Vigilia elettorale/Mentre i Tomastella in elmetto tentano una deportazione di sanniti, Termoli cambia il destino del Molise

L’insediamento a Termoli di Gigafactory, uno dei tre grandi poli industriali di Francia, Germania e Italia, è un evento straordinario che mira a divenire modello di mobilità sostenibile e una capitale europea della transizione ecologica.

Un sogno che diventa realtà per il Molise e per Termoli che era definita la “Detroit molisana” già negli anni ’50 quando il deputato comunista Petrocelli e il senatore democristiano Magliano si batterono per una terza Provincia Termoli-Larino. Poi non se ne fece nulla per la stessa debolezza demografica che oggi fa volgere lo sguardo oltre i confini regionali.

Sta comunque di fatto che la manna piovuta su Termoli è una svolta che può segnare addirittura la fine della irrilevanza del Molise con un forte impatto sugli equilibri “geopolitici” regionali. Riuscirà il cuore politico della Regione, Campobasso, a sintonizzarsi con una Termoli “Milano molisana” e motore economico? E quale importante ruolo affidare a Isernia? Sono queste le domande da porsi alla vigilia di elezioni regionali e nazionali.

Succede invece che in virtù di un accordo tra Donato Toma e Clemente Mastella, si annuncia una “aggregazione” della provincia di Benevento al Molise. “Un progetto diverso dal vecchio Molisannio – si precisa – grazie al quale si aggiugerebbero 260 mila abitanti a una popolazione in calo”.

Alessandro Amorosa, neo segretario molisano del nuovo partito di Mastella, “Noi di centro”, aggiunge che trattasi di “un dialogo istituzionale e non politico (!) tra Mastella e Toma” che, bontà loro, “lascerebbe Campobasso capoluogo di regione, scongiurando la sottomissione territoriale che si verificherebbe con l’annessione all’Abruzzo che passa sotto il nome di Macroregione adriatica”.

A sua volta l’assessore Quintino Pallante spara contro lo “scoglio culturale che fa ancora dubitare molti molisani su una unione politica, geografica e sociale con i cugini sanniti in eterna lotta, loro sì, col napolicentrismo campano”.

Eccoci così dinanzi a una battaglia frontaliera contro una tirannia napoletana e una sottomissione abruzzese, una guerra combattuta da sturmtruppen al comando dei Tomastella in elmetto formato anti Putin.

Ma attenzione: molisanizzare i beneventani e sannitizzare i molisani è un progetto impervio e da una vecchia volpe come Mastella c’è da aspettarsi una operazione in due tempi: il primo, già in atto, si chiama “Cavallo di Troia”, il secondo “Forche Caudine” (vedi rivincita sannita che tramuta “S.P.Q.R.” in “Samnitium Populo Quis Resistit”.)

Postilla – Qualcuno informi il molisannita segretario Amorosa che la Macroregione adriatica non prevede “l’annessione all’Abruzzo” ma una cooperazione rafforzata tra Molise, Marche e Abruzzo.

Giuseppe Tabasso362 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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