Il Piano Toma non passerà!

Il Piano Operativo Sanitario appena approvato dal neo-commissario Donato Toma ha già sollevato proteste da più fronti.

Ieri pomeriggio, promosso dal Forum Molisano per la difesa della sanità pubblica di qualità, a Campobasso, si è svolta una manifestazione a cui hanno partecipato diversi comitati locali, associazioni, sindaci, partiti e singoli cittadini, per dire no al nuovo Piano Operativo che scadrà il prossimo 31 dicembre.

Il corteo, composto da qualche centinaio di persone, si è mosso da Piazza San Francesco dove gli organizzatori avevano stabilito il punto di incontro dalle ore 16, e ha percorso le principali vie del centro, incontrando la solidarietà e il consenso di tante persone per strada, per concludersi in Piazza Municipio dove era stato allestito il palco per gli interventi finali.

Il primo a intervenire è stato il presidente del Forum Italo Testa il quale, con la consueta semplicità e simpatia politica ha spiegato ai presenti i nodi principali dell’attuale sistema sanitario regionale.
Lo storico primario del “Cardarelli” è partito non a caso dal Piano redatto da Frattura, che ha guidato la precedente legislatura di centrosinistra, anch’esso calato dall’alto, mai approvato e mai neppure applicato, che conteneva i principi alla base delle attuali politiche sanitarie e – a meno che non si verifichino grandi rivolgimenti, per quanto auspicabili – anche di quelle a venire.
Il grimaldello – questo è il senso del ragionamento di Italo Testa – attraverso il quale smantellare la sanità pubblica è costituito dal debito che però, nonostante quindici anni di lacrime e sangue, non accenna a diminuire e sulle cui cause la politica continua a non volere indagare.
Forse perché la principale fonte di spesa è rappresentata dai rimborsi riconosciuti alle strutture private accreditate, spesso e volentieri a piè di lista, senza le necessarie verifiche, in regime di extra-budget (oltre i limiti previsti nelle convenzioni stipulate), senza contare gli anticipi versati per i pazienti extra-regionali puntualmente non restituiti dalle regioni di provenienza che in molti casi ne contestano (legittimamente) l’appropriatezza delle prestazioni erogate.
Il Piano di Toma continua e porta a termine la ratio di quel piano, tagliando ulteriormente i servizi erogati dagli ospedali di Isernia e di Termoli (i famosi “spoke”) e spedendo i pazienti verso le strutture delle regioni confinanti.
Chi governa – ha concluso Testa – non vuole eliminare il debito perché questo gli fornisce la scusa per continuare a privare le strutture pubbliche regionali del necessario sostegno finanziario e per spingere i cittadini verso le strutture private. Cornuti e mazziati.
Il Forum ritiene il piano di Toma illegittimo e per questo ha presentato ricorso al TAR per il suo annullamento.
“Noi siamo liberi cittadini e non siamo sudditi di nessuno, neppure di Toma”.

Dopo Italo Testa è intervenuto Giuseppe Puchetti, sindaco di Larino, che è tornato sulla vicenda del centro Covid presso il Vietri mai realizzato per una precisa scelta politica da parte del governo regionale che ha preferito destinare le risorse provenienti da Roma in un progetto assurdo come quello della torre presso il “Cardarelli” di Campobasso (che comunque ancora non vede la luce), piuttosto che utilizzarli per la rimessa in funzione di un’importante e moderna struttura pubblica che fino a poco tempo fa ha ospitato reparti di alta specializzazione medica, punto di riferimento per migliaia di pazienti che giungevano da tutta Italia.

Poi è salito sul palco anche il sindaco del capoluogo, Roberto Gravina che ha espresso vicinanza e solidarietà nei confronti dei manifestanti e che ha annunciato la volontà di impugnare il Piano Toma davanti al TAR.
Gravina ha incassato anche i ringraziamenti per bocca di Italo Testa in rappresentanza del Forum, per aver messo a disposizione degli organizzatori lo spazio, nonché la corrente elettrica.

Sono intervenuti poi i rappresentanti dei vari comitati che hanno aderito alla manifestazione, tra cui Annarita De Notariis (Comitato Basso Molise), Pino D’Erminio (Termoli Bene Comune), Cinzia Ferrante (L113 Molisanità), Giuseppe Bianchi (Comitato Salute Bene Comune), Pina Bozza (Ass. e comitati di quartiere della città di Campobasso) e Lucio Pastore (Comitato Isernia Beni Comuni), medico del “Veneziale” di Isernia, che ha ribadito la tesi secondo cui la sanità pubblica è stata deliberatamente disfunzionata per lasciare il campo libero ai privati.

Erano presenti, inoltre, alla manifestazione, diversi esponenti del Movimento 5 stelle, del sindacato USB di Termoli, qualcuno del PD, il segretario regionale della FIOM Giuseppe Tarantino, oltre a una decina di simpatizzanti del Partito Comunista dei Lavoratori e di Rifondazione Comunista.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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