ELEZIONI REGIONALI/Il dopo Toma parte con troppo anticipo e Facciolla sbaglia tattica
“Parlare di Quirinale con due mesi di anticipo è solo un chiacchiericcio che distrae dalle cose importanti». Parole di Enrico Letta. Figuratevi allora parlare di elezioni regionali addirittura con un anno e due mesi di anticipo. Eppure ad aprire il chiacchiericcio c’è cascato proprio uno dei segretari regionali del partito di Letta, Vittorino Facciolla, che ha rivendicato una candidatura Dem per il dopo Toma.
In verità a bruciare i tempi è stato proprio Toma che, più di un mese fa, annunciò di voler succedere a se stesso. Ciò non toglie però che la sortita di Facciolla sia stata imprudente, oltre che prematura.
Motivo per cui Paolo Di Lella gli ha assestato un impietoso liscebusso scrivendo: “Dio non voglia che il Pd molisano, dopo l’insperata conquista di Isernia, si sia montato la testa e ora pretenda un ruolo dominante all’interno della coalizione.” Da convinto movimentista, Paolo esalta infatti il successo delle due liste civiche “Isernia Futura” e “Volt” e il ruolo “dei cittadini che, al di là dei partiti, si auto-organizzano in comitati e associazioni per contrapporsi con azioni dirette allo smantellamento dello stato sociale”.
In effetti, che Facciolla rivendichi un “ruolo dominante” per il partito di cui è segretario fa in fondo il suo mestiere, solo che lo ha fatto male commettendo due imperdonabili errori politici: il primo è, appunto, quello di aver anticipato troppo i tempi; il secondo, più grave, è di non aver saputo interpretare, comunicare e coinvolgere i suoi possibili alleati nel disegno politico complessivo sul quale lavora Enrico Letta.
Quello cioè di costruire un centrosinistra largo, inclusivo, plurale e partecipato con un scopo fondamentale: battere la destra sovranista in Italia e magari quella europea a Bruxelles (con l’aiuto dei 5Stelle che Letta tenta di far entrare nel gruppo europarlamentare dei Socialisti e Democratici, S&D).
Quanto poi al grido di dolore (“Dio non voglia che il PD si monti la testa…”), non è che il PD, primo partito italiano secondo gli ultimi sondaggi, possa sconfiggere la destra mettendosi alla testa di una coalizione nazionale e poi smontarsi la testa a livello regionale.
Dunque, per dirla con Manzoni: adelante Facciolla con giudizio. E tenendo ben chiaro che in Molise, le liste civiche inventate dalle destre hanno sempre svolto la funzione di portatrici d’acqua, mentre quelle nate spontaneamente a Isernia sono una ineludibile linfa giovanile per cambiare la faccia di questa regione. A patto che non si montino la testa.
*Postilla – Carissimo Paolo, tu scrivi che “secondo Facciolla, il candidato dovrà essere un uomo (o tutt’alpiù una donna) del PD.” Quel “tutt’alpiù”, che sta per “nel peggiore dei casi”, andrebbe finalmente visto come nel migliore dei casi.
Lo credo da anni.
Giuseppe Tabasso363 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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