“Io ne ho viste cose che voi italiani…”

di William Mussini

…sulla scia del monologo più iconico della storia del cinema

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire».

È questo il monologo finale che il replicante Roy Betty pronuncia, poco prima di spegnersi per sempre, nella scena madre del capolavoro cinematografico “Blade Runner” del 1982 di Ridley Scott.

La scena rientra a tutti gli effetti nella categoria dei contenuti iconici ed in assoluto fra quelle sequenze inconfutabilmente “cult” del cinema mondiale. Roy Betty, interpretato da un eclettico Rutger Hauer, l’autore delle parole del monologo, è il modello di ultima generazione di replicanti fabbricati dalla Tyrrel Corporation; anch’egli, o, per meglio dire, anch’esso, come il super computer Hall 9000 di “2001: A Space Hodissey” di Kubrick, viene sconfitto, dopo un’estenuante lotta per la sopravvivenza, dai padroni umani che sono, allo stesso tempo, suoi creatori e carnefici.

In una Los Angeles del futuro, nel 2019, Deckard, il cacciatore di androidi o “lavori in pelle”, si ritrova a cospetto dell’ultimo e più tenace dei replicanti ribelli della serie Nexus-6. Deckard, interpretato da un giovane Harrison Ford, sa riconoscere i replicanti grazie al test Voight-Kampff, che valuta le reazioni emotive di fronte a domande provocatorie. Il poliziotto Deckard bracca, identifica ed uccide uno ad uno i tre androidi fuggiti dalle colonie spaziali e arrivati sulla Terra illegalmente. A cospetto dell’ultimo e più combattivo replicante Roy Betty, Deckard è consapevole di non essere in grado di competere contro la sua forza ed astuzia: spera, infatti, di sopravvivere allo scontro finale poiché è a conoscenza della sua imminente morte, programmata dal suo creatore e progettista Eldon Tyrrell, al momento dell’attivazione avvenuta quattro anni prima.

Il monologo di Roy Betty è stato citato ripetutamente ed in variegate occasioni da comunicatori d’ogni genere, da comici di cabaret, da intellettuali, gente comune, occupando il suo meritato posto nell’immaginario collettivo mondiale.

È mia intenzione rendere omaggio all’intramontabile capolavoro di Scott ed alla geniale intuizione di Rutger Hauer che, come già accennato, fu l’autore delle parole del monologo. In diverse sue interviste riguardo al film, Hauer racconta infatti che si presentò sul set per girare le scene in questione, con un foglio di carta sul quale aveva appuntato, durante la notte, alcune frasi interessanti. Chiese al regista Scott di poterle recitare sotto la pioggia scrosciante, con una colomba bianca in mano, poco prima di morire. Scott acconsentì e diede vita così ad una alchimia irripetibile, generata da menti sublimi come quelle dello scrittore Philip K. Dick, il cui romanzo “Do Androids Dream Of Electric Sheep (1968)” ispirò il film, e menti come quelle dello stesso attore dal viso di ghiaccio Hauer, del maestro degli effetti speciali Trumbull, e di Vangelis, autore della colonna sonora onirica, superba, anch’essa un indimenticabile capolavoro.

Come fossimo gli ultimi rappresentanti di una razza di androidi più umani degli umani, in un ultimo sussulto di resilienza e di orgoglio, tentiamo adesso di dare più spazio e più contenuti al monologo in questione, attualizzando il messaggio e prendendo spunto da ciò che sta accadendo al mondo ed in Italia, in questo periodo di follia collettiva del cosiddetto “great reset” che Klaus Schwab ed il World Economic Forum di Davos, vorrebbero si realizzasse.

“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: pipistrelli e pangolini accoppiarsi sui banchi di mercatini in Cina, scienziati di fama mondiale mentire in diretta televisiva, governi non eletti dal popolo vendersi alle multinazionali del farmaco, giornalisti, artisti, filosofi e politici servi, malati di glossite, antifascisti invocare la ghettizzazione, intellettuali tacere, influencer inneggiare all’odio e alla discriminazione sui social media.

Ho visto popoli sottomettersi volontariamente a regole illogiche, anziani terrorizzati dai telegiornali, persone morire da sole negli ospedali, medici visitare a distanza i propri pazienti, protocolli ministeriali che da mesi consigliano paracetamolo e vigile attesa, in spregio alle cure efficaci e largamente sperimentate da centinaia di medici coraggiosi, derisi ed osteggiati dai servi del potere. Ho visto cittadini ripetere ossessivamente “ma le hai viste le bare di Bergamo?” ed abdicare al proprio diritto naturale, rinunciare al pensiero critico, al beneficio del dubbio, all’auto determinazione, delegando, obbedendo.

Ho visto il laboratorio biologico cinese a Wuhan di proprietà di Glaxosmithkline, proprietaria di Pfizer, la casa farmaceutica che produce il siero contro un virus, lo stesso virus creato al Wuhan biological lab e che è stato finanziato dal Dr. Fauci, casualmente promotore del siero sperimentale salvifico quanto inefficace, detto impropriamente vaccino.

Ho visto Glaxosmithkline gestita dalla divisione finanziaria di Black Rock, la quale a sua volta gestisce le finanze della Open Foundation Company (fondazione Soros), che a sua volta gestisce l’Axa francese. Ho visto Soros proprietario guarda caso della società tedesca Winterthur, la stessa che ha costruito un laboratorio cinese a Wuhan ed è stata acquistata dalla tedesca Allianz, la quale casualmente, ha come azionista Vanguard, anch’essa incredibilmente azionista di Black Rock.

Ho visto la Black Rock accidentalmente al controllo delle banche centrali e alla gestione di circa un terzo del capitale di investimento globale. Ho visto ancora la Black Rock stranamente come uno dei principali azionisti di Microsoft, di proprietà di Bill Gates, a sua volta casualmente azionista di Pfizer.

Ho visto pseudo scienziati da oltre un anno fare terrorismo mediatico sui canali di Stato, ho sentito virologi in Tivvù proferire frasi di alto valore scientifico come “il vaccino contro il Covid funzionicchia”, ho visto la Corporation dei social media censurare le voci fuori dal coro, compresi quelle di Presidenti in carica, ho visto la pantomima del potere nei Parlamenti ed il turpiloquio dei cani da guardia.

Ho visto quasi tutta la magistratura e le Forze dell’ordine adeguarsi al nuovo paradigma sociosanitario, in spregio alla Costituzione ed alla logica aristotelica. Ho visto intere generazioni di studenti in preda alla paura, subire una vessazione psicologica cieca ed incessante da parte di docenti ipocondriaci, dirigenti scolastici isterici, depressi, carichi di ansie.

Ho visto la tonnara di umani o subumani celebrata in centri vaccinali, in cui si baratta col ricatto la propria libertà di scelta, in cui si accetta un siero sperimentale per tutelare ipocritamente il bene comune, nel mentre si spera di ottenere il lasciapassare di nazifascista memoria, per poter andare in vacanza, in discoteca, al ristorante.

Ho visto anche altri uomini ed altre genti manifestare il dissenso, ho visto i loro volti liberi dalla paura… “e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire»”.

William Mussini76 Posts

Creativo, autore, regista cinematografico e teatrale. Libertario responsabile e attivista del pensiero critico. Ha all'attivo un lungometraggio, numerosi cortometraggi premiati in festival Internazionali, diversi documentari inerenti problematiche storiche, sociali e di promozione culturale. Da sempre appassionato di filosofia, cinema e letteratura. Attualmente impegnato come regista nella società cinematografica e teatrale INCAS produzioni di Campobasso.

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