Quirinalia
Per il Colle in rosa, prego attendere – Nel 2015 uno dei tre delegati regionali molisani inviati a Montecitorio per l’elezione del Presidente della Repubblica era una donna, Angela Fusco Perrella. Lo scandalo rosa è stato risanato e ora si torna a respirare aria di bel tempo antico. Un 5 Stelle perorava addirittura un tris tutto femminile, poi però Greco è stato il più votato grazie ai Dem. Ma ve l’immaginate se – solo perché donna – veniva designata un’Aida Romagnuolo? Senza dubbio figurava bene una Fanelli, ma era francamente troppo pretendere che Greco s’immolasse sull’altare delle convergenze parallele con i Dem.
La mossa del cavallo – Tutti vorrebbero un Presidente dotato di indiscussi requisiti morali e civili, cioè una specie di Mattarella condiviso da tutto il Paese. E invece rieccoci all’insaziabile Berlusconi, 86 anni a settembre, padrone di una potente rete mediatica che mira a scalare il Quirinale ricorrendo ad espedienti indecenti come quello di adescare uno ad uno suoi possibili elettori. Ma come su fa a dimenticare Sua Emittenza, promotore di leggi “ad personam”, sottoposto a processi e scontato condanne? Come non tener conto che una volta eletto potrebbe addirittura presiedere il Consiglio superiore della magistratura e nominare un terzo dei componenti della Corte costituzionale?
Nella storia repubblicana la massima carica dello Stato non è stata mai ricoperta da un personaggio talmente discutibile e divisivo da apparire al mondo la stravaganza neroniana di nominare senatore un cavallo. In effetti, stando alle ultime voci, sembra che la candidatura del Caimano vada fatalmente sfarinandosi. Ma attenzione: la mossa del cavallo è sempre in agguato.
Morire per Berlusconi – Appena designato delegato regionale per l’elezione del Presidente della Repubblica, Donato Toma ha tenuto a non mantenere in segreto (di Pulcinella) il nome che segnerà sulla scheda: Berlusconi Silvio. Lo sapevano tutti ma l’importante è rassicurare chi di dovere. Tuttavia l’inutile fretta di dichiararsi fedele al Caimano potrebbe rivelarsi un errore mediatico nocivo per la seconda candidatura di Toma a guidare il Molise.
Archiviata l’elezione del Quirinale, in un mondo così veloce e mutevole, Berlusconi e il berlusconismo possono diventare un vintage per nostalgici del bunga bunga nel giro di qualche mese. E rendere Toma & Co. orfani di ogni futuro politico.
Giuseppe Tabasso367 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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