Appello per la liberazione

In vista delle elezioni regionali (primavera 2023), fra mille difficoltà e fraintendimenti, lavora un soggetto evocato o temuto: l’attivismo civico. La distanza che separa il paese reale da quello legale è andata crescendo negli anni, fino a trasformarsi in un baratro che genera inquietudini e disillusioni. Pubblichiamo l’Appello di un’iniziativa politico-culturale che chiede un contributo attivo alla rigenerazione della nostra regione minacciata su più fronti

di Un Altro Molise è Possibile

40mila. La differenza tra gli abitanti del Molise dal 1990 ad oggi. La nostra regione ha perso oltre il 15% dei suoi figli e figlie in trent’anni. 8 su 100 è il numero di abitanti molisani in condizioni di povertà assoluta. 32 su 100, il numero di donne lavoratrici della nostra regione; tra gli under 35 la metà è disoccupata. Questi sono solo alcuni dati frutto  della politica regionale prodotta negli ultimi decenni.

Sta per aprirsi una nuova campagna elettorale e come sempre ne sentiremo delle belle. Sentiremo, ad esempio, il coro, peraltro non sempre unanime, dell’attuale  maggioranza di governo regionale esclamare di aver fatto tutto il possibile nella gestione dell’emergenza covid. Non li sentiremo sicuramente dire che il Molise è l’unica regione a non aver mai organizzato un centro covid ad hoc, ad aver dichiarato il falso rispetto al numero di posti letto per la terapia intensiva attivi e occupati da pazienti covid, ad aver avuto un tasso di pazienti deceduti per covid, 4 volte superiore alla media nazionale. Al numero dei deceduti per COVID va aggiunto quello delle vittime invisibili che hanno rinunciato a curarsi a volte per indigenza altre per la fatiscenza delle strutture sanitarie territoriali che pure ospitano capaci e generosi lavoratori e professionisti.

Sentiremo chi negli ultimi venti anni si è alternato tra maggioranza e opposizione di governo, presentare questo o quell’altro progetto di riforma sull’agricoltura, sul turismo, sull’industria. Sentiremo ancora una volta le loro promesse, ma questa volta non staremo a guardare.

Siamo le cittadine e i cittadini dietro queste statistiche impietose.

Siamo le cassaintegrazioni e i licenziamenti che si sono moltiplicati in questa Regione.

Siamo gli sfruttati e le sfruttate del lavoro interinale del Basso Molise.

Siamo i e le giovani cacciati via da una regione che non offre nessuna alternativa.

Siamo i e le giovani rimasti sul nostro territorio, costretti ai salti mortali inseguendo l’orizzonte dell’indipendenza economica, che, come ogni orizzonte, si allontana man mano che proviamo ad avvicinarci.

Siamo le persone che di fronte a liste di attesa chilometriche per una radiografia nel pubblico sono costrette a rivolgersi al privato.

Siamo ogni biblioteca abbandonata, ogni  singolo cinema e teatro chiuso sostituito con un centro scommesse o un “compro oro”.

Siamo tutti i nostri sogni infranti, le aspettative disilluse.

Abbiamo la necessità di organizzarci, dal basso, per cambiare davvero la nostra regione. Un altro Molise è Possibile, anzi, è necessario.

Occorrerà ridisegnare completamente l’organizzazione del lavoro, l’urbanistica e lo stesso nostro modo di vivere il territorio, il sistema sanitario, quello dell’istruzione e della ricerca scientifica.

Il Molise, in questa prospettiva può diventare una regione/laboratorio, trasformando le sue deficienze in opportunità. Meno merci e più valori. Più servizi e meno supermercati, e quelli necessari aperti a turno la domenica e le feste comandate; più scuola, più università, cultura, ricerca e innovazione; più sanità pubblica, con la privata chiamata a svolgere un ruolo programmato e complementare, con maggiore integrazione tra servizi ospedalieri e medicina primaria, secondo criteri di accessibilità ad un’assistenza sistemica, integrata, continua e verificabile. Più ruralità, agricoltura biologica e produzioni tipiche, ma raccontate con una lingua colta e contemporanea. Più finanza locale, che agisca di supporto e in sintonia con le imprese e le popolazioni che l’alimentano. Meno rifiuti, tutti differenziati e poi riciclati; recupero e riqualificazione dei fabbricati invece di nuove costruzioni; tutela ambientale e paesaggistica; trasporto pubblico efficiente e sostenibile per un turismo selezionato e di qualità. Una cultura non più senile, conservatrice, servile e d’apparato. Poche infrastrutture, funzionali e indispensabili, e “infostrutture” diffuse capillarmente su tutto il territorio; internet veloce che metta in rete i nostri 136 comuni.

Accoglienza e integrazione di chiunque voglia risiedere con noi, in modo da affrontare con determinazione e realismo la nostra emergenza più impellente, quella demografica. Un nuovo rapporto, amichevole e maturo con i tanti nostri corregionali residenti altrove nel mondo, che rappresentano un patrimonio prezioso e mai messo a frutto.

Diverse organizzazioni sociali e comitati della nostra regione stanno unendo le forze per ragionare insieme di una riforma totale del sistema sanitario molisano, di uno sviluppo sostenibile capace di unire agricoltura, turismo e tutela della cosa pubblica; di lavoro “buono” e non precario, di cui c’è un disperato bisogno, senza però inchinarsi alle offerte di (im)prenditori avulsi dalle vocazioni  conclamate del nostro territorio.

Ci sono già delle date in cui possiamo iniziare a fare tutto questo. Il 24 e 25 aprile abbiamo organizzato a Campobasso due giorni di discussione sul futuro della nostra regione, ma senza la tua partecipazione, le tue impressioni, le tue necessità, il cammino sarà difficoltoso. Il Molise ha bisogno di liberarsi da pesanti zavorre che ne hanno impedito il decollo e, mai come ora, la libertà presuppone partecipazione.

Firma questo appello, diffondilo, prendi parola, e contribuisci a costruire il nostro futuro migliore e solidale.

“Un altro Molise è possibile” è un’associazione politico-culturale che sarà gestita con regole democratiche  che costruiremo insieme. Lavoreremo per essere parte attiva di una “Federazione progressista per il Molise” in grado di riunire i soggetti e le culture politiche che condivideranno con noi questo appello, in modo da valorizzare la formazione e la provenienza di ognuno, operando però nell’ambito di un orizzonte programmatico condiviso e di strategie comuni.

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