Padre Zanotelli: “la sentenza su Riace grida vendetta al cospetto di Dio”. “Mimmo Lucano è distrutto”. Le manifestazioni di solidarietà
di redazione faro di Roma
“È stata stracciata la democrazia, si è fatta fessa la giustizia, una sentenza che grida vendetta al cospetto di Dio”. Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano da sempre in prima linea per gli ultimi, piange fuori dal tribunale, accanto a Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace condannato a 13 anni dal tribunale di Locri. “Mimmo è distrutto. Questo è un momento grave per la democrazia e la giustizia”, denuncia Zanotelli all’Adnkronos.
Nel mondo, Riace era conosciuto come il ‘Paese dell’accoglienza’. “Oggi un tribunale ha fatto a pezzi la bandiera dell’accoglienza dicendo chiaro e tondo che dell’accoglienza non se ne vuole sapere – si addolora il missionario-. Una condanna che non si infligge nemmeno ad un killer, a chi si macchia di un femminicidio. Condannano un uomo onesto che non si è messo in tasca un soldo e che si batte da anni per l’accoglienza”. Padre Zanotelli non resterà con le mani in mano: “Domani a Riace faremo una manifestazione per protestare contro questo tipo di sentenze politiche che lasciano esterrefatti. Ho chiamato anche il sindaco De Magistris, ci sarà anche lui”.
Padre Zanotelli sta poi pensando di scrivere una lettera al Parlamento e al ministro della giustizia Cartabia. “Quando hanno pronunciato la sentenza leggendo la formula ‘la legge è uguale per tutti’ e poi hanno scandito gli anni di quella pena ho avuto un brivido. È chiaro che siamo davanti ad una sentenza politica che farà saltare anche la candidatura di Lucano. E dire che pure la pubblica accusa aveva chiesto la metà degli anni, ingiusti anche quelli, ma tredici nemmeno ad un killer”.
A Milano stasera è sventolata una grande bandiera della pace in solidarietà a Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace condannato in primo grado a tredici anni e due mesi. Nel tardo pomeriggio di oggi molti esponenti della società civile si sono radunati davanti al tribunale di Milano per manifestare la vicinanza all’ex primo cittadino. A difendere Lucano sono scesi in campo nomi del mondo della cultura e del volontariato: da Fiorella Mannoia a Gad Lerner, da Cecilia Strada a Roberto Saviano e poi l’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, l’Arci nazionale, l’Anpi, la rivista “Africa”, Ascanio Celestini e altri.
Nel capoluogo lombardo si sono ritrovati alle 18, autoconvocandosi attraverso mail e social: “Mimmo – così hanno spiegato – ha rappresentato il simbolo dell’accoglienza, ha creato opportunità di lavoro e inserimento sociale in una regione ad alto livello di disoccupazione e abbandono senza che nulla sia finito nelle sue tasche come dimostrato. Questa sentenza, figlia delle politiche dei tempi di Minniti e Salvini, non cancella la dirittura morale dell’ex sindaco di Riace. Per noi la solidarietà non sarà mai un reato”.
Una prima manifestazione che apre una serie di iniziative organizzate in poche ore in tutt’Italia.
Giovedì sera a Varese, alle 21, davanti a palazzo Estense è stato messo in programma un presidio.
Venerdì alle 16, invece, i sostenitori di Lucano si sono dati appuntamento proprio a Riace: associazioni, gruppi, amiche ed amici che hanno sempre sostenuto il progetto di accoglienza si vedranno nella piazza del paese. Domenica invece toccherà a Como: alle 15,30 in piazza Cavour si terrà una manifestazione dal titolo “Questa non è giustizia” E chi non è sceso in piazza in queste ore si è dato da fare sul web.
Su Change.org l’insegnante Emanuela Petrolati ha lanciato la petizione “Mimmo Lucano colpevole di solidarietà” che ha raggiunto in poco tempo migliaia di firme.
Da ogni parte d’Italia, associazioni, movimenti, parrocchie e semplici cittadini si sono fatti sentire. Amnesty International Italia ha scritto su Twitter: “In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, la condanna di Mimmo Lucano pare del tutto spropositata e sproporzionata”. E il portavoce Riccardo Noury ha aggiunto: “Si è preso cura di quelle che ora si usa definire “fragilità esistenziali irrisolte”: non delle sue, ma di quelle degli altri. Lo ha fatto nel modo più nobile possibile. C’è da sperare che in secondo grado gliene verrà dato atto”.
Fonte: faro di Roma
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