Una bolla di tempo perfetto
Riceviamo e pubblichiamo una breve ma significativa recensione del volume “Una bolla di tempo perfetto” di Andreina Di Girolamo (IBC Edizioni, 2022), a cura di Maria Carla Zarro.
Leggere “Una bolla di tempo perfetto” è un’esperienza, oltre che intellettuale ed emotiva, sinestesica.
L’ autrice ci conduce nel mondo sorprendente di Elena Ciamarra, ripercorrendone momenti di vita e ricreandone la presenza. Elena Ciamarra è stata una valente pittrice e pianista, vissuta nel secolo scorso, formatasi ai Conservatori di Napoli e di Roma ; donna colta e raffinata intellettuale, come spesso purtroppo capita, però, non è abbastanza conosciuta dal grande pubblico. È grazie ad un’altra artista ed intellettuale del nostro tempo, Andreina Di Girolamo, che veniamo introdotti non solo, come promette il titolo, in un “tempo perfetto”, ma in uno spaziotempo fatato, fatto di suoni, immagini, colori, odori e perfino sapori.
Nel testo la visitatrice Maria Amabile (già conosciuta nel precedente “Melodia op.1”), accolta dai proprietari della casa museo di Torella del Sannio, ricostruisce, vive e sperimenta insieme a noi la magia del luogo, passando dalle armonie musicali alle composizioni pittoriche, ma anche al gusto delle pietanze ammannite in casa Ciamarra Cammarano, agli odori della semplice vita domestica di tutti i giorni, alle percezioni mai banali perché vivide e genuine, e filtrate attraverso una sensibilità squisita. Mentre la prosa si distende e la storia si dipana, vengono evocati (in gergo cinematografico si direbbe ora in modo intradiegetico ora extradiegetico) splendidi brani musicali, e noi li sentiamo davvero grazie alle tre donne del libro : suonati da Elena, pensati da Andreina, ascoltati come un dono da Maria Amabile. Da Chopin a Mendelsshon, da Schumann a Beethoven, e ancora Bach, Mozart, Debussy, Ravel si mescolano ai ritratti dipinti da Elena, ai pensieri della visitatrice, alle riflessioni della musicista, docente e scrittrice Di Girolamo, che ci incanta con questa sua nuova partitura, raggiungendo corde profonde con tocco lieve e armonioso. Non mancano interessanti notazioni storiche, con riferimenti alle tradizioni locali e alla temperie culturale dell’epoca, ma tutto ci è offerto con leggerezza calviniana.
Signori, giù il cappello.
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