviluppo, coscienza e valorizzazione.

Si guarda dunque al futuro partendo però dalle esigenze del territorio, dalle sue capacità attrattive, che hanno bisogno di una spinta, di una promozione sistemica, che negli anni non c’è stata. Questo progetto rappresenterà anche un test per vedere come reagirà la popolazione a determinati stimoli derivanti da un turismo transfrontaliero. Rivolgo a tutti una domanda: se il termine del progetto è fissato a fine anno, pensate che i benefici per il territorio saranno permanenti o andranno rivalutati negli anni attraverso step intermedi di valutazione o rivalutazione del progetto, per conoscerne e, nel caso, migliorarne gli esiti?
Dalle ultime riunioni, è emersa la volontà di chiedere una proroga di sei mesi. La Regione Marche si sta adoperando per chiedere un’estensione dei tempi. Tuttavia, a livello tecnico, l’Ecomuseo rimarrà sicuramente online per almeno 5 anni dopo la chiusura del progetto e si spera che ci rimanga per sempre. D’altro canto, l’Ecomuseo è un’azione pilota di tutta la strategia e insieme alle altre azioni, quali la smart card e i punti informativi, serve proprio a testare la strategia sviluppata dal progetto. In effetti, dopo la realizzazione dell’Ecomuseo ci sarà una fase di valutazione del museo stesso, per validarne l’impatto sul territorio attraverso azioni, non solo in Molise ma anche negli altri territori coinvolti in azioni pilota, per capirne l’impatto anche attraverso dei questionari di valutazione. Questo permetterà di revisionare la strategia rispetto ai risultati raggiunti. Si tratta di una sperimentazione che verrà presentata ai decisori politici per spronarli a testare la validità delle azioni messe in campo e replicarle anche al di fuori dei territori coinvolti dal progetto, pensando anche agli altri paesi europei. Da qui, l’idea del coinvolgimento del MIBAC, perché è fondamentale far comprendere ai decisori politici l’importanza di finanziare questo tipo di iniziative.

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